Airbus e Thales in trattative per la fusione delle attività spaziali

Airbus e Thales in trattative per la fusione delle attività spaziali

I colossi aerospaziali europei Airbus e Thales stanno esplorando la possibilità di una fusione per alcune delle loro attività spaziali. Lo hanno riferito a Reuters due fonti industriali, confermando quanto inizialmente riportato dal quotidiano economico francese La Tribune.

Le fonti hanno specificato che i colloqui si concentrano principalmente sulle attività satellitari dei due gruppi. Finora, né Airbus né Thales hanno rilasciato commenti ufficiali sulla questione. Tuttavia, una delle fonti ha dichiarato: “Ci stanno pensando seriamente”.

Le aziende spaziali europee, alle prese con una forte concorrenza internazionale, soprattutto da parte delle società americane, sono sotto pressione per snellire un settore caratterizzato da spese elevate e una significativa dipendenza da contratti governativi. La Tribune ha riferito che Airbus e Thales hanno avviato “discussioni di basso profilo di natura esplorativa”, citando fonti anonime.

Airbus Defence & Space e Thales Alenia Space, di cui l’italiana Leonardo detiene una quota di minoranza, sono i principali produttori europei di satelliti per telecomunicazioni, navigazione e sorveglianza.

Le discussioni emergono in un momento delicato per Airbus, che ha recentemente dovuto sostenere un onere di 900 milioni di euro per le attività di servizi satellitari in difficoltà, aggiungendosi ai 500 milioni di euro di perdite dello scorso anno. Il mese scorso, il CEO di Airbus Guillaume Faury ha dichiarato agli analisti che l’azienda stava “valutando tutte le opzioni strategiche” per le proprie attività spaziali, tra cui ristrutturazione, cooperazione, revisione del portafoglio e potenziali opzioni di fusione e acquisizione.

La potenziale fusione tra Airbus e Thales potrebbe rappresentare un’importante mossa strategica per affrontare le sfide del mercato e migliorare l’efficienza operativa. Unendo le forze, le due società potrebbero beneficiare di sinergie significative, ottimizzando i costi e rafforzando la loro posizione competitiva a livello globale.

In un settore dove l’innovazione e la rapidità di adattamento sono cruciali, la collaborazione potrebbe permettere a entrambe le aziende di sviluppare soluzioni tecnologiche avanzate, migliorare la capacità produttiva e rispondere più efficacemente alle esigenze del mercato.

In conclusione, mentre Airbus e Thales esplorano la possibilità di una fusione delle loro attività spaziali, il mercato osserva con attenzione i potenziali sviluppi, che potrebbero ridefinire l’intero panorama dell’industria spaziale europea.

Nasce Eniquantic: la nuova società di Eni per lo sviluppo tecnologico del Quantum Computing

Nasce Eniquantic: la nuova società di Eni per lo sviluppo tecnologico del Quantum Computing

Eni e ITQuanta uniscono le proprie forze nella joint venture Eniquantic, con l’ambizione di sviluppare una macchina quantistica integrata hardware e software, in grado di risolvere problemi complessi e avviare applicazioni significative del calcolo quantistico, a supporto della transizione energetica. Questo progetto riflette l’impegno costante di Eni verso l’innovazione e la digitalizzazione, avvalendosi della potenza di supercalcolo del Green Data Center per facilitare il percorso di transizione energetica.

La nuova venture sarà inizialmente detenuta al 94% da Eni e al 6% da ITQuanta. Sono stati nominati Presidente il professor Massimo Inguscio (ITQuanta) e Amministratore Delegato il dottor Dario Pagani (Eni).

Eniquantic si concentrerà sullo sviluppo di una macchina quantistica integrata hardware e software, utilizzando le capacità computazionali dei supercalcolatori HPC (High Performance Computing) di Eni. L’obiettivo è esplorare le possibili integrazioni tra architetture quantistiche e classiche e testare l’efficacia di algoritmi che simulano i principi della computazione quantistica su casi d’uso energetici specifici per Eni. Tra le applicazioni previste:

  • Generazione e stoccaggio di energia: miglioramento dell’efficienza produttiva delle risorse energetiche, con particolare attenzione alle fonti rinnovabili.
  • Simulazione e modellazione della materia: utilizzo di tecniche di dinamica molecolare e meccanica quantistica per scoprire nuovi materiali performanti, applicabili nello sviluppo di nuove fonti energetiche, come la fusione a confinamento magnetico.
  • Analisi di sistemi complessi: svolgimento di analisi avanzate per ottimizzare le attività operative lungo tutta la catena del valore, inclusi il trading di energia e altre commodities.

Eniquantic sfrutterà l’eccellenza operativa e industriale di Eni e il know-how di ITQuanta, startup che annovera tra i suoi fondatori esperti riconosciuti a livello mondiale in fisica atomica, informazione e computazione quantistica. Questo progetto rafforza la leadership di Eni nel calcolo ad alte prestazioni per uso industriale, consolidandola come azienda altamente innovativa.

Nello sviluppo della roadmap tecnologica, Eniquantic potrà beneficiare della capacità computazionale dei supercalcolatori HPC di Eni. Questa integrazione permetterà di approfondire le sinergie tra architetture quantistiche e classiche e di sperimentare algoritmi di computazione quantistica su casi d’uso energetici di interesse diretto per Eni.

La nascita di Eniquantic è la seconda venture lanciata nell’ambito delle iniziative di Eniverse, il corporate venture builder di Eni. Questo progetto si inserisce nella strategia di Eni volta a valorizzare le competenze interne e le soluzioni tecnologiche, proprie o di terzi, per creare nuove iniziative imprenditoriali ad alto potenziale.

Con Eniquantic, Eni entra nella corsa al quantum computing, dimostrando ancora una volta il suo impegno verso l’innovazione e la transizione energetica. Questa joint venture rappresenta un passo importante per lo sviluppo tecnologico e industriale, confermando Eni come un attore chiave nell’uso del calcolo ad alte prestazioni per scopi industriali.

Fonte: Eni

Mines Paris – PSL e il fondo sociale B’Lao lanciano la cattedra di sponsorizzazione del settore tessile responsabile

Mines Paris – PSL e il fondo sociale B’Lao lanciano la cattedra di sponsorizzazione del settore tessile responsabile

In risposta alle sfide ambientali e sociali che l’industria tessile deve affrontare, Mines Paris – PSL, attraverso il programma ENAMOMAPSL, inaugura la cattedra di sponsorizzazione Filière Textile Responsable, promossa dal Fondo Sociale B’Lao. L’obiettivo di questo progetto è trasformare l’industria tessile francese, composta da 2.200 aziende, l’80% delle quali sono PMI, che impiegano più di 62.000 persone.

Un settore da reinventare

L’industria tessile, una delle principali fonti di inquinamento, si trova di fronte all’imperativo di passare a pratiche sostenibili. In questo contesto, Mines Paris – PSL, istituzione all’avanguardia nelle transizioni ecologiche, lancia questa cattedra di ricerca e insegnamento. Il progetto, sostenuto da Phu Tran Van, fondatore del B’Lao Social Fund, mira a riunire gli operatori del settore che condividono i valori della responsabilità ambientale e sociale.

Obiettivi della cattedra

La cattedra si propone di rafforzare ed estendere le conoscenze scientifiche a sostegno delle strategie di riposizionamento e reindustrializzazione delle aziende del settore. I partner coinvolti sono chiamati a inventare nuovi processi creativi e industriali, in particolare attraverso la digitalizzazione e l’automazione (Industria 4.0), che promuovano sia lo sviluppo umano che la conservazione degli ambienti naturali.

Il programma ENAMOMA-PSL

La cattedra si basa sul programma ENAMOMA-PSL (Engagement pour des Alternatives Mode & Matière créatives et responsables), lanciato nel 2016 da Mines Paris – PSL, Dauphine – PSL e EnsAD – PSL (École nationale supérieure des Arts Décoratifs). Questo programma mira a riunire una diversità di discipline e attori per sostenere la transizione ecologica, sociale e tecnologica del settore della moda e dei materiali.

Partnership e opportunità internazionali

Michel Schmitt, direttore generale ad interim di Mines Paris – PSL, e Phu Tran Van hanno firmato ufficialmente la cattedra all’École. L’obiettivo della cattedra è quello di consolidare la posizione di eccellenza di ENAMOMA – PSL su scala internazionale, promuovendo scambi e collaborazioni con team riconosciuti a livello internazionale. La cattedra rafforzerà i legami tra il mondo accademico e quello professionale, sia in termini di insegnamento che di ricerca.

Sostegno al Master in Moda e Materiali

Il programma sostiene anche il Master Mode & Matière, che forma studenti impegnati a trasformare le pratiche. Concepito come una piattaforma per la sperimentazione interdisciplinare, questo corso riunisce studenti, insegnanti, ricercatori e professionisti dei settori del design, delle scienze ingegneristiche e del management.

Finanziamento e governance

Il fondo sociale B’Lao finanzia la cattedra per un importo di 300.000 euro. Creato nel 2017 da Phu Tran Van, questo fondo si posiziona come attore impegnato nella responsabilità sociale, con una priorità per l’educazione permanente. Il Fondo B’Lao promuove un modello di “capitalismo sociale” in cui le imprese sono governate da coloro che le costruiscono, promuovendo così una crescita economica sostenibile e responsabile.

Accesso e partecipazione degli sponsor

I patrocinatori della Cattedra avranno accesso al lavoro della Cattedra e potranno guidarne la ricerca attraverso gli organi di governance istituiti a tale scopo. Questa partecipazione rafforzerà le loro competenze nel campo della Cattedra, consentendo loro di contribuire attivamente alla trasformazione sostenibile dell’industria tessile.
In breve, la Cattedra Filière Textile Responsable è un’iniziativa ambiziosa e necessaria per guidare l’industria tessile verso un futuro più sostenibile, rafforzando al contempo i legami tra istruzione, ricerca e mondo professionale.

Fonte: Mines Paris

 

Thales annuncia nuove stazioni di comunicazione satellitare Syracuse IV per i veicoli blindati Serval dell’esercito francese

Thales annuncia nuove stazioni di comunicazione satellitare Syracuse IV per i veicoli blindati Serval dell’esercito francese

Thales, leader mondiale nell’alta tecnologia, ha annunciato un ordine per trenta nuove stazioni di comunicazione satellitare dual-band X e Ka nell’ambito del contratto Neptune assegnato dall’Agenzia francese per gli acquisti della Difesa (DGA). Queste stazioni di ultima generazione, destinate ai veicoli corazzati Serval del programma Scorpion, potenzieranno le capacità di comunicazione tattica SatCom a banda larga OTP (on the pause) dell’esercito francese.

Stazioni di comunicazione avanzate per il programma Scorpion
Le nuove stazioni SYRACUSE IV, che equipaggeranno i veicoli corazzati Serval, rappresentano un significativo passo avanti nell’implementazione dei sistemi di informazione e comunicazione dell’esercito francese. Questo sviluppo fa parte del programma terrestre SYRACUSE IV, di cui Thales è capocommessa. L’obiettivo di questo programma è fornire soluzioni di comunicazione satellitare sicure e protette da varie minacce, come interferenze, jamming e attacchi informatici.

Un progetto globale per le forze armate francesi
Il programma SYRACUSE IV ha già permesso alla sua prima versione di entrare in servizio alla fine del 2023, fornendo alle forze armate francesi comunicazioni interarmate sicure e ad alta velocità. Il programma copre un’ampia gamma di impieghi, tra cui stazioni per le navi di superficie e i sottomarini della Marina francese, nonché stazioni fisse e mobili per le forze terrestri e aeree. Queste ultime includono le stazioni Mercure OTM (on the move), progettate per i veicoli Griffon e Serval dell’esercito francese, nonché le stazioni per gli aerei a fusoliera larga dell’aeronautica militare francese.

Un segmento satellitare avanzato per le telecomunicazioni
Il segmento dei satelliti per telecomunicazioni militari SYRACUSE IV comprende due satelliti, SYRACUSE 4A e SYRACUSE 4B, prodotti da un consorzio industriale formato da Thales Alenia Space (una joint venture tra Thales, 67%, e Leonardo, 33%) e Airbus Defence and Space. Thales Alenia Space, che si è aggiudicata il contratto, era responsabile del satellite SYRACUSE 4A, che sarà lanciato nel 2021, e dei carichi utili di entrambi i satelliti. Airbus Defence and Space era responsabile del satellite SYRACUSE 4B, lanciato nel 2023, basato sulla piattaforma interamente elettrica Eurostar, e della fornitura di elementi chiave per entrambi i payload.

Thales (Euronext Paris: HO) è uno dei principali operatori in tre settori: Difesa e Sicurezza, Aerospazio e Cybersecurity & Digital Identity. Il Gruppo sviluppa prodotti e soluzioni innovative per un mondo più sicuro, più ecologico e più inclusivo. Investendo quasi 4 miliardi di euro all’anno in Ricerca e Sviluppo, Thales è all’avanguardia nell’innovazione in settori quali l’IA, la cybersicurezza, la quantistica, il cloud e le tecnologie 6G.
Con quasi 81.000 dipendenti in 68 Paesi, Thales ha generato un fatturato di 18,4 miliardi di euro nel 2023. Questo nuovo ordine per le stazioni SYRACUSE IV rafforza ulteriormente la posizione di Thales come leader nelle comunicazioni satellitari e sottolinea il suo impegno nella modernizzazione delle forze armate francesi.

Fonte: Thales

Ariane 6: Il nuovo lanciatore europeo segna un passo storico

Ariane 6: Il nuovo lanciatore europeo segna un passo storico

L’Europa ha compiuto un importante passo avanti nel campo dell’esplorazione spaziale con il lancio inaugurale del razzo Ariane 6. Il 4 luglio 2023, alle 16:00 ora locale (21:00 in Italia), il nuovo vettore spaziale si è sollevato dalla base di Kourou, nella Guyana Francese, segnando l’inizio di una nuova era per l’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Un lancio cruciale

Ariane 6, frutto della collaborazione di tredici paesi europei tra cui l’Italia, rappresenta un significativo avanzamento tecnologico rispetto al suo predecessore, Ariane 5. Il nuovo razzo è stato progettato per offrire maggiore flessibilità e competitività nel mercato dei lanci spaziali, grazie a una serie di innovazioni tecniche.

Il lancio è avvenuto senza intoppi, nonostante qualche preoccupazione iniziale dovuta a un problema di dati risolto prima del decollo. I due razzi ausiliari laterali P120, costruiti in Italia da Avio, hanno fornito la spinta necessaria per i primi minuti di volo, staccandosi regolarmente come previsto. Il motore centrale Vulcan, potenziato rispetto alla versione utilizzata su Ariane 5, ha continuato a bruciare idrogeno e ossigeno liquidi fino al distacco del primo stadio.

Il momento più atteso è stato l’accensione del secondo stadio Vinci, capace di accendersi e spegnersi fino a quattro volte per portare i satelliti nella loro orbita finale e poi deorbitare in sicurezza, evitando di trasformarsi in detriti spaziali pericolosi.

Un carico variegato

A bordo di Ariane 6 vi erano undici carichi di diverso tipo, inclusi otto cubesat costruiti da università e enti di ricerca di varie nazioni, una capsula recuperabile al suo primo collaudo, e tre apparati per la registrazione dei dati di volo. Questo volo inaugurale ha dimostrato la capacità del nuovo lanciatore di gestire diverse tipologie di payload, un aspetto fondamentale per attrarre clienti nel competitivo mercato dei lanci spaziali.

Un successo riconosciuto

Il successo del lancio di Ariane 6 è stato celebrato da figure di spicco del settore spaziale e politico. Bill Nelson, amministratore capo della NASA, ha descritto l’evento come un “passo da gigante per l’ESA”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha esaltato il lancio come motivo di orgoglio per la Francia e per l’Europa intera. Anche la premier italiana Giorgia Meloni ha riconosciuto il contributo cruciale dell’azienda italiana Avio nella realizzazione dei componenti chiave del razzo.

Sfide future

Nonostante il successo del lancio, Ariane 6 deve affrontare un mercato spaziale altamente competitivo, dominato da aziende come SpaceX di Elon Musk, che offre lanci a costi ridotti grazie all’uso di razzi riutilizzabili. L’Europa, tuttavia, non ha alternativa se vuole mantenere un accesso autonomo allo spazio, un aspetto considerato strategicamente fondamentale.

Stéphane Israël, presidente e amministratore delegato di Arianespace, ha annunciato che entro la fine dell’anno è prevista la prima missione operativa di Ariane 6. Inoltre, sei lanci sono programmati per il 2025 e otto per il 2026, con l’obiettivo di recuperare il tempo perduto e consolidare la posizione dell’Europa nel settore spaziale.

Il lancio di Ariane 6 rappresenta un traguardo storico per l’Europa, dimostrando il buon lavoro dei partner che hanno contribuito alla sua realizzazione sotto la guida dell’ESA. Sebbene il mercato dei lanci spaziali presenti molte sfide, il successo di Ariane 6 offre una base solida per il futuro dell’esplorazione spaziale europea, promuovendo ulteriori investimenti nella tecnologia e strategie politiche adeguate per mantenere e rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa nello spazio.

Una miniera di litio in Alvernia riconosciuta di “grande interesse nazionale”

Una miniera di litio in Alvernia riconosciuta di “grande interesse nazionale”

Un importante progetto di miniera di litio in Alvernia è stato riconosciuto di “grande interesse nazionale” da un decreto pubblicato sul Journal officiel di domenica 7 luglio 2024. Il progetto, situato a Echassières nel dipartimento di Allier e guidato dal gruppo Imerys, è uno dei più grandi progetti di miniera di litio in Europa. Questo riconoscimento consentirà di accelerare le procedure di localizzazione, fondamentali per soddisfare le crescenti esigenze della transizione energetica.

 

Un passo verso l’indipendenza dal litio per la Francia

La Francia ha messo in atto una strategia volta a ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di litio, in particolare dalla Cina. Il litio è un elemento chiave nella produzione di batterie per le auto elettriche, la cui vendita di versioni con motore a combustione sarà vietata nell’Unione Europea a partire dal 2035. Il progetto Emili, avviato da Imerys, mira a produrre, a partire dal 2028, una quantità di litio sufficiente ad alimentare le batterie di oltre 700.000 veicoli per un periodo di venticinque anni.

 

Dibattito pubblico e creazione di posti di lavoro

A marzo è stato avviato un dibattito pubblico sull’impatto ambientale e socio-economico del progetto, che si concluderà il 31 luglio sotto l’egida della Commission nationale du débat public (CNDP). Il progetto sta suscitando speranze e preoccupazioni tra i residenti locali. Secondo Imerys, la miniera, descritta come “il più grande progetto minerario in Francia continentale da oltre mezzo secolo”, potrebbe generare 500 posti di lavoro diretti e 1.000 indiretti.

 

Quadro giuridico e importanza della transizione energetica

Lo status di “progetto di grande interesse nazionale” è stato introdotto dalla legge sull’industria verde dell’ottobre 2023. Esso consente ai progetti industriali essenziali per la transizione ecologica o per la sovranità nazionale di beneficiare di misure di accelerazione o di esenzioni amministrative. Questo status è stato recentemente concesso anche ad altri grandi progetti, tra cui un impianto di riciclaggio di plastiche molecolari in Seine-Maritime, un sito di produzione di minerale di ferro ridotto e idrogeno a Fos-sur-Mer e un mega-impianto di pannelli fotovoltaici a Marsiglia.

 

Il contesto globale del litio

Nel 2022, il 47% del litio mondiale proverrà dall’Australia, il 30% dal Cile e il 15% dalla Cina. In Europa, solo il Portogallo produce litio, pari allo 0,5% della produzione globale. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha espresso preoccupazione per le tensioni sull’approvvigionamento di minerali essenziali per la transizione energetica e ha incoraggiato un aumento degli investimenti nel settore minerario per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C entro la fine del secolo.

In conclusione, questo progetto di miniera di litio in Alvernia rappresenta un elemento cruciale nella strategia della Francia per raggiungere una maggiore indipendenza in termini di litio, essenziale per la transizione energetica. Essendo stato riconosciuto di “grande interesse nazionale”, il progetto beneficerà di procedure accelerate, pur sollevando importanti questioni sull’impatto ambientale e socio-economico locale.

 

Fonte: Legifrance

 

Roma Fiumicino nominato miglior aeroporto d’Europa del 2023

Roma Fiumicino nominato miglior aeroporto d’Europa del 2023

L’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino è stato riconosciuto come il miglior aeroporto d’Europa nella categoria degli aeroporti con oltre 40 milioni di passeggeri. Il prestigioso premio “Best Airport 2023” è stato assegnato dall’Airport Council International (ACI), un’associazione internazionale che rappresenta i principali aeroporti del mondo.

Questo riconoscimento si aggiunge alle 5 stelle Skytrax ottenute a gennaio 2023 per l’eccellenza operativa e la qualità dei servizi offerti ai passeggeri. I criteri di valutazione del Best Airport 2023 hanno posto particolare enfasi sulla resilienza operativa e la sostenibilità nel contesto di ripresa dal Covid-19.

Aeroporti di Roma (ADR) è fortemente impegnata nel ridurre l’impronta ambientale dei propri aeroporti, con l’obiettivo di raggiungere le emissioni nette zero entro il 2030, venti anni prima rispetto alle tempistiche stabilite a livello europeo. ADR ha avviato il “Patto per la decarbonizzazione del trasporto aereo” e promuove un osservatorio per accelerare gli obiettivi di sostenibilità del settore. Inoltre, ADR sta investendo nell’intermodalità con progetti treno+aereo, nell’uso del Sustainable Aviation Fuel (SAF) e nella produzione di energia rinnovabile, come il più grande impianto fotovoltaico in autoconsumo di un aeroporto europeo, posizionato parallelamente alla pista n. 3 del Leonardo da Vinci.

Innovazione e digitalizzazione sono pilastri della strategia di Aeroporti di Roma. L’aeroporto ospita un Innovation Hub dedicato alle start-up, ha lanciato la seconda call4ideas, costituito la società di Corporate Venture Capital “ADR Ventures” e sviluppato servizi di urban air mobility, con l’inizio dei primi collegamenti dei velivoli elettrici a decollo verticale tra l’aeroporto e Roma previsto per il 2024.

L’annuncio del premio è stato dato dall’Amministratore Delegato di Aeroporti di Roma, Marco Troncone, alla presenza di oltre 500 tra passeggeri e personale, durante un evento speciale nell’area d’imbarco E, trasformata per l’occasione in una “Silent Disco” con DJ set in cuffia.

“Essere riconfermati miglior aeroporto europeo per la quinta volta è un risultato straordinario,” ha dichiarato Marco Troncone. “È la conferma dell’impegno che abbiamo preso come azienda nei confronti dei nostri passeggeri e di tutti i nostri stakeholder: realizzare l’aeroporto sostenibile del futuro, per continuare ad assicurare ancora maggiore sicurezza, comfort e servizi a valore aggiunto.”

Aeroporti di Roma si impegna a guardare al futuro con un uso intensivo di tecnologia e innovazione, valorizzando al contempo la storia e la bellezza di Roma e dell’Italia, per fare del Leonardo da Vinci uno specchio dell’eccellenza italiana.

Fonte: ADR

Preligens et Safran : Une fusion stratégique entre l’IA de défense et l’industrie aérospatiale

Preligens e Safran: una fusione strategica tra l’AI della Difesa e l’industria aerospaziale

L’annuncio dell’acquisizione della start-up francese Preligens da parte del colosso industriale Safran segna una svolta importante nel settore dell’intelligenza artificiale (AI) applicata alla difesa e all’aerospazio. Il 24 giugno Safran ha confermato di aver avviato trattative esclusive per l’acquisizione del 100% del capitale sociale di Preligens per 220 milioni di euro.

 

Un leader nell’IA per la difesa

Fondata nel 2016, Preligens si è rapidamente affermata come attore chiave nell’analisi delle immagini satellitari per scopi militari grazie alle sue soluzioni basate sull’AI. La tecnologia di Preligens è in grado di analizzare immagini ad alta risoluzione, Full Motion Video (FMV) e segnali acustici, fornendo il rilevamento e l’identificazione automatica di oggetti di interesse militare. Queste capacità sono fondamentali per operazioni come la ricognizione di veicoli nemici in zone di conflitto o il rilevamento di movimenti sospetti su infrastrutture strategiche.

 

Un mercato in rapida crescita

Questa acquisizione si inserisce in un contesto di crescita globale dei bilanci militari, che aumenta la domanda di tecnologie avanzate di analisi dei dati. Nel 2023, Preligens ha generato un fatturato di 28 milioni di euro, impiegando 220 persone, la maggior parte delle quali ingegneri dedicati alla ricerca e allo sviluppo. Nonostante le perdite di 4 milioni di euro e i recenti aggiustamenti del personale, l’azienda prevedeva di diventare redditizia nel 2024.

 

Sinergie con Safran

Per Safran, questa acquisizione rappresenta un’opportunità per rafforzare le proprie capacità nel settore della difesa e dell’aerospazio, integrando tecnologie AI all’avanguardia. Safran, che ha un fatturato di 23,2 miliardi di euro nel 2023, spera anche di utilizzare le competenze di Preligens per migliorare la qualità e la sicurezza dei voli attraverso metodi di ispezione digitale avanzati. Olivier Andriès, CEO di Safran, ha sottolineato l’importanza dell’acquisizione per accelerare la trasformazione digitale di Safran, in particolare nell’ambito dell’Industria 4.0.

 

Espansione negli Stati Uniti

Jean-Yves Courtois, presidente di Preligens, vede questa partnership come una grande opportunità per rafforzare le attività della start-up negli Stati Uniti, dove Safran è già ben radicata con 10.000 dipendenti nei settori civile e militare. “Siamo entusiasti di definire insieme applicazioni innovative basate sull’intelligenza artificiale e di essere all’avanguardia nelle tecnologie AI per l’Industria 4.0”, ha dichiarato.

 

Sfide e opportunità per la tecnologia europea

L’accordo mette in evidenza le sfide che le start-up tecnologiche europee devono affrontare, in particolare quando si tratta di finanziamenti. I fondi di investimento europei spesso faticano a sostenere le grandi raccolte di fondi necessarie per la crescita di queste aziende, soprattutto in settori strategici come la difesa, dove il ricorso ai fondi americani è limitato per motivi di sovranità. In risposta, Bruxelles sta valutando la possibilità di unificare i mercati dei capitali europei, mentre in Francia il Presidente Emmanuel Macron ha annunciato un fondo specifico.

Il completamento della transazione, previsto per il terzo trimestre del 2024, è soggetto alle approvazioni normative e alla consultazione dei rappresentanti dei lavoratori. Questa combinazione tra Preligens e Safran promette di rafforzare la posizione di entrambe le aziende nel mercato globale dell’IA e della difesa, aprendo al contempo nuove opportunità di crescita e innovazione.

 

Fonte: Safran Group

Cdp aderisce a Open-es per migliorare la sostenibilità delle imprese italiane

Cdp aderisce a Open-es per migliorare la sostenibilità delle imprese italiane

Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha annunciato la sua adesione a Open-es, un’iniziativa di sistema volta a promuovere la competitività e la sostenibilità delle imprese attraverso una piattaforma digitale aperta e gratuita. Con questo passo, CDP diventa la ventiseiesima grande realtà italiana a sostenere l’iniziativa lanciata da Eni all’inizio del 2021.

Open-es è nata con la missione di unire le principali realtà industriali, finanziarie e istituzionali per supportare le imprese nella misurazione e nel miglioramento delle loro prestazioni ambientali, sociali e di governance (ESG). La piattaforma, che ora conta oltre 20.000 aziende da 65 settori industriali, offre strumenti concreti per semplificare il percorso verso la sostenibilità, convergendo verso modelli comuni e in linea con normative e standard di riferimento.

L’ingresso di CDP in Open-es rappresenta un ulteriore impegno verso la promozione della sostenibilità. Questo passo è in linea con il Piano Strategico 2022-2024 di CDP, che mira a includere i criteri ESG non solo nelle scelte di business ma anche nella selezione dei fornitori. A fine 2023, circa il 70% degli acquisti di CDP proveniva da fornitori con certificazioni ambientali e oltre l’88% da aziende con certificazioni sociali e di governance. Questo risultato è stato supportato dall’approvazione di una politica generale sul Responsible Procurement e un codice di condotta specifico per i fornitori nel settembre 2023.

L’adesione a Open-es faciliterà il coinvolgimento dei fornitori di CDP nel percorso verso la sostenibilità, e questo è cruciale anche per il raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica entro il 2050. A giugno 2023, CDP si è impegnata a ridurre del 30% l’intensità emissiva del proprio portafoglio entro il 2030 rispetto al 2022, registrando già una diminuzione del 7% dell’intensità emissiva complessiva.

Grazie a questa partnership strategica, CDP potrà migliorare ulteriormente il monitoraggio della sostenibilità dei propri stakeholder, rafforzando il suo ruolo guida nello sviluppo economico e sociale del Paese. Questo contribuirà anche al raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

In conclusione, l’ingresso di CDP in Open-es segna un passo significativo verso la creazione di catene del valore moderne, resilienti e sostenibili. Questo impegno non solo migliora la competitività delle imprese italiane ma promuove anche una crescita economica in linea con i più alti standard di sostenibilità globale.

Data center spaziali: Thales Alenia Space annuncia risultati promettenti dello studio di fattibilità ASCEND

Data center spaziali: Thales Alenia Space annuncia risultati promettenti dello studio di fattibilità ASCEND

Thales Alenia Space, una joint venture Thales (67%) e Leonardo (33%), annuncia i promettenti risultati dello studio di fattibilità ASCEND (Advanced Space Cloud for European Net zero emission and Data sovereignty). Questa iniziativa, lanciata nel 2023 e finanziata dalla Commissione europea nell’ambito del programma Horizon Europe, aveva l’obiettivo di studiare la fattibilità dell’installazione di data center in orbita per contribuire alla realizzazione degli obiettivi di neutralità carbonica del Green Deal entro il 2050 e trasformare l’ecosistema spaziale e digitale europeo.

Nell’ambito dello studio, Thales Alenia Space ha riunito un consorzio europeo di imprese con aree di competenza complementari che vanno dall’ambiente (Carbone 4, VITO), al cloud (Orange Business, CloudFerro, Hewlett Packard Enterprise), ai lanciatori (ArianeGroup) e ai sistemi orbitali (il Centro di ricerca spaziale tedesco DLR, Airbus Defence and Space e Thales Alenia Space).

Un progetto alla portata dell’Europa

Lo studio di fattibilità ASCEND ha confrontato gli impatti ambientali dei data center orbitali a quelli dei loro omologhi terrestri. Ha inoltre convalidato la fattibilità tecnologica del loro sviluppo, implementazione e operabilità in orbita. Nell’ottica di una notevole riduzione della produzione di CO2 legata allo stoccaggio e all’elaborazione dei dati digitali, si stima, in base ai risultati dello studio, che queste infrastrutture spaziali necessiterebbero lo sviluppo di un lanciatore dieci volte meno emissivo. Inoltre, il consumo d’acqua necessario al raffreddamento sarebbe eliminato dal processo, un vantaggio importante in un contesto di periodi di siccità sempre più frequenti.

Lo scopo dello studio ASCEND era quello di confrontare l’impatto ambientale dei centri dati basati nello spazio e sulla Terra. Lo scopo era anche quello di convalidare la fattibilità tecnologica dello sviluppo, del dispiegamento e del funzionamento di tali centri in orbita. Per ridurre in modo significativo le emissioni di CO2 generate dall’elaborazione e dall’archiviazione del digitale, i risultati dello studio stimano che tali infrastrutture spaziali richiederebbero lo sviluppo di un lanciatore dieci volte meno emissivo durante il suo intero ciclo di vita. Inoltre, i centri dati spaziali non avrebbero bisogno di acqua per essere raffreddati, un vantaggio fondamentale in tempi di crescente siccità.

Un minore impatto energetico e ambientale dei data center permetterebbe di considerare ingenti investimenti nell’ambito del Green Deal europeo e potrebbe giustificare lo sviluppo di un lanciatore ad alta capacità, riutilizzabile e progettato in modo sostenibile. Grazie al contributo di ArianeGroup e alle analisi risultanti dallo studio di fattibilità PROTEIN dell’ESA, ASCEND ha convalidato la fattibilità dello sviluppo di un lanciatore di questo tipo, in grado di assicurare i molteplici lanci necessari all’implementazione del progetto con un’impronta di carbonio ridotta al minimo. Le infrastrutture spaziali modulari sarebbero assemblate in orbita grazie alle tecnologiche robotiche oggetto del programma della Commissione europea, condotto da Thales Alenia Space, la cui prima dimostrazione è prevista entro il 2026. L’Europa potrebbe così ritrovare la sua posizione di leader in materia di trasporto, logistica spaziale e assemblaggio di grandi infrastrutture in orbita.

Verso una sovranità digitale europea

Il progetto ASCEND potrebbe contribuire alla sovranità digitale dell’Europa, riducendo l’impronta ambientale del settore digitale e assicurando al tempo stesso la sicurezza dei dati per i cittadini e le imprese europee. Si stima che nel 2030 i data center dovranno avere una capacità di 23 GW per rispondere alle necessità del mercato. ASCEND si prefigge l’implementazione di 1 GW prima del 2050. Inoltre, i risultati dello studio mostrano che il progetto è economicamente vantaggioso, con un potenziale ritorno sull’investimento di diverse centinaia di miliardi di euro entro il 2050.

“I risultati dello studio ASCEND confermano che l’implementazione di data center nello spazio potrebbe trasformare il paesaggio digitale europeo offrendo una soluzione più ecologica e autonoma per lo stoccaggio e l’elaborazione dei dati. Siamo fieri di contribuire a un’iniziativa che sostiene gli obiettivi europei di neutralità carbonica e rafforza la sovranità tecnologica dell’Europa” ha dichiarato Christophe Valorge, direttore tecnico di Thales Alenia Space.

Thales Alenia Space e i suoi partner prevedono di proseguire le attività sullo studio di fattibilità ASCEND in modo da consolidarne e ottimizzarne i risultati. In parallelo, un cambiamento di paradigma nel settore spaziale è necessario per raggiungere gli obiettivi di questo progetto basato su tecnologie decisamente accessibili per l’Europa.

Fonte: ThalesGroup

Fincantieri lancia il programma ‘Maestri del Mare’ per affrontare la carenza di manodopera specializzata

Fincantieri lancia il programma ‘Maestri del Mare’ per affrontare la carenza di manodopera specializzata

Fincantieri, in collaborazione con il consorzio ELIS, ha inaugurato il progetto l’8 Febbraio 2024 “Maestri del Mare”, un’iniziativa mirata a risolvere la crescente carenza di manodopera specializzata nei cantieri navali italiani. Il programma, presentato ufficialmente a Roma, si distingue per un percorso di formazione retribuito e assunzioni dirette, puntando a trasformare il settore della costruzione navale.

Un investimento nella conoscenza tecnica

“Maestri del Mare” rappresenta un significativo investimento nella conoscenza tecnica e nel “Made in Italy” dell’ingegno, come sottolineato dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fincantieri, Pierroberto Folgiero. Il progetto offre una formazione retribuita con un’indennità di 1.000 euro al mese, volta all’inserimento diretto dei partecipanti nei cantieri del Nord, Centro e Sud Italia. L’obiettivo è formare non solo manodopera qualificata, ma anche professionisti in grado di operare con nuove tecnologie e alti standard di eccellenza.

Formazione e assunzioni dirette

Il programma prevede l’assunzione di 90 persone entro l’estate del 2024, selezionate tra oltre 17mila candidature ricevute. I primi due corsi di formazione, avviati a febbraio, coinvolgono “Addetti ai controlli dimensionali” e “Addetti alla conduzione degli impianti navali”. Nei mesi successivi, ulteriori corsi formeranno “Operatori navali” e “Gruisti/Imbragatori”, ampliando il numero di professionisti pronti a essere inseriti nel settore.

Un successo di partecipazione

L’iniziativa ha suscitato un notevole interesse, con migliaia di giovani candidati che hanno visto in Fincantieri un’opportunità di carriera stabile e ben remunerata. Folgiero ha commentato con soddisfazione: “Significa che se offri lavoro buono e ben remunerato, i lavoratori si trovano.”

L’obiettivo del progetto

Il programma mira a colmare il gap di manodopera specializzata, cercando risorse sia tra i giovani diplomati che tra i disoccupati presenti sul territorio nazionale. Inoltre, include un modello formativo residenziale, volto a sviluppare competenze organizzative e relazionali, come il lavoro di squadra e l’orientamento agli obiettivi.

Dichiarazioni dei protagonisti

Pietro Cum, Amministratore Delegato di ELIS, ha enfatizzato l’importanza della collaborazione tra mondo della formazione e del lavoro: “Maestri del Mare parte dal fabbisogno di profili professionali di una grande azienda italiana e crea opportunità per i giovani.”

All’evento di lancio hanno partecipato anche Luciano Sale, Direttore Human Resources and Real Estate, Luigi Matarazzo, Direttore Generale della Divisione Navi Mercantili, Enzo De Fusco, Consulente del lavoro e docente universitario, e Maurizio Millico, Senior Strategy & Business Development Italy di Indeed, sottolineando l’importanza strategica del progetto per l’intero settore industriale italiano.

In conclusione, “Maestri del Mare” di Fincantieri si pone come una risposta concreta alla carenza di manodopera specializzata nei cantieri navali, promuovendo un modello di formazione e assunzione che valorizza le competenze tecniche e le opportunità di carriera nel settore. Con l’obiettivo di attrarre giovani talenti e riqualificare la forza lavoro, Fincantieri si impegna a guidare il futuro industriale del paese attraverso l’eccellenza e l’innovazione.

Fonte: Fincantieri

Unione Italiana Food: L’export del 2023 supera i 21 miliardi di Euro

Unione Italiana Food: L’export del 2023 supera i 21 miliardi di Euro

Unione Italiana Food continua a rappresentare un pilastro fondamentale per l’economia italiana. Nel 2023, l’export delle aziende associate ha superato i 21 miliardi di euro, dimostrando la forza e la resilienza del settore agroalimentare italiano anche in un contesto globale sfidante.

Supporto all’agricoltura italiana

Sette prodotti agricoli nazionali su dieci vengono acquistati e trasformati dalle aziende associate a Unione Italiana Food. L’associazione, che conta 530 aziende e impiega circa 100.000 persone, si impegna a sostenere l’agricoltura italiana, acquistando il 100% della materia prima italiana disponibile, ove possibile. Questo supporto si riflette nei 20 settori merceologici rappresentati e nei 900 marchi simbolo del made in Italy, tra cui pasta, dolci, gelato, cioccolato, caffè, pomodori da industria, surgelati, sottoli, sottaceti, verdure e minestre pronte.

Crescita e investimenti nel 2023

Nonostante l’inflazione e il rincaro delle materie prime, il settore ha continuato a crescere, registrando un fatturato di 56 miliardi di euro, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente. Gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno raggiunto i 3 miliardi di euro, concentrandosi sull’innovazione, la sostenibilità e la risposta alle esigenze dei consumatori.

Prodotti performanti e innovazione

I prodotti più performanti del 2023 includono conserve di frutta, pomodori e funghi, zuppe e minestre, salse e sughi pronti, preparati per la panificazione e pasta gluten free, con un incremento medio del 13% a valore. Il settore dolciario si conferma leader con un valore di 18 miliardi di euro, seguito da pasta (8,1 miliardi), surgelati (5,8 miliardi) e prodotti vegetali (5 miliardi). L’Unione Italiana Food rappresenta un perfetto equilibrio tra identità e innovazione. I prodotti tradizionali costituiscono il 50% del fatturato, mentre i prodotti evoluti, come caffè in cialde e piatti pronti, rappresentano il 30%. I prodotti innovativi, che includono cibi light, integratori alimentari e prodotti specifici per celiaci e diabetici, pesano per il 20%.

Export e successo internazionale

L’export è un pilastro strategico per Unione Italiana Food: quattro prodotti alimentari italiani su dieci consumati nel mondo provengono dalle aziende associate. Con un valore di 21 miliardi di euro, le esportazioni rappresentano il 38% del fatturato 2023, superando la media dell’industria alimentare italiana del 27%. I comparti più performanti all’estero sono stati il dolciario (+9%), i prodotti vegetali (+8%) e il caffè (+6%).

Collaborazioni strategiche e futuro con l’Intelligenza Artificiale

Unione Italiana Food ha avviato collaborazioni strategiche con istituzioni accademiche e enti di ricerca per promuovere la sostenibilità e l’innovazione. Il primo Agrifood Talent Camp ha messo in contatto giovani talenti con le principali aziende alimentari italiane, mentre partnership con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e l’EIIS mirano a sviluppare politiche sostenibili per l’industria alimentare. Guardando al futuro, l’AI generativa offre numerose applicazioni nel settore alimentare, dalla personalizzazione dei consigli nutrizionali alla tracciabilità della filiera con la Blockchain, fino alla gestione logistica e lo sviluppo di nuovi prodotti. Unione Italiana Food sta già integrando queste tecnologie per mantenere la competitività e rispondere alle nuove sfide del mercato globale. In conclusione, Unione Italiana Food non solo sostiene l’agricoltura italiana e il Made in Italy, ma rappresenta anche un modello di successo e innovazione nel panorama agroalimentare internazionale. Con una visione rivolta al futuro e investimenti continui in ricerca e sviluppo, l’associazione si prepara ad affrontare nuove sfide, promuovendo prodotti di alta qualità, sostenibili e accessibili a livello globale.

Data4 annuncia un piano di espansione da 2 miliardi di euro per rafforzare l’infrastruttura digitale in Italia

Data4 annuncia un piano di espansione da 2 miliardi di euro per rafforzare l’infrastruttura digitale in Italia

Il colosso francese dei data center, Data4, ha annunciato un ambizioso piano di espansione in Italia con un investimento di 2 miliardi di euro. Questo progetto fa parte di un più ampio piano europeo da 7 miliardi di euro e mira a sviluppare campus data center tra i più potenti e sostenibili del continente. Il piano è stato presentato ufficialmente il 19 giugno 2024, alla presenza di importanti figure istituzionali, tra cui l’Ambasciatore francese Martin Briens e l’Assessore all’Università, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia, Alessandro Fermi.

Data4, controllato da Brookfield Infrastructure dal 2023, ha pianificato di investire 2 miliardi di euro in Italia per modernizzare e sviluppare i campus digitali di Cornaredo e Vittuone, situati alle porte di Milano. Questi campus ospiteranno complessivamente 18 data center distribuiti su 28 ettari di terreno, con una capacità totale di circa 300 MW.

Già nell’ottobre 2023, Data4 aveva annunciato l’intenzione di utilizzare parte dei 2,2 miliardi di euro ottenuti da un maxi-finanziamento da parte di BNP Paribas, Natixis, ABN Amro e Deutsche Bank per finanziare questi progetti in Italia. Questo segue un precedente investimento di 200 milioni di euro in data center italiani annunciato nel maggio 2020, come parte di un piano quinquennale da 650 milioni di euro.

Il focus principale del nuovo investimento sarà il campus di Cornaredo, che verrà ulteriormente sviluppato, e il nuovo campus MIL02 di Vittuone, il cui sviluppo da oltre 500 milioni di euro inizierà nel 2025. Questi campus saranno equipaggiati con infrastrutture all’avanguardia e saranno pronti per supportare l’intelligenza artificiale (AI). Il sito di Cornaredo si estenderà su 22 ettari, mentre il nuovo campus di Vittuone occuperà 7,7 ettari.

Durante l’evento di presentazione, Olivier Micheli, Presidente e CEO del Gruppo Data4, ha sottolineato l’importanza strategica di Milano come polo per l’attrazione di capitali esteri e la rilevanza dei rapporti bilaterali tra Francia e Italia per la crescita economica. Micheli ha anche inaugurato il nuovo data center DC09 e ha presentato il masterplan del campus MIL02.

Micheli ha dichiarato: “I data center di domani saranno infrastrutture ad alta capacità di potenza e calcolo, che fungeranno da veri e propri abilitatori per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale nei Paesi in cui operiamo.”

Layla Pavone, coordinatrice del Board per l’Innovazione tecnologica e la trasformazione digitale del Comune di Milano, ha aggiunto che i data center sono cruciali per la gestione dei dati della pubblica amministrazione, migliorando la sicurezza, l’efficienza e l’accessibilità delle informazioni essenziali.

Oltre all’espansione tecnologica, Data4 investirà 4 milioni di euro per la riqualifica della storica “Villa Castelletto” a Cornaredo, in linea con il programma di sostenibilità a lungo termine del gruppo. Questo investimento non solo contribuirà a preservare il patrimonio culturale locale, ma dimostra anche l’approccio olistico di Data4 verso lo sviluppo sostenibile.

Entro il 2030, Data4 prevede di triplicare il numero di data center in Italia, portando la capacità installata a circa 1,3 GW, con il 30-35% di questa capacità dedicata all’intelligenza artificiale. Questo piano ambizioso posizionerà Data4 come leader nel mercato europeo dei data center, rafforzando al contempo la sua leadership in Italia.

L’Ambasciatore francese Martin Briens ha elogiato l’investimento come un segnale della qualità delle relazioni italo-francesi e ha sottolineato l’importanza strategica del campus Data4 Milano come hub tra il Mediterraneo e l’Europa.

Il piano di espansione di Data4 rappresenta un importante passo avanti per l’Italia nel campo della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica. Con l’investimento di 2 miliardi di euro, il gruppo francese non solo migliorerà l’infrastruttura digitale del paese, ma contribuirà anche allo sviluppo economico e alla sostenibilità ambientale, consolidando la sua posizione di leader nel mercato europeo dei data center.

Investimenti record per la transizione energetica: 1,7 miliardi per il futuro green dell’Italia

Investimenti record per la transizione energetica: 1,7 miliardi per il futuro green dell’Italia

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha annunciato un’importante iniziativa volta a sostenere la transizione energetica del paese. Con un decreto emesso il 19 giugno 2024, il Ministero ha delineato le modalità di accesso ai contratti di sviluppo “Net Zero, Rinnovabili e Batterie”, finanziati con oltre 1,7 miliardi di euro provenienti dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il decreto prevede uno stanziamento di circa 1,739 miliardi di euro per agevolare la transizione energetica, con una quota minima del 40% riservata ai progetti da realizzare nelle regioni del Sud Italia: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Questo finanziamento è stato reso possibile grazie al via libera dell’Unione Europea, che a marzo ha approvato il quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato.

Le risorse saranno distribuite principalmente in due settori chiave:

  • Tecnologie Fotovoltaiche ed Eoliche: almeno 308,6 milioni di euro saranno destinati allo sviluppo di queste tecnologie.
  • Batterie: non meno di 205,1 milioni di euro saranno riservati ai programmi riguardanti la produzione e l’innovazione nel campo delle batterie.

Gli obiettivi del programma

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato l’importanza di questa misura straordinaria per sostenere la trasformazione delle imprese italiane nella duplice transizione digitale e green. “Con questa straordinaria misura sosteniamo concretamente la trasformazione delle nostre imprese nell’affrontare e vincere la sfida della duplice transizione, digitale e green. Uno stanziamento significativo, che si aggiunge alle risorse previste per Transizione 5.0, che accompagnerà il nostro sistema produttivo verso un’economia più sostenibile, favorendo l’innovazione, la competitività e la creazione di valore,” ha dichiarato Urso.

I programmi di sviluppo finanziati dal decreto devono riguardare progetti di sviluppo industriale o per la tutela ambientale, inclusi eventuali progetti di ricerca, sviluppo e innovazione. Tra le tecnologie supportate figurano:

  • Batterie
  • Pannelli solari
  • Turbine eoliche
  • Pompe di calore
  • Elettrolizzatori
  • Dispositivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS)

Le imprese interessate potranno presentare le loro istanze allo Sportello Invitalia, gestore della misura per conto del Ministero, a partire dalle ore 12.00 del 27 giugno 2024. La piattaforma sarà aperta sia a nuove domande di Contratto di sviluppo sia a domande già presentate all’Agenzia, il cui iter agevolativo era stato sospeso per mancanza di risorse finanziarie.

Il decreto rappresenta un passo fondamentale per sostenere la competitività e l’innovazione delle imprese italiane nel contesto della transizione energetica e digitale. Grazie a questi fondi, il sistema produttivo nazionale potrà sviluppare nuove tecnologie sostenibili, migliorare le catene di produzione e contribuire in modo significativo agli obiettivi climatici ed energetici dell’Italia.

Fonte: Mimit

Decreto Transizione 5.0: Nuovi incentivi per digitalizzazione e sostenibilità energetica delle imprese

Decreto Transizione 5.0: Nuovi incentivi per digitalizzazione e sostenibilità energetica delle imprese

Il Decreto Transizione 5.0, approvato dal Consiglio dei Ministri a febbraio, introduce un piano di investimenti per la digitalizzazione e la transizione green delle imprese, con un budget di circa 13 miliardi di euro, finanziati dalla Legge di Bilancio e dal PNRR. Il piano, proposto dal ministro Adolfo Urso, mira a incentivare l’innovazione e l’efficienza energetica attraverso crediti d’imposta automatici, senza discriminazioni basate su dimensioni, settore o localizzazione delle imprese.

Gli investimenti ammissibili includono beni materiali e immateriali che comportino una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% (o 5% per processi specifici). Sono finanziati anche i nuovi beni strumentali per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (esclusa la biomassa) e la formazione del personale per competenze digitali ed energetiche. Le agevolazioni si applicano ai progetti avviati tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025, con possibilità di compensazione del credito d’imposta tramite il modello F24 e rate annuali per eccedenze.

Il decreto limita l’accesso ai finanziamenti a un progetto per volta e esclude le società in liquidazione volontaria o soggette a sanzioni interdittive, ma include quelle nell’ETS per la transizione dai combustibili fossili. Per il fotovoltaico, gli impianti devono utilizzare moduli solari prodotti in Europa, con crediti d’imposta su importi pari al 120%-140% della spesa, e tetti massimi di 1.170 €/kW per impianti sotto i 20 kW. Anche l’eolico è incentivato con importi fino a 2.640 €/kW per impianti sotto i 20 kW.

Le agevolazioni sono accessibili con la semplice comunicazione di fine lavori entro dicembre 2025, con obbligo di connessione alla rete entro un anno. Per i sistemi di accumulo, le spese di acquisto e installazione sono agevolabili fino a 900 €/kWh. Il prossimo passo è la valutazione e approvazione del decreto da parte del MEF e del MASE.

Fonte: HDblog

Il Decreto Transizione 5.0, approvato dal Consiglio dei Ministri a febbraio, introduce un piano di investimenti per la digitalizzazione e la transizione green delle imprese, con un budget di circa 13 miliardi di euro, finanziati dalla Legge di Bilancio e dal PNRR. Il piano, proposto dal ministro Adolfo Urso, mira a incentivare l’innovazione e l’efficienza energetica attraverso crediti d’imposta automatici, senza discriminazioni basate su dimensioni, settore o localizzazione delle imprese.

Gli investimenti ammissibili includono beni materiali e immateriali che comportino una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% (o 5% per processi specifici). Sono finanziati anche i nuovi beni strumentali per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (esclusa la biomassa) e la formazione del personale per competenze digitali ed energetiche. Le agevolazioni si applicano ai progetti avviati tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025, con possibilità di compensazione del credito d’imposta tramite il modello F24 e rate annuali per eccedenze.

Il decreto limita l’accesso ai finanziamenti a un progetto per volta e esclude le società in liquidazione volontaria o soggette a sanzioni interdittive, ma include quelle nell’ETS per la transizione dai combustibili fossili. Per il fotovoltaico, gli impianti devono utilizzare moduli solari prodotti in Europa, con crediti d’imposta su importi pari al 120%-140% della spesa, e tetti massimi di 1.170 €/kW per impianti sotto i 20 kW. Anche l’eolico è incentivato con importi fino a 2.640 €/kW per impianti sotto i 20 kW.

Le agevolazioni sono accessibili con la semplice comunicazione di fine lavori entro dicembre 2025, con obbligo di connessione alla rete entro un anno. Per i sistemi di accumulo, le spese di acquisto e installazione sono agevolabili fino a 900 €/kWh. Il prossimo passo è la valutazione e approvazione del decreto da parte del MEF e del MASE.

Fonte: HDblog

Leonardo rivoluziona l’arsenale con nuovi sistemi d’arma e potenzia la business unit difesa

Leonardo rivoluziona l’arsenale con nuovi sistemi d’arma e potenzia la business unit difesa

Leonardo ha recentemente presentato nuovi sistemi d’arma e potenziato la capacità produttiva della sua business unit difesa, in risposta alle esigenze emerse dai recenti conflitti come la guerra in Ucraina e gli attacchi Houthi. Tra le innovazioni introdotte, spicca il sistema d’arma X-Gun da 30×173 mm, già adottato nel settore navale. Accanto a questo, Leonardo sta sviluppando altre armi come la Gatling da 20 mm e la Blaze 30 da 30×113 mm. Durante la presentazione presso lo stabilimento bresciano del gruppo, Leonardo ha illustrato come queste innovazioni riflettano la continua evoluzione della sua capacità produttiva, quest’anno al centenario del sito precedentemente noto come Breda Meccanica Bresciana.

Il nuovo X-Gun da 30×173 mm, progettato per applicazioni navali e terrestri, si distingue per l’alimentazione elettrica con doppio canale, l’assenza di restrizioni ITAR, e la capacità di sparare tutte le munizioni disponibili sul mercato, inclusa la nuova Multi Fragmentation – Air Burst Munition (MF-ABM). Questa munizione, in fase finale di sviluppo, è stata progettata per affrontare minacce aeree senza pilota (UAS). Leonardo ha già ottenuto contratti con la Marina Militare Italiana per l’installazione delle torrette Lionfish 30 equipaggiate con l’X-Gun sui nuovi pattugliatori d’altura, e con la Royal Canadian Navy per il programma Canadian Surface Combatant (CSC), che prevede la costruzione di quindici fregate di nuova generazione.

L’X-Gun è stato concepito nel 2017 e ha visto il suo primo prototipo nel 2018. Il sistema utilizza una camma a tamburo alimentata elettricamente, senza meccanismi a catena, che riduce al minimo le parti mobili e garantisce alta affidabilità e bassa manutenzione. Questo design innovativo è supportato da un motore brushless che gestisce tutte le operazioni dell’arma, dalla carica allo sparo e all’estrazione, con una cadenza di fuoco di 200 colpi al minuto. L’arma è stata progettata per essere compatibile sia con sistemi di alimentazione a nastro che senza nastro, con un elevato livello di comunanza dei ricambi tra le due configurazioni.

Leonardo prevede che l’X-Gun raggiungerà la piena produzione nel 2025, con consegne a partire dal 2024. La produzione delle componenti principali avviene negli stabilimenti di La Spezia e Brescia, con una catena di fornitura ottimizzata a livello nazionale per supportare un aumento previsto degli ordini.

Parallelamente all’X-Gun, Leonardo ha sviluppato il Blaze 30 da 30×113 mm e il Gatling da 20 mm, utilizzando tecnologie e soluzioni innovative già sperimentate con l’X-Gun. Il Blaze 30, più leggero e compatto, è progettato per sostituire le mitragliatrici pesanti da 12.7 mm sulle torrette Lionfish, offrendo una maggiore potenza di fuoco e capacità anti-UAS grazie al nuovo munizionamento ABM.

La nuova torretta navale Lionfish 30 completa la gamma di torrette leggere di Leonardo, caratterizzata da un design compatto e non penetrante, completamente stabilizzata in elevazione e azimut, con un sistema di puntamento avanzato e una suite sensoristica integrata. Leonardo sta anche sviluppando la torretta terrestre HITFIST 30 UL, destinata a veicoli blindati, che presenta caratteristiche avanzate come la capacità di elevazione ampliata per il contrasto ai droni.

In sintesi, Leonardo ha rafforzato la sua posizione nel mercato dei sistemi d’arma di piccolo e medio calibro, introducendo soluzioni innovative e ad alte prestazioni che rispondono alle moderne esigenze di difesa, sia a livello navale che terrestre, e ampliando significativamente le sue capacità produttive per affrontare future sfide globali.

Fonte: AnalisiDifesa

Leonardo ha recentemente presentato nuovi sistemi d’arma e potenziato la capacità produttiva della sua business unit difesa, in risposta alle esigenze emerse dai recenti conflitti come la guerra in Ucraina e gli attacchi Houthi. Tra le innovazioni introdotte, spicca il sistema d’arma X-Gun da 30×173 mm, già adottato nel settore navale. Accanto a questo, Leonardo sta sviluppando altre armi come la Gatling da 20 mm e la Blaze 30 da 30×113 mm. Durante la presentazione presso lo stabilimento bresciano del gruppo, Leonardo ha illustrato come queste innovazioni riflettano la continua evoluzione della sua capacità produttiva, quest’anno al centenario del sito precedentemente noto come Breda Meccanica Bresciana.

Il nuovo X-Gun da 30×173 mm, progettato per applicazioni navali e terrestri, si distingue per l’alimentazione elettrica con doppio canale, l’assenza di restrizioni ITAR, e la capacità di sparare tutte le munizioni disponibili sul mercato, inclusa la nuova Multi Fragmentation – Air Burst Munition (MF-ABM). Questa munizione, in fase finale di sviluppo, è stata progettata per affrontare minacce aeree senza pilota (UAS). Leonardo ha già ottenuto contratti con la Marina Militare Italiana per l’installazione delle torrette Lionfish 30 equipaggiate con l’X-Gun sui nuovi pattugliatori d’altura, e con la Royal Canadian Navy per il programma Canadian Surface Combatant (CSC), che prevede la costruzione di quindici fregate di nuova generazione.

L’X-Gun è stato concepito nel 2017 e ha visto il suo primo prototipo nel 2018. Il sistema utilizza una camma a tamburo alimentata elettricamente, senza meccanismi a catena, che riduce al minimo le parti mobili e garantisce alta affidabilità e bassa manutenzione. Questo design innovativo è supportato da un motore brushless che gestisce tutte le operazioni dell’arma, dalla carica allo sparo e all’estrazione, con una cadenza di fuoco di 200 colpi al minuto. L’arma è stata progettata per essere compatibile sia con sistemi di alimentazione a nastro che senza nastro, con un elevato livello di comunanza dei ricambi tra le due configurazioni.

Leonardo prevede che l’X-Gun raggiungerà la piena produzione nel 2025, con consegne a partire dal 2024. La produzione delle componenti principali avviene negli stabilimenti di La Spezia e Brescia, con una catena di fornitura ottimizzata a livello nazionale per supportare un aumento previsto degli ordini.

Parallelamente all’X-Gun, Leonardo ha sviluppato il Blaze 30 da 30×113 mm e il Gatling da 20 mm, utilizzando tecnologie e soluzioni innovative già sperimentate con l’X-Gun. Il Blaze 30, più leggero e compatto, è progettato per sostituire le mitragliatrici pesanti da 12.7 mm sulle torrette Lionfish, offrendo una maggiore potenza di fuoco e capacità anti-UAS grazie al nuovo munizionamento ABM.

La nuova torretta navale Lionfish 30 completa la gamma di torrette leggere di Leonardo, caratterizzata da un design compatto e non penetrante, completamente stabilizzata in elevazione e azimut, con un sistema di puntamento avanzato e una suite sensoristica integrata. Leonardo sta anche sviluppando la torretta terrestre HITFIST 30 UL, destinata a veicoli blindati, che presenta caratteristiche avanzate come la capacità di elevazione ampliata per il contrasto ai droni.

In sintesi, Leonardo ha rafforzato la sua posizione nel mercato dei sistemi d’arma di piccolo e medio calibro, introducendo soluzioni innovative e ad alte prestazioni che rispondono alle moderne esigenze di difesa, sia a livello navale che terrestre, e ampliando significativamente le sue capacità produttive per affrontare future sfide globali.

Fonte: AnalisiDifesa

STMicroelectronics e l’innovazione europea: 2 miliardi per il nuovo impianto di chip a Catania

STMicroelectronics e l’innovazione europea: 2 miliardi per il nuovo impianto di chip a Catania

La Commissione europea ha recentemente approvato una misura di aiuto di Stato dell’Italia per un valore di 2 miliardi di euro destinata a supportare STMicroelectronics nella costruzione di un nuovo impianto di fabbricazione di chip in carburo di silicio a Catania. Questa iniziativa è stata valutata alla luce delle norme dell’UE sugli aiuti di Stato, specificamente per facilitare lo sviluppo di attività economiche strategiche come la produzione di semiconduttori avanzati in Europa.

Il progetto, denominato Catania Campus, prevede un investimento totale di 5 miliardi di euro, di cui 2 miliardi saranno forniti sotto forma di sovvenzione diretta da parte dello Stato italiano. Questo impianto integrato coprirà tutte le fasi di produzione dei chip in carburo di silicio, dai wafer base fino ai dispositivi finiti come transistor di potenza e moduli di potenza. La tecnologia impiegata, basata su wafer da 200 mm di diametro, mira a migliorare l’efficienza e la performance di dispositivi utilizzati in settori cruciali come veicoli elettrici, stazioni di ricarica rapida e energie rinnovabili.

L’approvazione della Commissione si basa su diversi fattori chiave. Prima di tutto, il progetto è visto come un’opportunità per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento di semiconduttori in Europa, riducendo la dipendenza dalle importazioni e contribuendo alla transizione digitale e verde.

Inoltre, si prevede che il Catania Campus abbia un impatto positivo sull’ecosistema europeo dei semiconduttori, promuovendo la ricerca e lo sviluppo nel settore e collaborazioni con istituti accademici e fornitori locali.

STMicroelectronics si è impegnata a garantire che il progetto non solo beneficerà l’Italia ma avrà anche effetti positivi più ampi sull’UE, inclusi miglioramenti tecnologici nel settore del carburo di silicio e la formazione di una forza lavoro specializzata. Inoltre, l’azienda ha accettato di gestire gli ordini prioritari in casi di emergenza, contribuendo così alla resilienza della catena di approvvigionamento europea.

Questa decisione rappresenta un ulteriore passo verso la realizzazione degli obiettivi delineati nella normativa sui chip per l’Europa, che mira a garantire la sovranità digitale e la competitività economica dell’UE nel settore dei semiconduttori. Il Catania Campus non solo sosterrà la crescita economica in Sicilia, ma potrebbe anche servire da modello per futuri investimenti in infrastrutture tecnologiche avanzate nell’UE.

Fonte: Commissione europea

La Commissione europea ha recentemente approvato una misura di aiuto di Stato dell’Italia per un valore di 2 miliardi di euro destinata a supportare STMicroelectronics nella costruzione di un nuovo impianto di fabbricazione di chip in carburo di silicio a Catania. Questa iniziativa è stata valutata alla luce delle norme dell’UE sugli aiuti di Stato, specificamente per facilitare lo sviluppo di attività economiche strategiche come la produzione di semiconduttori avanzati in Europa.

Il progetto, denominato Catania Campus, prevede un investimento totale di 5 miliardi di euro, di cui 2 miliardi saranno forniti sotto forma di sovvenzione diretta da parte dello Stato italiano. Questo impianto integrato coprirà tutte le fasi di produzione dei chip in carburo di silicio, dai wafer base fino ai dispositivi finiti come transistor di potenza e moduli di potenza. La tecnologia impiegata, basata su wafer da 200 mm di diametro, mira a migliorare l’efficienza e la performance di dispositivi utilizzati in settori cruciali come veicoli elettrici, stazioni di ricarica rapida e energie rinnovabili.

L’approvazione della Commissione si basa su diversi fattori chiave. Prima di tutto, il progetto è visto come un’opportunità per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento di semiconduttori in Europa, riducendo la dipendenza dalle importazioni e contribuendo alla transizione digitale e verde. Inoltre, si prevede che il Catania Campus abbia un impatto positivo sull’ecosistema europeo dei semiconduttori, promuovendo la ricerca e lo sviluppo nel settore e collaborazioni con istituti accademici e fornitori locali.

STMicroelectronics si è impegnata a garantire che il progetto non solo beneficerà l’Italia ma avrà anche effetti positivi più ampi sull’UE, inclusi miglioramenti tecnologici nel settore del carburo di silicio e la formazione di una forza lavoro specializzata. Inoltre, l’azienda ha accettato di gestire gli ordini prioritari in casi di emergenza, contribuendo così alla resilienza della catena di approvvigionamento europea.

Questa decisione rappresenta un ulteriore passo verso la realizzazione degli obiettivi delineati nella normativa sui chip per l’Europa, che mira a garantire la sovranità digitale e la competitività economica dell’UE nel settore dei semiconduttori. Il Catania Campus non solo sosterrà la crescita economica in Sicilia, ma potrebbe anche servire da modello per futuri investimenti in infrastrutture tecnologiche avanzate nell’UE.

Fonte: Commissione europea

Telespazio e SpaceX siglano un accordo e creano Starlink per potenziare la connettività globale

Telespazio e SpaceX siglano un accordo e creano Starlink per potenziare la connettività globale

Telespazio, joint venture tra Leonardo e Thales, ha siglato un accordo con SpaceX di Elon Musk per integrare Starlink nella sua rete di connettività ibrida. Questo accordo permetterà a Telespazio di potenziare la sua offerta di servizi di comunicazione, fornendo connessioni affidabili a clienti istituzionali e industriali nei settori energetico e marittimo.

Starlink è una costellazione di satelliti progettata da SpaceX per fornire servizi internet a banda larga a livello globale, soprattutto in aree rurali o mal servite. SpaceX possiede attualmente circa il 60% dei satelliti in orbita terrestre, con oltre 6.000 satelliti Starlink già lanciati.

L’accordo arriva in un periodo di crescita per il settore spaziale di Leonardo, che ha recentemente istituito una divisione spaziale dedicata. Inoltre, questo accordo segue i tentativi di Starlink di collaborare con il governo italiano per espandere la banda ultralarga, bypassando le infrastrutture di Tim. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha accolto con favore l’accordo, congratulandosi con Elon Musk per il successo del test di Starship.

L’integrazione di Starlink nella rete di Telespazio consentirà di offrire servizi di comunicazione globali, sia fissi che mobili. Starlink, grazie alla sua costellazione di satelliti a bassa latenza, garantisce un accesso internet globale indipendente dalle connessioni terrestri. Questo posiziona Starlink come leader nel settore, superando concorrenti come Viasat, OneWeb e Amazon Kuiper, con l’obiettivo di raggiungere 42.000 satelliti entro il prossimo anno.

Attualmente, Starlink conta oltre 5.200 accessi internet operativi e 2,7 milioni di abbonati in 75 paesi. La tecnologia di SpaceX è stata cruciale anche nei conflitti, come dimostrato dal supporto fornito all’Ucraina contro la Russia. Tuttavia, SpaceX ha limitato l’uso dei terminali Starlink per scopi offensivi.

Parallelamente, Telespazio si prepara a gestire anche la costellazione europea Iris2 per connessioni sicure, con il Centro Spaziale del Fucino destinato a ospitare uno dei centri di controllo. In attesa dell’integrazione di Iris2, Telespazio commercializzerà i servizi di Starlink per rispondere alle esigenze di comunicazione dei settori istituzionali e industriali.

Fonte: Startmag

Telespazio, joint venture tra Leonardo e Thales, ha siglato un accordo con SpaceX di Elon Musk per integrare Starlink nella sua rete di connettività ibrida. Questo accordo permetterà a Telespazio di potenziare la sua offerta di servizi di comunicazione, fornendo connessioni affidabili a clienti istituzionali e industriali nei settori energetico e marittimo.

Starlink è una costellazione di satelliti progettata da SpaceX per fornire servizi internet a banda larga a livello globale, soprattutto in aree rurali o mal servite. SpaceX possiede attualmente circa il 60% dei satelliti in orbita terrestre, con oltre 6.000 satelliti Starlink già lanciati.

L’accordo arriva in un periodo di crescita per il settore spaziale di Leonardo, che ha recentemente istituito una divisione spaziale dedicata. Inoltre, questo accordo segue i tentativi di Starlink di collaborare con il governo italiano per espandere la banda ultralarga, bypassando le infrastrutture di Tim. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha accolto con favore l’accordo, congratulandosi con Elon Musk per il successo del test di Starship.

L’integrazione di Starlink nella rete di Telespazio consentirà di offrire servizi di comunicazione globali, sia fissi che mobili. Starlink, grazie alla sua costellazione di satelliti a bassa latenza, garantisce un accesso internet globale indipendente dalle connessioni terrestri. Questo posiziona Starlink come leader nel settore, superando concorrenti come Viasat, OneWeb e Amazon Kuiper, con l’obiettivo di raggiungere 42.000 satelliti entro il prossimo anno.

Attualmente, Starlink conta oltre 5.200 accessi internet operativi e 2,7 milioni di abbonati in 75 paesi. La tecnologia di SpaceX è stata cruciale anche nei conflitti, come dimostrato dal supporto fornito all’Ucraina contro la Russia. Tuttavia, SpaceX ha limitato l’uso dei terminali Starlink per scopi offensivi.

Parallelamente, Telespazio si prepara a gestire anche la costellazione europea Iris2 per connessioni sicure, con il Centro Spaziale del Fucino destinato a ospitare uno dei centri di controllo. In attesa dell’integrazione di Iris2, Telespazio commercializzerà i servizi di Starlink per rispondere alle esigenze di comunicazione dei settori istituzionali e industriali.

Fonte: Startmag

Fincantieri si espande nel mercato globale delle navi militari: successi e sfide future

Fincantieri si espande nel mercato globale delle navi militari: successi e sfide future

La Divisione Navi Militari di Fincantieri punta a diventare un leader globale per le marine militari, confermando la propria ambizione durante un incontro a Riva Trigoso il 4 giugno scorso. Il successo è evidenziato dai recenti contratti, tra cui la costruzione della quinta e sesta fregata classe “Constellation” per la US Navy, superando la concorrenza statunitense. Ulteriori successi includono la flotta militare del Qatar, due fregate per l’Egitto, dieci pattugliatori d’altura per la Guardia Costiera degli Emirati Arabi Uniti e due pattugliatori per l’Indonesia.

Fincantieri ha in programma di consolidare la propria presenza nei mercati orientali, con l’apertura di una società in Indonesia e presidi commerciali in Malesia, Thailandia, Filippine, India e Sud Corea. L’obiettivo è espandere il business militare a livello globale, oltre la tradizionale collaborazione con la Marina Militare italiana e la Guardia Costiera.

La strategia include la localizzazione della produzione nei mercati interessati, servizi post-vendita e supporto logistico, fondamentali per penetrare il competitivo mercato asiatico. Il gruppo può contare su capacità industriali avanzate e un portafoglio tecnologicamente innovativo, che comprende fregate, corvette e pattugliatori sottomarini, oltre a competenze di system engineering per soluzioni integrate.

Una sfida rilevante è la difficoltà nel reclutare personale con competenze adeguate, essenziale per mantenere il vantaggio competitivo con navi sempre più digitali. Nel 2023, i ricavi del settore militare di Fincantieri hanno superato i due miliardi di euro.

Fincantieri potrebbe giocare un ruolo chiave nell’integrazione dell’industria europea della Difesa, sostenuta da Bruxelles attraverso programmi come l’European Patrol Corvette. Le sinergie con Leonardo, lo sviluppo dell’Underwater con la Marina Militare italiana e l’acquisizione di Remazel e Wass di Finmeccanica rappresentano ulteriori opportunità di crescita.

Uilm, nel frattempo, continuerà a sostenere un ruolo costruttivo nell’organizzazione del lavoro, valorizzando le persone in un contesto sempre più automatizzato e digitalizzato. La cantieristica navale rimane una delle ultime grandi manifatture industriali.

Fonte: Startmag

La Divisione Navi Militari di Fincantieri punta a diventare un leader globale per le marine militari, confermando la propria ambizione durante un incontro a Riva Trigoso il 4 giugno scorso. Il successo è evidenziato dai recenti contratti, tra cui la costruzione della quinta e sesta fregata classe “Constellation” per la US Navy, superando la concorrenza statunitense. Ulteriori successi includono la flotta militare del Qatar, due fregate per l’Egitto, dieci pattugliatori d’altura per la Guardia Costiera degli Emirati Arabi Uniti e due pattugliatori per l’Indonesia.

Fincantieri ha in programma di consolidare la propria presenza nei mercati orientali, con l’apertura di una società in Indonesia e presidi commerciali in Malesia, Thailandia, Filippine, India e Sud Corea. L’obiettivo è espandere il business militare a livello globale, oltre la tradizionale collaborazione con la Marina Militare italiana e la Guardia Costiera.

La strategia include la localizzazione della produzione nei mercati interessati, servizi post-vendita e supporto logistico, fondamentali per penetrare il competitivo mercato asiatico. Il gruppo può contare su capacità industriali avanzate e un portafoglio tecnologicamente innovativo, che comprende fregate, corvette e pattugliatori sottomarini, oltre a competenze di system engineering per soluzioni integrate.

Una sfida rilevante è la difficoltà nel reclutare personale con competenze adeguate, essenziale per mantenere il vantaggio competitivo con navi sempre più digitali. Nel 2023, i ricavi del settore militare di Fincantieri hanno superato i due miliardi di euro.

Fincantieri potrebbe giocare un ruolo chiave nell’integrazione dell’industria europea della Difesa, sostenuta da Bruxelles attraverso programmi come l’European Patrol Corvette. Le sinergie con Leonardo, lo sviluppo dell’Underwater con la Marina Militare italiana e l’acquisizione di Remazel e Wass di Finmeccanica rappresentano ulteriori opportunità di crescita.

Uilm, nel frattempo, continuerà a sostenere un ruolo costruttivo nell’organizzazione del lavoro, valorizzando le persone in un contesto sempre più automatizzato e digitalizzato. La cantieristica navale rimane una delle ultime grandi manifatture industriali.

Fonte: Startmag

Fincantieri e iGenius: una partnership rivoluzionaria per l’intelligenza artificiale nel settore navale

Fincantieri e iGenius: una partnership rivoluzionaria per l’intelligenza artificiale nel settore navale

Fincantieri, uno dei leader mondiali nel settore cantieristico, ha siglato una partnership strategica con iGenius, una scale-up italiana specializzata in intelligenza artificiale generativa. L’obiettivo di questa collaborazione è lo sviluppo di sistemi avanzati basati su una piattaforma nazionale nel settore navale. Questo accordo rientra nella visione di Pierroberto Folgiero, CEO di Fincantieri, il quale ha costantemente enfatizzato la necessità di rendere le navi sempre più digitali e tecnologiche per migliorare le loro prestazioni complessive.

Con iGenius, Fincantieri mira a sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale per ottimizzare il funzionamento delle navi, aumentarne la sicurezza e migliorarne l’efficienza operativa.

La partnership si concentrerà in particolare sull’analisi dei dati provenienti dal radar Omega 360 di Fincantieri, con applicazioni previste sia nel settore civile che in quello della difesa. Pierroberto Folgiero sottolinea l’importanza di selezionare partner all’avanguardia che garantiscano non solo l’accesso alle migliori tecnologie, ma anche la sicurezza e la confidenzialità dei dati trattati, proteggendo così il know-how aziendale. Da parte sua, Uljan Sharka, CEO di iGenius, evidenzia che questa collaborazione rappresenta una convergenza di eccellenza tecnologica e una visione a lungo termine, con l’obiettivo di introdurre soluzioni innovative “made in Italy” che ridefiniranno gli standard di efficienza, sicurezza e sostenibilità nel settore navale.

Fonte: MilanoFinanza

Fincantieri, uno dei leader mondiali nel settore cantieristico, ha siglato una partnership strategica con iGenius, una scale-up italiana specializzata in intelligenza artificiale generativa. L’obiettivo di questa collaborazione è lo sviluppo di sistemi avanzati basati su una piattaforma nazionale nel settore navale. Questo accordo rientra nella visione di Pierroberto Folgiero, CEO di Fincantieri, il quale ha costantemente enfatizzato la necessità di rendere le navi sempre più digitali e tecnologiche per migliorare le loro prestazioni complessive. Con iGenius, Fincantieri mira a sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale per ottimizzare il funzionamento delle navi, aumentarne la sicurezza e migliorarne l’efficienza operativa.

La partnership si concentrerà in particolare sull’analisi dei dati provenienti dal radar Omega 360 di Fincantieri, con applicazioni previste sia nel settore civile che in quello della difesa. Pierroberto Folgiero sottolinea l’importanza di selezionare partner all’avanguardia che garantiscano non solo l’accesso alle migliori tecnologie, ma anche la sicurezza e la confidenzialità dei dati trattati, proteggendo così il know-how aziendale. Da parte sua, Uljan Sharka, CEO di iGenius, evidenzia che questa collaborazione rappresenta una convergenza di eccellenza tecnologica e una visione a lungo termine, con l’obiettivo di introdurre soluzioni innovative “made in Italy” che ridefiniranno gli standard di efficienza, sicurezza e sostenibilità nel settore navale.

Fonte: MilanoFinanza

Maggio 2024: Investiti 27 milioni in startup, con focus su AI, fintech e biotech

Maggio 2024: Investiti 27 milioni in startup, con focus su AI, fintech e biotech

A maggio 2024 sono stati investiti 27,40 milioni di euro in startup attraverso 8 aumenti di capitale. Questo è un calo rispetto ai 166,93 milioni di euro raccolti nello stesso mese del 2023. Nei primi cinque mesi del 2024, il totale raccolto è di 331,14 milioni di euro, rispetto ai 407,36 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Tra le operazioni di maggio, spiccano i 14 milioni raccolti da Futura e i 3,7 milioni di Loquis, oltre ai 1,8 milioni raccolti attraverso campagne di equity crowdfunding.

Nel settore fintech, Sumup ha raccolto 1,5 miliardi di euro, guidata da Goldman Sachs. Cdp Venture Capital ha lanciato Fof venturItaly II, un nuovo fondo di fondi con una raccolta target di 500 milioni di euro, destinati a fondi focalizzati su imprese innovative. Exor Ventures ha guidato un round di Serie A da 15 milioni di dollari per la britannica Jigsaw Tech e ha stretto una partnership con Claris Ventures per sviluppare niovi farmaci.

H-Farm ha lanciato una nuova unit dedicata all’intelligenza artificiale per migliorare la qualità della vita attraverso soluzioni innovative nei settori dell’educazione, del business e della sanità. Exor Ventures ha anche investito 2,7 milioni di dollari in Anthropos, una startup co-fondata da italiani con sede negli Stati Uniti e in Svizzera.

Nel settore biotech, Sofinnova ha guidato un round da 15 milioni di euro per Cure51, una startup francese che sviluppa soluzioni contro il cancro utilizzando l’AI. Innovit, l’hub italiano di innovazione e cultura di San Francisco, cerca nuovi progetti nel settore green energy da lanciare in Silicon Valley.

Infine, diverse startup hanno chiuso con successo campagne di equity crowdfunding, tra cui L’Aquila 1927, Fidovet e Talents Dream, raccogliendo cifre comprese tra 119 mila e 314 mila euro. Futura ha chiuso un round di Serie A da 14 milioni di euro, segnando la prima exit per la piattaforma di sviluppo Zest.

Fonte: Repubblica

A maggio 2024 sono stati investiti 27,40 milioni di euro in startup attraverso 8 aumenti di capitale. Questo è un calo rispetto ai 166,93 milioni di euro raccolti nello stesso mese del 2023. Nei primi cinque mesi del 2024, il totale raccolto è di 331,14 milioni di euro, rispetto ai 407,36 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Tra le operazioni di maggio, spiccano i 14 milioni raccolti da Futura e i 3,7 milioni di Loquis, oltre ai 1,8 milioni raccolti attraverso campagne di equity crowdfunding.

Nel settore fintech, Sumup ha raccolto 1,5 miliardi di euro, guidata da Goldman Sachs. Cdp Venture Capital ha lanciato Fof venturItaly II, un nuovo fondo di fondi con una raccolta target di 500 milioni di euro, destinati a fondi focalizzati su imprese innovative. Exor Ventures ha guidato un round di Serie A da 15 milioni di dollari per la britannica Jigsaw Tech e ha stretto una partnership con Claris Ventures per sviluppare niovi farmaci.

H-Farm ha lanciato una nuova unit dedicata all’intelligenza artificiale per migliorare la qualità della vita attraverso soluzioni innovative nei settori dell’educazione, del business e della sanità. Exor Ventures ha anche investito 2,7 milioni di dollari in Anthropos, una startup co-fondata da italiani con sede negli Stati Uniti e in Svizzera.

Nel settore biotech, Sofinnova ha guidato un round da 15 milioni di euro per Cure51, una startup francese che sviluppa soluzioni contro il cancro utilizzando l’AI. Innovit, l’hub italiano di innovazione e cultura di San Francisco, cerca nuovi progetti nel settore green energy da lanciare in Silicon Valley.

Infine, diverse startup hanno chiuso con successo campagne di equity crowdfunding, tra cui L’Aquila 1927, Fidovet e Talents Dream, raccogliendo cifre comprese tra 119 mila e 314 mila euro. Futura ha chiuso un round di Serie A da 14 milioni di euro, segnando la prima exit per la piattaforma di sviluppo Zest.

Fonte: Repubblica

Assicurazioni Generali al massimo dal 2008: utile record e nuovo piano strategico in arrivo

Assicurazioni Generali al massimo dal 2008: utile record e nuovo piano strategico in arrivo

Assicurazioni Generali ha chiuso il trimestre con il titolo a 25 euro, il livello più alto dal 2008. Il CEO Philippe Donnet sta lavorando al piano strategico per il 2025-2027 e a inizio giugno incontrerà i capi delle unità globali per finalizzare i dettagli. La trimestrale si è conclusa con un utile netto di 1,1 miliardi e un risultato operativo in crescita del 5,5% a 1,9 miliardi. Gli analisti, come HSBC, hanno alzato il prezzo obiettivo del titolo a 27 euro.

Generali sta evolvendo da una tradizionale compagnia di assicurazioni a un gruppo finanziario con un focus sull’asset management, gestendo oltre 800 miliardi di euro. Donnet ha recentemente visitato gli Stati Uniti per incontrare grandi fondi e avviare l’integrazione della società acquisita Conning.

Il rinnovo del consiglio di amministrazione, che avverrà con le nuove regole della Legge Capitali, sarà un altro passo cruciale. Il consiglio uscente, composto al 70% da indipendenti, ha lavorato bene secondo Donnet.

La nuova governance dovrà promuovere una lista che piaccia al mercato, in un contesto dove azionisti come Mediobanca, Delfin e Caltagirone avranno un ruolo significativo.

Il focus di Donnet è sulla stesura del nuovo piano strategico, e non ha ancora preso posizione sul suo futuro. Caltagirone e Delfin rimangono in attesa, osservando da una posizione di neutralità. La crescita dei dividendi e dei valori in Borsa è stata un elemento chiave della strategia di Donnet, con il ritorno totale per gli azionisti aumentato del 27,5% da inizio anno.

Generali sta anche investendo in tecnologia, con 1,1 miliardi spesi nel triennio attuale e un’accelerazione verso l’implementazione dell’intelligenza artificiale. Con 82,5 miliardi di premi raccolti nel 2023, l’azienda punta a snellire i processi e mantenere un equilibrio tra sviluppo e remunerazione degli azionisti. La generazione di cassa rimane forte, e Generali prevede ulteriori investimenti per la crescita futura.

Fonte: Corriere

Assicurazioni Generali ha chiuso il trimestre con il titolo a 25 euro, il livello più alto dal 2008. Il CEO Philippe Donnet sta lavorando al piano strategico per il 2025-2027 e a inizio giugno incontrerà i capi delle unità globali per finalizzare i dettagli. La trimestrale si è conclusa con un utile netto di 1,1 miliardi e un risultato operativo in crescita del 5,5% a 1,9 miliardi. Gli analisti, come HSBC, hanno alzato il prezzo obiettivo del titolo a 27 euro.

Generali sta evolvendo da una tradizionale compagnia di assicurazioni a un gruppo finanziario con un focus sull’asset management, gestendo oltre 800 miliardi di euro. Donnet ha recentemente visitato gli Stati Uniti per incontrare grandi fondi e avviare l’integrazione della società acquisita Conning.

Il rinnovo del consiglio di amministrazione, che avverrà con le nuove regole della Legge Capitali, sarà un altro passo cruciale. Il consiglio uscente, composto al 70% da indipendenti, ha lavorato bene secondo Donnet. La nuova governance dovrà promuovere una lista che piaccia al mercato, in un contesto dove azionisti come Mediobanca, Delfin e Caltagirone avranno un ruolo significativo.

Il focus di Donnet è sulla stesura del nuovo piano strategico, e non ha ancora preso posizione sul suo futuro. Caltagirone e Delfin rimangono in attesa, osservando da una posizione di neutralità. La crescita dei dividendi e dei valori in Borsa è stata un elemento chiave della strategia di Donnet, con il ritorno totale per gli azionisti aumentato del 27,5% da inizio anno.

Generali sta anche investendo in tecnologia, con 1,1 miliardi spesi nel triennio attuale e un’accelerazione verso l’implementazione dell’intelligenza artificiale. Con 82,5 miliardi di premi raccolti nel 2023, l’azienda punta a snellire i processi e mantenere un equilibrio tra sviluppo e remunerazione degli azionisti. La generazione di cassa rimane forte, e Generali prevede ulteriori investimenti per la crescita futura.

Fonte: Corriere

L’ESA finanzia la nascita di una SpaceX europea: 25 milioni di euro a Thales Alenia Space e The Exploration Company

L’ESA Finanzia la Nascita di una SpaceX Europea: 25 Milioni di Euro a Thales Alenia Space e The Exploration Company

L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha avviato un’iniziativa per creare una versione europea di SpaceX, assegnando 25 milioni di euro a Thales Alenia Space e The Exploration Company. Questo finanziamento mira a stimolare lo sviluppo di tecnologie spaziali innovative in Europa, ispirandosi al modello di successo di Elon Musk con SpaceX. Nel 2006, la NASA aveva sostenuto SpaceX con finanziamenti significativi, culminati in contratti per missioni di rifornimento e trasporto di astronauti. In Europa, il percorso è iniziato con risorse più modeste e la necessità di ulteriori finanziamenti che saranno discussi nel prossimo consiglio dei ministri ESA.

The Exploration Company sta sviluppando la capsula Nyx e ha raccolto 75 milioni di euro dal mercato dei fondi. Thales Alenia Space ha già creato un dimostratore tecnologico a Torino. Il progetto punta a garantire l’impiego futuro dei veicoli spaziali, essenziali per il trasporto tra la Terra e le stazioni orbitali, incluse le future stazioni private e la stazione Gateway in orbita lunare. Inoltre, è necessario investire nel trasporto degli astronauti, un settore in cui l’Europa è rimasta indietro, dipendendo dalle navicelle americane e russe per l’accesso alla Stazione Spaziale Internazionale.

Il progetto potrebbe evolvere in un’astronave per astronauti, portando l’Europa verso l’autonomia spaziale, superando gli errori passati, come la cancellazione del veicolo di rifornimento ATV dopo solo cinque missioni di successo.

Fonte: Corriere

L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha avviato un’iniziativa per creare una versione europea di SpaceX, assegnando 25 milioni di euro a Thales Alenia Space e The Exploration Company. Questo finanziamento mira a stimolare lo sviluppo di tecnologie spaziali innovative in Europa, ispirandosi al modello di successo di Elon Musk con SpaceX. Nel 2006, la NASA aveva sostenuto SpaceX con finanziamenti significativi, culminati in contratti per missioni di rifornimento e trasporto di astronauti. In Europa, il percorso è iniziato con risorse più modeste e la necessità di ulteriori finanziamenti che saranno discussi nel prossimo consiglio dei ministri ESA.

The Exploration Company sta sviluppando la capsula Nyx e ha raccolto 75 milioni di euro dal mercato dei fondi. Thales Alenia Space ha già creato un dimostratore tecnologico a Torino. Il progetto punta a garantire l’impiego futuro dei veicoli spaziali, essenziali per il trasporto tra la Terra e le stazioni orbitali, incluse le future stazioni private e la stazione Gateway in orbita lunare. Inoltre, è necessario investire nel trasporto degli astronauti, un settore in cui l’Europa è rimasta indietro, dipendendo dalle navicelle americane e russe per l’accesso alla Stazione Spaziale Internazionale.

Il progetto potrebbe evolvere in un’astronave per astronauti, portando l’Europa verso l’autonomia spaziale, superando gli errori passati, come la cancellazione del veicolo di rifornimento ATV dopo solo cinque missioni di successo.

Fonte: Corriere

Roma ospita gli Stati generali dell’Aerospazio: Settore in crescita da 3 miliardi e sfide educative per l’Agenda 2030

Roma ospita gli Stati generali dell’Aerospazio: Settore in crescita da 3 miliardi e sfide educative per l’Agenda 2030

A Roma si sono tenuti gli stati generali dell’industria aerospaziale durante il convegno #AEROSPAZIO24, con la partecipazione del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, rappresentanti dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il settore aerospaziale in Italia, che vale 3 miliardi di euro, è in crescita e riceverà oltre 7 miliardi di euro in finanziamenti pubblici tra il 2023 e il 2027. Attualmente, nel paese ci sono 415 imprese attive nel settore con 7.000 dipendenti e un tasso di crescita del 15% negli ultimi 15 anni. Tra i relatori erano presenti Antonio Blandini (CIRA, ESRE, EREA), Giulio Ranzo (CEO di AVIO) e Massimo Comparini (CEO di Thales Alenia Space).

In parallelo, ASviS ha evidenziato la necessità di investire quasi 15 miliardi di euro per adeguare il sistema educativo italiano agli obiettivi dell’Agenda 2030, molto più dei fondi attualmente previsti dal PNRR. I settori di intervento includono la trasformazione delle aule in ambienti di apprendimento innovativo, l’adeguamento degli alloggi universitari agli standard europei e la formazione di insegnanti e studenti. I fondi richiesti comprendono 7.854 milioni di euro per le classi, 4.125 milioni per gli alloggi universitari, 1.415 milioni per la formazione degli insegnanti e 830 milioni per quella degli studenti, evidenziando l’insufficienza delle risorse attuali stanziate dal PNRR.

Fonte: RaiNews

A Roma si sono tenuti gli stati generali dell’industria aerospaziale durante il convegno #AEROSPAZIO24, con la partecipazione del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, rappresentanti dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il settore aerospaziale in Italia, che vale 3 miliardi di euro, è in crescita e riceverà oltre 7 miliardi di euro in finanziamenti pubblici tra il 2023 e il 2027. Attualmente, nel paese ci sono 415 imprese attive nel settore con 7.000 dipendenti e un tasso di crescita del 15% negli ultimi 15 anni. Tra i relatori erano presenti Antonio Blandini (CIRA, ESRE, EREA), Giulio Ranzo (CEO di AVIO) e Massimo Comparini (CEO di Thales Alenia Space).

In parallelo, ASviS ha evidenziato la necessità di investire quasi 15 miliardi di euro per adeguare il sistema educativo italiano agli obiettivi dell’Agenda 2030, molto più dei fondi attualmente previsti dal PNRR. I settori di intervento includono la trasformazione delle aule in ambienti di apprendimento innovativo, l’adeguamento degli alloggi universitari agli standard europei e la formazione di insegnanti e studenti. I fondi richiesti comprendono 7.854 milioni di euro per le classi, 4.125 milioni per gli alloggi universitari, 1.415 milioni per la formazione degli insegnanti e 830 milioni per quella degli studenti, evidenziando l’insufficienza delle risorse attuali stanziate dal PNRR.

Fonte: RaiNews

Record di investimenti esteri in Francia: le aziende italiane protagoniste del vertice ‘Choose France’

Record di investimenti esteri in Francia: le aziende italiane protagoniste del vertice ‘Choose France’

Il vertice “Choose France”, tenutosi il 13 maggio a Versailles, ha formalizzato oltre 15 miliardi di euro di investimenti esteri, un record dalla sua creazione nel 2018. Dei 56 progetti annunciati, cinque erano italiani, provenienti da aziende come Iveco, Leonardo, Riva, Chiesi e Zambon.

Gli investimenti riguardano vari settori come la salute, l’ambiente e le nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale e la decarbonizzazione. Iveco investirà 112 milioni di euro per aumentare la produzione di autobus elettrici e a idrogeno e sviluppare un motore multicarburante nei suoi stabilimenti francesi. Riva, uno dei principali attori dell’industria siderurgica italiana, stanzierà 30 milioni di euro per decarbonizzare i suoi siti in Francia, con l’installazione di moduli di riscaldamento a induzione, e prevede di assumere 100 nuovi dipendenti.

Nel settore dei trasporti, Leonardo ha annunciato 150 nuove assunzioni per ATR, con l’obiettivo di portare avanti lo sviluppo dell’aereo ibrido elettrico ATR EVO.

Anche due aziende italiane del settore farmaceutico, Chiesi e Zambon, hanno in programma investimenti significativi. Chiesi investirà 10 milioni di euro e creerà 100 posti di lavoro per la produzione di farmaci per l’apparato respiratorio, mentre Zambon investirà altri 86 milioni di euro per modernizzare e aumentare la capacità produttiva del sito di Avrillé, creando 90 posti di lavoro.

La Francia ha consolidato la sua attrattiva per gli investimenti esteri, diventando la prima destinazione in Europa dal 2019. Nel 2023 sono state registrate 1.815 decisioni di investimento, con la creazione o il mantenimento di 59.254 posti di lavoro, con l’Italia nella top 5 dei Paesi contributori, con 126 progetti e 2.611 nuovi posti di lavoro in Francia.

Fonte: Le petit Journal Milan

Il vertice “Choose France”, tenutosi il 13 maggio a Versailles, ha formalizzato oltre 15 miliardi di euro di investimenti esteri, un record dalla sua creazione nel 2018. Dei 56 progetti annunciati, cinque erano italiani, provenienti da aziende come Iveco, Leonardo, Riva, Chiesi e Zambon.

Gli investimenti riguardano vari settori come la salute, l’ambiente e le nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale e la decarbonizzazione. Iveco investirà 112 milioni di euro per aumentare la produzione di autobus elettrici e a idrogeno e sviluppare un motore multicarburante nei suoi stabilimenti francesi. Riva, uno dei principali attori dell’industria siderurgica italiana, stanzierà 30 milioni di euro per decarbonizzare i suoi siti in Francia, con l’installazione di moduli di riscaldamento a induzione, e prevede di assumere 100 nuovi dipendenti.

Nel settore dei trasporti, Leonardo ha annunciato 150 nuove assunzioni per ATR, con l’obiettivo di portare avanti lo sviluppo dell’aereo ibrido elettrico ATR EVO. Anche due aziende italiane del settore farmaceutico, Chiesi e Zambon, hanno in programma investimenti significativi. Chiesi investirà 10 milioni di euro e creerà 100 posti di lavoro per la produzione di farmaci per l’apparato respiratorio, mentre Zambon investirà altri 86 milioni di euro per modernizzare e aumentare la capacità produttiva del sito di Avrillé, creando 90 posti di lavoro.

La Francia ha consolidato la sua attrattiva per gli investimenti esteri, diventando la prima destinazione in Europa dal 2019. Nel 2023 sono state registrate 1.815 decisioni di investimento, con la creazione o il mantenimento di 59.254 posti di lavoro, con l’Italia nella top 5 dei Paesi contributori, con 126 progetti e 2.611 nuovi posti di lavoro in Francia.

Fonte: Le petit Journal Milan

L’UE inietta 1 miliardo di euro nell’innovazione nel settore della difesa: l’Italia è leader con progetti innovativi

L’UE inietta 1 miliardo di euro nell’innovazione nel settore della difesa: l’Italia è leader con progetti innovativi

L’Unione Europea ha stanziato un miliardo di euro per promuovere l’innovazione nel settore della difesa, coinvolgendo aziende, università e centri di ricerca in 54 progetti. L’Italia ha un ruolo di primo piano, guidando sette progetti e beneficiando di una significativa parte dei fondi. Fincantieri è al centro del progetto European Patrol Corvette, con un finanziamento di 154 milioni di euro per sviluppare una nuova classe di navi da guerra. Partecipano anche a progetti come Admirable e Calipso, focalizzati su tecnologie avanzate e soluzioni di propulsione innovative.

Leonardo, altro gigante italiano, guida i progetti Emissary e E-cuas, rispettivamente con 100 e 71,1 milioni di euro, mirati allo sviluppo di sensori avanzati e tecnologie di difesa contro droni.

Inoltre, Leonardo è coinvolta in diversi altri progetti, inclusi quelli per sistemi di difesa aerea contro missili ipersonici e tecnologie per la futura flotta di trasporto aereo strategico europeo.

Il consorzio Seacure, che vede la collaborazione tra Leonardo e Fincantieri, riceverà 55 milioni per sviluppare sistemi di piattaforme senza equipaggio per operazioni di guerra antisommergibile. Anche Elettronica spa, altra azienda italiana, guida il progetto Carmenta Pf con un finanziamento di 33 milioni per migliorare la sopravvivenza dei velivoli militari. Università e startup italiane, come il Politecnico di Torino e la sarda Nurjana Technologies, partecipano a vari progetti, contribuendo alla ricerca su tecnologie ipersoniche e difesa satellitare.

Fonte: EuropaToday

L’Unione Europea ha stanziato un miliardo di euro per promuovere l’innovazione nel settore della difesa, coinvolgendo aziende, università e centri di ricerca in 54 progetti. L’Italia ha un ruolo di primo piano, guidando sette progetti e beneficiando di una significativa parte dei fondi. Fincantieri è al centro del progetto European Patrol Corvette, con un finanziamento di 154 milioni di euro per sviluppare una nuova classe di navi da guerra. Partecipano anche a progetti come Admirable e Calipso, focalizzati su tecnologie avanzate e soluzioni di propulsione innovative.

Leonardo, altro gigante italiano, guida i progetti Emissary e E-cuas, rispettivamente con 100 e 71,1 milioni di euro, mirati allo sviluppo di sensori avanzati e tecnologie di difesa contro droni. Inoltre, Leonardo è coinvolta in diversi altri progetti, inclusi quelli per sistemi di difesa aerea contro missili ipersonici e tecnologie per la futura flotta di trasporto aereo strategico europeo.

Il consorzio Seacure, che vede la collaborazione tra Leonardo e Fincantieri, riceverà 55 milioni per sviluppare sistemi di piattaforme senza equipaggio per operazioni di guerra antisommergibile. Anche Elettronica spa, altra azienda italiana, guida il progetto Carmenta Pf con un finanziamento di 33 milioni per migliorare la sopravvivenza dei velivoli militari. Università e startup italiane, come il Politecnico di Torino e la sarda Nurjana Technologies, partecipano a vari progetti, contribuendo alla ricerca su tecnologie ipersoniche e difesa satellitare.

Fonte: EuropaToday

Walter Cugno, Thales Alenia Space Italia: Sinergie Terra-Spazio per il futuro delle infrastrutture lunari

Walter Cugno, Thales Alenia Space Italia: Sinergie Terra-Spazio per il futuro delle infrastrutture lunari

Walter Cugno, Vice President Exploration and Science Domain di Thales Alenia Space Italia, ha evidenziato l’importanza delle sinergie tra settori non spaziali e l’industria aerospaziale, soprattutto nell’ottica dello sviluppo delle infrastrutture lunari. Parlando al Panel “Abitare e vivere nello Spazio” durante l’evento ReBuild 2024, ha sottolineato come coinvolgere aziende con tecnologie utili possa arricchire i programmi spaziali e viceversa, in particolare nel settore delle costruzioni, sia per gli interni degli habitat sia per lo sfruttamento delle risorse spaziali.

Walter Cugno ha ribadito l’importanza di valutare le risorse disponibili, sia terrestri che spaziali, e di sviluppare ulteriormente le tecnologie per adattarle agli ambienti spaziali.

Questo approccio, ha affermato, aggiunge valore sia alle aziende non spaziali sia all’industria aerospaziale, considerando le sfide uniche che l’ambiente spaziale impone allo sviluppo infrastrutturale.

La sua presentazione ha avuto luogo nell’ambito di ReBuild – Meeting the next built environment, un evento dedicato all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito, svoltosi il 14 e 15 maggio 2024 a Riva del Garda. In conclusione, Walter Cugno ha sottolineato la necessità di utilizzare al meglio le risorse disponibili, trasformando le sfide dello spazio in opportunità di collaborazione e sviluppo tecnologico.

Fonte: Adnkronos

Walter Cugno, Vice President Exploration and Science Domain di Thales Alenia Space Italia, ha evidenziato l’importanza delle sinergie tra settori non spaziali e l’industria aerospaziale, soprattutto nell’ottica dello sviluppo delle infrastrutture lunari. Parlando al Panel “Abitare e vivere nello Spazio” durante l’evento ReBuild 2024, ha sottolineato come coinvolgere aziende con tecnologie utili possa arricchire i programmi spaziali e viceversa, in particolare nel settore delle costruzioni, sia per gli interni degli habitat sia per lo sfruttamento delle risorse spaziali.

Walter Cugno ha ribadito l’importanza di valutare le risorse disponibili, sia terrestri che spaziali, e di sviluppare ulteriormente le tecnologie per adattarle agli ambienti spaziali. Questo approccio, ha affermato, aggiunge valore sia alle aziende non spaziali sia all’industria aerospaziale, considerando le sfide uniche che l’ambiente spaziale impone allo sviluppo infrastrutturale.

La sua presentazione ha avuto luogo nell’ambito di ReBuild – Meeting the next built environment, un evento dedicato all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito, svoltosi il 14 e 15 maggio 2024 a Riva del Garda. In conclusione, Walter Cugno ha sottolineato la necessità di utilizzare al meglio le risorse disponibili, trasformando le sfide dello spazio in opportunità di collaborazione e sviluppo tecnologico.

Fonte: Adnkronos

Gabriel Attal difende il progetto Lione-Torino come simbolo della cooperazione europea

Gabriel Attal difende il progetto Lione-Torino come simbolo della cooperazione europea

Gabriel Attal ha visitato il cantiere del tunnel ferroviario Lione-Torino, sottolineandone l’importanza come simbolo della cooperazione europea, a poche settimane dalle elezioni europee. Il tunnel, attualmente in fase di scavo sotto le Alpi tra Francia e Italia, è in parte finanziato con fondi europei. Gabriel Attal ha salutato gli operai del cantiere di 57,5 km, di cui 13 km già scavati. Accompagnato da Christophe Béchu, ministro della Transizione ecologica, e da Marina Ferrari, segretario di Stato per l’Economia digitale, ha ribadito il sostegno del governo francese a questo progetto transfrontaliero.

Il Primo Ministro ha inoltre sottolineato che il 92% dei 44 milioni di tonnellate di merci trasportate annualmente tra Francia e Italia sono trasportate su strada e che il tunnel potrebbe ridurre significativamente questo traffico stradale. 

Ha sottolineato l’impatto positivo del progetto sulla vita delle persone in entrambi i Paesi e ha evidenziato il ruolo cruciale dell’Unione Europea,

che finanzia quasi la metà dei 9 miliardi di euro necessari per il tunnel. Ha affermato che senza l’Europa, il progetto Lione-Torino non sarebbe stato possibile, illustrando l’utilità concreta dell’Unione.

Il tunnel, progettato per accogliere circa 20 treni ad alta velocità e circa 160 treni merci entro il 2032, è destinato a ridurre il numero di camion sulle strade e ad alleviare la congestione del traffico nelle Alpi.

Fonte: Francebleu

Gabriel Attal ha visitato il cantiere del tunnel ferroviario Lione-Torino, sottolineandone l’importanza come simbolo della cooperazione europea, a poche settimane dalle elezioni europee. Il tunnel, attualmente in fase di scavo sotto le Alpi tra Francia e Italia, è in parte finanziato con fondi europei. Gabriel Attal ha salutato gli operai del cantiere di 57,5 km, di cui 13 km già scavati. Accompagnato da Christophe Béchu, ministro della Transizione ecologica, e da Marina Ferrari, segretario di Stato per l’Economia digitale, ha ribadito il sostegno del governo francese a questo progetto transfrontaliero.

Il Primo Ministro ha inoltre sottolineato che il 92% dei 44 milioni di tonnellate di merci trasportate annualmente tra Francia e Italia sono trasportate su strada e che il tunnel potrebbe ridurre significativamente questo traffico stradale. Ha sottolineato l’impatto positivo del progetto sulla vita delle persone in entrambi i Paesi e ha evidenziato il ruolo cruciale dell’Unione Europea, che finanzia quasi la metà dei 9 miliardi di euro necessari per il tunnel. Ha affermato che senza l’Europa, il progetto Lione-Torino non sarebbe stato possibile, illustrando l’utilità concreta dell’Unione.

Il tunnel, progettato per accogliere circa 20 treni ad alta velocità e circa 160 treni merci entro il 2032, è destinato a ridurre il numero di camion sulle strade e ad alleviare la congestione del traffico nelle Alpi.

Fonte: Francebleu

ENI: progressi nella sostenibilità e obiettivi di neutralità carbonica per il 2050

ENI: progressi nella sostenibilità e obiettivi di neutralità carbonica per il 2050

Eni ha pubblicato il rapporto di sostenibilità “Eni for 2023 – A Just Transition”, che evidenzia i progressi dell’azienda nel promuovere una transizione energetica equa e verso la neutralità carbonica entro il 2050. Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, sottolinea l’importanza di affrontare le sfide socio-politiche, climatiche ed energetiche con un approccio basato su sicurezza, innovazione e sostenibilità.

Nel 2023, anno del suo settantesimo anniversario, Eni ha rafforzato la strategia di decarbonizzazione con obiettivi intermedi per il 2025. Ha ridotto del 40% le emissioni nette Scope 1 e 2 del settore Upstream e del 30% quelle complessive rispetto al 2018. L’azienda ha anche ottenuto riconoscimenti per la riduzione delle emissioni di metano e ha avviato collaborazioni internazionali per supportare la transizione energetica dei partner.

Eni ha investito in ricerca e sviluppo, riduzione delle emissioni e ampliamento del portafoglio gas come vettore ponte nella transizione energetica. Ha acquisito Neptune Energy, avviato la produzione dal progetto Congo LNG e ampliato la capacità di bioraffinazione e delle rinnovabili. Inoltre, ha promosso progetti di Carbon Capture & Storage e investimenti nella fusione a confinamento magnetico per generare energia a zero emissioni.

La strategia di Eni si basa su una “transizione giusta” che massimizza le opportunità di sviluppo locale e lavora in partnership con le comunità, rispettando i diritti umani e l’ambiente. Esempi di questo impegno includono la conversione della raffineria di Livorno in bioraffineria, il Centro di Eccellenza Oyo per le Energie Rinnovabili in Congo e le partnership con l’ILO e IRENA per promuovere la sicurezza sul lavoro e lo sviluppo delle competenze necessarie per la transizione energetica.

Fonte: BorsaItaliana

Eni ha pubblicato il rapporto di sostenibilità “Eni for 2023 – A Just Transition”, che evidenzia i progressi dell’azienda nel promuovere una transizione energetica equa e verso la neutralità carbonica entro il 2050. Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, sottolinea l’importanza di affrontare le sfide socio-politiche, climatiche ed energetiche con un approccio basato su sicurezza, innovazione e sostenibilità.

Nel 2023, anno del suo settantesimo anniversario, Eni ha rafforzato la strategia di decarbonizzazione con obiettivi intermedi per il 2025. Ha ridotto del 40% le emissioni nette Scope 1 e 2 del settore Upstream e del 30% quelle complessive rispetto al 2018. L’azienda ha anche ottenuto riconoscimenti per la riduzione delle emissioni di metano e ha avviato collaborazioni internazionali per supportare la transizione energetica dei partner.

Eni ha investito in ricerca e sviluppo, riduzione delle emissioni e ampliamento del portafoglio gas come vettore ponte nella transizione energetica. Ha acquisito Neptune Energy, avviato la produzione dal progetto Congo LNG e ampliato la capacità di bioraffinazione e delle rinnovabili. Inoltre, ha promosso progetti di Carbon Capture & Storage e investimenti nella fusione a confinamento magnetico per generare energia a zero emissioni.

La strategia di Eni si basa su una “transizione giusta” che massimizza le opportunità di sviluppo locale e lavora in partnership con le comunità, rispettando i diritti umani e l’ambiente. Esempi di questo impegno includono la conversione della raffineria di Livorno in bioraffineria, il Centro di Eccellenza Oyo per le Energie Rinnovabili in Congo e le partnership con l’ILO e IRENA per promuovere la sicurezza sul lavoro e lo sviluppo delle competenze necessarie per la transizione energetica.

Fonte: BorsaItaliana

Difesa europea: Leonardo e Fincantieri tra i leader, ma serve maggiore cooperazione. I dati di Mediobanca

Difesa europea: Leonardo e Fincantieri tra i leader, ma serve maggiore cooperazione. I dati di Mediobanca

Il settore globale della difesa sta registrando una notevole espansione a causa delle crescenti tensioni internazionali, specialmente con i conflitti in Ucraina e Medio Oriente. Secondo Mediobanca, i ricavi del settore aumenteranno del 6% nel 2024. Nel 2023, i ricavi aggregati delle trenta maggiori aziende hanno raggiunto 456 miliardi di dollari, con un incremento del 6,6% rispetto al 2022 e del 18,4% rispetto al 2019.

Le aziende statunitensi dominano il mercato, rappresentando il 74% dei ricavi globali, seguite dalle europee con il 22% e dalle asiatiche con il 4%. Le prime cinque aziende statunitensi, tra cui Lockheed Martin e Boeing, sono le principali protagoniste. In Europa, BAE Systems, Leonardo e Thales sono i leader. L’Italia, con Leonardo e Fincantieri, contribuisce per il 19% alle vendite europee e il 4,2% a livello globale. Leonardo si posiziona all’ottavo posto mondiale con 11,5 miliardi di dollari, mentre Fincantieri è venticinquesima con 2 miliardi di dollari.

Crescita significativa è stata registrata da V2X e Korea Aerospace Industries, con aumenti del 37% sui ricavi del 2022. La redditività del settore, misurata dall’ebit margin, è leggermente diminuita al 7,2% nel 2023 rispetto al 7,9% del 2019. Gli investimenti nel settore sono aumentati, raggiungendo i 13 miliardi di euro nel 2023, con Dassault Aviation e Aselsan tra le aziende più attive.

L’occupazione nel settore della difesa è cresciuta del 20,9% rispetto al 2019, impiegando oltre 1,4 milioni di persone, di cui il 69% negli Stati Uniti. Questo riflette la maggiore capacità di spesa militare degli USA e una minore cooperazione all’interno dell’industria europea. Il bilancio comunitario europeo per la difesa è di 352 miliardi di euro, pari al 14,4% del totale mondiale, poco più di un terzo del budget degli Stati Uniti.

Fonte: Formiche

Il settore globale della difesa sta registrando una notevole espansione a causa delle crescenti tensioni internazionali, specialmente con i conflitti in Ucraina e Medio Oriente. Secondo Mediobanca, i ricavi del settore aumenteranno del 6% nel 2024. Nel 2023, i ricavi aggregati delle trenta maggiori aziende hanno raggiunto 456 miliardi di dollari, con un incremento del 6,6% rispetto al 2022 e del 18,4% rispetto al 2019.

Le aziende statunitensi dominano il mercato, rappresentando il 74% dei ricavi globali, seguite dalle europee con il 22% e dalle asiatiche con il 4%. Le prime cinque aziende statunitensi, tra cui Lockheed Martin e Boeing, sono le principali protagoniste. In Europa, BAE Systems, Leonardo e Thales sono i leader. L’Italia, con Leonardo e Fincantieri, contribuisce per il 19% alle vendite europee e il 4,2% a livello globale. Leonardo si posiziona all’ottavo posto mondiale con 11,5 miliardi di dollari, mentre Fincantieri è venticinquesima con 2 miliardi di dollari.

Crescita significativa è stata registrata da V2X e Korea Aerospace Industries, con aumenti del 37% sui ricavi del 2022. La redditività del settore, misurata dall’ebit margin, è leggermente diminuita al 7,2% nel 2023 rispetto al 7,9% del 2019. Gli investimenti nel settore sono aumentati, raggiungendo i 13 miliardi di euro nel 2023, con Dassault Aviation e Aselsan tra le aziende più attive.

L’occupazione nel settore della difesa è cresciuta del 20,9% rispetto al 2019, impiegando oltre 1,4 milioni di persone, di cui il 69% negli Stati Uniti. Questo riflette la maggiore capacità di spesa militare degli USA e una minore cooperazione all’interno dell’industria europea. Il bilancio comunitario europeo per la difesa è di 352 miliardi di euro, pari al 14,4% del totale mondiale, poco più di un terzo del budget degli Stati Uniti.

Fonte: Formiche

Fincantieri acquisisce sistemi di difesa subacquea da Leonardo e avvia aumento di capitale da 500 milioni di euro

Fincantieri acquisisce sistemi di difesa subacquea da Leonardo e avvia aumento di capitale da 500 milioni di euro

Fincantieri si trova sul punto di acquisire i sistemi di difesa subacquea di Leonardo, con un accordo che si sta avvicinando alla conclusione. L’azienda si prepara a comprare le attività di produzione di sonar e siluri, fino ad ora gestite da Leonardo attraverso la sua ex controllata Whitehead Alenia Sistemi Subacquei (Wass). Questa unità è stata in seguito incorporata nella divisione difesa e sicurezza di Leonardo. Il CEO di Leonardo, Roberto Cingolani, ha chiaramente espresso il suo giudizio secondo cui la produzione di sonar e siluri non rientra nei piani strategici futuri dell’azienda, aprendo così la porta alla trattativa per la cessione di Wass a Fincantieri.

D’altra parte, Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri, vede l’acquisizione di Wass come un’opportunità per ampliare il business e i margini dell’azienda nel settore subacqueo.

I sindacati hanno ricevuto garanzie sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali, durante un incontro con Cingolani, confermando così che la vendita è in fase avanzata. Anche il governo ha dato il via libera all’operazione.

Questa mossa di acquisizione è direttamente legata a un piano di aumento di capitale da 400 a 500 milioni di euro per Fincantieri. Una parte sostanziale di questi fondi sarà destinata all’acquisizione di Wass, mentre il resto supporterà il piano di crescita e sviluppo dell’azienda. L’obiettivo è di raggiungere ricavi di circa 9 miliardi di euro entro il 2025 e di tornare a essere redditizia.

Fonte: Corriere

Fincantieri si trova sul punto di acquisire i sistemi di difesa subacquea di Leonardo, con un accordo che si sta avvicinando alla conclusione. L’azienda si prepara a comprare le attività di produzione di sonar e siluri, fino ad ora gestite da Leonardo attraverso la sua ex controllata Whitehead Alenia Sistemi Subacquei (Wass). Questa unità è stata in seguito incorporata nella divisione difesa e sicurezza di Leonardo. Il CEO di Leonardo, Roberto Cingolani, ha chiaramente espresso il suo giudizio secondo cui la produzione di sonar e siluri non rientra nei piani strategici futuri dell’azienda, aprendo così la porta alla trattativa per la cessione di Wass a Fincantieri.

D’altra parte, Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri, vede l’acquisizione di Wass come un’opportunità per ampliare il business e i margini dell’azienda nel settore subacqueo. I sindacati hanno ricevuto garanzie sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali, durante un incontro con Cingolani, confermando così che la vendita è in fase avanzata. Anche il governo ha dato il via libera all’operazione.

Questa mossa di acquisizione è direttamente legata a un piano di aumento di capitale da 400 a 500 milioni di euro per Fincantieri. Una parte sostanziale di questi fondi sarà destinata all’acquisizione di Wass, mentre il resto supporterà il piano di crescita e sviluppo dell’azienda. L’obiettivo è di raggiungere ricavi di circa 9 miliardi di euro entro il 2025 e di tornare a essere redditizia.

Fonte: Corriere

MBDA celebra il successo del lancio di qualifica del Sistema GRIFO con il missile CAMM-ER: Una nuova era per la difesa aerea italiana

MBDA celebra il successo del lancio di qualifica del Sistema GRIFO con il missile CAMM-ER: Una nuova era per la difesa aerea italiana

MBDA ha recentemente condotto con successo un lancio di qualifica del Sistema GRIFO, un sistema di difesa aerea avanzata sviluppato per l’Esercito Italiano, basato sul missile CAMM-ER (Common Anti-Air Modular Missile – Extended Range). Questo sistema, parte della famiglia EMADS (Enhanced Modular Air Defence Solutions) di MBDA, estende la capacità di difesa aerea a corto raggio (SHORAD) dell’Italia, con il CAMM-ER che fa parte della famiglia di missili CAMM che forniscono una copertura a 360°.

Il test ha segnato un successo significativo in quanto il Posto Comando Modulo di Ingaggio (PCMI) del sistema GRIFO è stato per la prima volta testato e qualificato integrato con il lanciatore e il missile CAMM-ER. La prova, contro un drone simulante un attacco aereo nemico, ha confermato le capacità di difesa e le prestazioni del sistema in modalità integrata.

MBDA è la design authority dell’intero sistema e dei suoi principali sotto sistemi, tra cui il PCMI, il lanciatore e il missile CAMM-ER. Durante il test, il PCMI ha identificato e classificato il drone bersaglio, valutato la minaccia e comandato con successo il lancio del CAMM-ER per neutralizzarla.

Il successo della qualifica è stato ottenuto grazie al lavoro congiunto dei team di Italia e Regno Unito, insieme al cliente italiano. Il CAMM-ER, missile a portata estesa della famiglia CAMM, sostituirà il missile Aspide nel sistema di difesa aerea MAADS dell’Aeronautica Militare italiana e sarà integrato nel sistema navale Albatros NG per ottimizzare le capacità di difesa navale.

Il CAMM-ER è dotato di un seeker attivo avanzato e di un nuovo motore progettato da AVIO per estendere la portata rispetto alla versione CAMM base. Inoltre, la famiglia CAMM può essere integrata con vari radar e sistemi di comando e controllo per fornire una soluzione modulare avanzata di difesa aerea.

Fonte: Comunicato MBDA

MBDA ha recentemente condotto con successo un lancio di qualifica del Sistema GRIFO, un sistema di difesa aerea avanzata sviluppato per l’Esercito Italiano, basato sul missile CAMM-ER (Common Anti-Air Modular Missile – Extended Range). Questo sistema, parte della famiglia EMADS (Enhanced Modular Air Defence Solutions) di MBDA, estende la capacità di difesa aerea a corto raggio (SHORAD) dell’Italia, con il CAMM-ER che fa parte della famiglia di missili CAMM che forniscono una copertura a 360°.

Il test ha segnato un successo significativo in quanto il Posto Comando Modulo di Ingaggio (PCMI) del sistema GRIFO è stato per la prima volta testato e qualificato integrato con il lanciatore e il missile CAMM-ER. La prova, contro un drone simulante un attacco aereo nemico, ha confermato le capacità di difesa e le prestazioni del sistema in modalità integrata.

MBDA è la design authority dell’intero sistema e dei suoi principali sotto sistemi, tra cui il PCMI, il lanciatore e il missile CAMM-ER. Durante il test, il PCMI ha identificato e classificato il drone bersaglio, valutato la minaccia e comandato con successo il lancio del CAMM-ER per neutralizzarla.

Il successo della qualifica è stato ottenuto grazie al lavoro congiunto dei team di Italia e Regno Unito, insieme al cliente italiano. Il CAMM-ER, missile a portata estesa della famiglia CAMM, sostituirà il missile Aspide nel sistema di difesa aerea MAADS dell’Aeronautica Militare italiana e sarà integrato nel sistema navale Albatros NG per ottimizzare le capacità di difesa navale.

Il CAMM-ER è dotato di un seeker attivo avanzato e di un nuovo motore progettato da AVIO per estendere la portata rispetto alla versione CAMM base. Inoltre, la famiglia CAMM può essere integrata con vari radar e sistemi di comando e controllo per fornire una soluzione modulare avanzata di difesa aerea.

Fonte: Comunicato MBDA

Futuro nucleare dell’Italia: Mini-reattori al centro delle scelte energetiche

Futuro nucleare dell’Italia: Mini-reattori al centro delle scelte energetiche

Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha delineato la posizione del governo italiano riguardo all’energia nucleare, escludendo la costruzione di nuove centrali tradizionali ma confermando l’interesse per gli Small Modular Reactors (SMR) in un futuro prossimo. Questa dichiarazione segue il discorso della premier Giorgia Meloni alla Cop28 di Dubai, dove ha sottolineato l’approccio italiano alla neutralità tecnologica e sembrava concentrarsi sullo sviluppo della fusione nucleare.

Il governo Meloni ha avviato misure per reintrodurre l’energia nucleare in Italia, inserendo l’atomo nel nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) con l’obiettivo di riavviare la capacità nazionale di generare energia atomica entro il 2050. Attualmente, si concentrano sulla ricerca e il potenziamento dell’industria nucleare italiana, destinando finanziamenti alla ricerca sulla fissione e la fusione nucleare, nonché agli SMR e agli Advanced Modular Reactor (AMR).

Il governo ha stanziato fondi per la ricerca nucleare, inclusi quelli per il DTT dell’ENEA sulla fusione e per sviluppare tecnologie come il raffreddamento a piombo fuso dei reattori di IV generazione. Inoltre, ha istituito la Piattaforma Nazionale per il Nucleare Sostenibile per coordinare l’industria e la ricerca nel settore.

La posizione del governo si concentra principalmente sugli SMR, prospettando la loro disponibilità sul mercato entro una decina d’anni. Tuttavia, Legambiente critica questa direzione, sostenendo che il nucleare sia una tecnologia in declino e che il costo del nucleare superi quello delle energie rinnovabili.

Fonte: Rinnovabili

Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha delineato la posizione del governo italiano riguardo all’energia nucleare, escludendo la costruzione di nuove centrali tradizionali ma confermando l’interesse per gli Small Modular Reactors (SMR) in un futuro prossimo. Questa dichiarazione segue il discorso della premier Giorgia Meloni alla Cop28 di Dubai, dove ha sottolineato l’approccio italiano alla neutralità tecnologica e sembrava concentrarsi sullo sviluppo della fusione nucleare.

Il governo Meloni ha avviato misure per reintrodurre l’energia nucleare in Italia, inserendo l’atomo nel nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) con l’obiettivo di riavviare la capacità nazionale di generare energia atomica entro il 2050. Attualmente, si concentrano sulla ricerca e il potenziamento dell’industria nucleare italiana, destinando finanziamenti alla ricerca sulla fissione e la fusione nucleare, nonché agli SMR e agli Advanced Modular Reactor (AMR).

Il governo ha stanziato fondi per la ricerca nucleare, inclusi quelli per il DTT dell’ENEA sulla fusione e per sviluppare tecnologie come il raffreddamento a piombo fuso dei reattori di IV generazione. Inoltre, ha istituito la Piattaforma Nazionale per il Nucleare Sostenibile per coordinare l’industria e la ricerca nel settore.

La posizione del governo si concentra principalmente sugli SMR, prospettando la loro disponibilità sul mercato entro una decina d’anni. Tuttavia, Legambiente critica questa direzione, sostenendo che il nucleare sia una tecnologia in declino e che il costo del nucleare superi quello delle energie rinnovabili.

Fonte: Rinnovabili

EDF Nuward: la Commissione europea approva un aiuto di Stato di 300 milioni di euro per lo sviluppatore di reattori nucleari francese

EDF Nuward: la Commissione europea approva un aiuto di Stato di 300 milioni di euro per lo sviluppatore di reattori nucleari francese

La Commissione europea ha approvato un piano di aiuti di Stato da 300 milioni di euro a favore di Nuward, uno sviluppatore francese di piccoli reattori nucleari modulari (SMR). Questi SMR, che vanno da 2 a 300 MW, possono soddisfare il fabbisogno energetico locale e sostituire le centrali a carbone e a gas. Nuward, una filiale di EDF, prevede di sviluppare un reattore da 300 MW per sostituire le centrali a carbone in Europa, con l’obiettivo di metterlo in funzione entro il 2035.

Il finanziamento sosterrà la fase di ricerca e sviluppo del progetto preliminare del reattore, finalizzata ad assicurare la coerenza complessiva del progetto e a garantirne il buon funzionamento. Questa fase consentirà inoltre di preparare le dimostrazioni di sicurezza necessarie per ottenere l’approvazione delle autorità di sicurezza nucleare.

Questo sostegno fa parte di un pacchetto complessivo di 500 milioni di euro annunciato dal presidente francese Emmanuel Macron nel febbraio 2022. Nuward sottolinea che questo sostegno finanziario le consentirà di competere con i suoi rivali, in particolare con aziende americane come NuScale, che sta sviluppando SMR anche in Europa.

La Commissione europea sostiene gli SMR come parte dei suoi obiettivi di decarbonizzazione dell’economia dell’UE entro il 2040 e sta incoraggiando la formazione di un’alleanza industriale per questo settore. Anche altri produttori, come NuScale, stanno cercando di entrare nel mercato europeo, con l’intenzione di installare reattori entro il 2029.

Fonte: Euractiv

La Commissione europea ha approvato un piano di aiuti di Stato da 300 milioni di euro a favore di Nuward, uno sviluppatore francese di piccoli reattori nucleari modulari (SMR). Questi SMR, che vanno da 2 a 300 MW, possono soddisfare il fabbisogno energetico locale e sostituire le centrali a carbone e a gas. Nuward, una filiale di EDF, prevede di sviluppare un reattore da 300 MW per sostituire le centrali a carbone in Europa, con l’obiettivo di metterlo in funzione entro il 2035.

Il finanziamento sosterrà la fase di ricerca e sviluppo del progetto preliminare del reattore, finalizzata ad assicurare la coerenza complessiva del progetto e a garantirne il buon funzionamento. Questa fase consentirà inoltre di preparare le dimostrazioni di sicurezza necessarie per ottenere l’approvazione delle autorità di sicurezza nucleare.

Questo sostegno fa parte di un pacchetto complessivo di 500 milioni di euro annunciato dal presidente francese Emmanuel Macron nel febbraio 2022. Nuward sottolinea che questo sostegno finanziario le consentirà di competere con i suoi rivali, in particolare con aziende americane come NuScale, che sta sviluppando SMR anche in Europa.

La Commissione europea sostiene gli SMR come parte dei suoi obiettivi di decarbonizzazione dell’economia dell’UE entro il 2040 e sta incoraggiando la formazione di un’alleanza industriale per questo settore. Anche altri produttori, come NuScale, stanno cercando di entrare nel mercato europeo, con l’intenzione di installare reattori entro il 2029.

Fonte: Euractiv

Daniela Gentile: Ansaldo Nucleare proietta l’Italia verso il Futuro Nucleare con SMR e Fusione

Daniela Gentile: Ansaldo Nucleare proietta l’Italia verso il Futuro Nucleare con SMR e Fusione

Ansaldo Nucleare, nonostante l’Italia abbia abbandonato il nucleare da tempo, ha continuato a lavorare e a specializzarsi nelle tecnologie di quarta generazione. L’amministratrice delegata, Daniela Gentile, ha illustrato in un’intervista rilasciata a Radiocor durante il G7 Energia la strategia dell’azienda, che si focalizzerà nel medio termine sugli Small Modular Reactors (SMR) e nel lungo periodo sulla fusione nucleare.

Ansaldo Nucleare guarda ora alla Slovenia, dopo aver operato con successo in Romania dal 1980. In Romania, l’azienda ha costruito due unità della Centrale nucleare di Cernavoda e ora sta lavorando all’allungamento della vita utile di una di queste unità e al completamento di due nuove unità. Queste attività offrono opportunità sia per Ansaldo Nucleare che per altre aziende italiane, con la possibilità di coinvolgere una supply chain italiana già preparata per operare in Europa.

Guardando al futuro, Ansaldo Nucleare sta esplorando opportunità in altri paesi dell’Europa orientale, dove l’estensione della vita utile delle centrali nucleari sarà una sfida importante nei prossimi decenni. Nel medio termine, l’azienda sta collaborando con Edf ed Edison per sviluppare impianti con tecnologia Nuward, mentre sul lungo termine sta investendo nella tecnologia della nuova generazione raffreddata al piombo e partecipa attivamente al progetto ITER per la fusione nucleare.

Gentile ritiene che l’Italia abbia mantenuto competenze significative nel settore nucleare, offrendo una solida base su cui costruire un ritorno al nucleare nel paese. La decisione del ministro dell’Ambiente di inserire scenari relativi alla produzione di energia nucleare nel Pniec è vista come un importante punto di partenza, sebbene sia necessario lavorare su un programma robusto e affidabile e sulla comunicazione efficace dei benefici del nucleare.

Fonte: IlSole24Ore

Ansaldo Nucleare, nonostante l’Italia abbia abbandonato il nucleare da tempo, ha continuato a lavorare e a specializzarsi nelle tecnologie di quarta generazione. L’amministratrice delegata, Daniela Gentile, ha illustrato in un’intervista rilasciata a Radiocor durante il G7 Energia la strategia dell’azienda, che si focalizzerà nel medio termine sugli Small Modular Reactors (SMR) e nel lungo periodo sulla fusione nucleare.

Ansaldo Nucleare guarda ora alla Slovenia, dopo aver operato con successo in Romania dal 1980. In Romania, l’azienda ha costruito due unità della Centrale nucleare di Cernavoda e ora sta lavorando all’allungamento della vita utile di una di queste unità e al completamento di due nuove unità. Queste attività offrono opportunità sia per Ansaldo Nucleare che per altre aziende italiane, con la possibilità di coinvolgere una supply chain italiana già preparata per operare in Europa.

Guardando al futuro, Ansaldo Nucleare sta esplorando opportunità in altri paesi dell’Europa orientale, dove l’estensione della vita utile delle centrali nucleari sarà una sfida importante nei prossimi decenni. Nel medio termine, l’azienda sta collaborando con Edf ed Edison per sviluppare impianti con tecnologia Nuward, mentre sul lungo termine sta investendo nella tecnologia della nuova generazione raffreddata al piombo e partecipa attivamente al progetto ITER per la fusione nucleare.

Gentile ritiene che l’Italia abbia mantenuto competenze significative nel settore nucleare, offrendo una solida base su cui costruire un ritorno al nucleare nel paese. La decisione del ministro dell’Ambiente di inserire scenari relativi alla produzione di energia nucleare nel Pniec è vista come un importante punto di partenza, sebbene sia necessario lavorare su un programma robusto e affidabile e sulla comunicazione efficace dei benefici del nucleare.

Fonte: IlSole24Ore

Leonardo: Il volo del convertiplano AW609 sopra Mondovì è un passo verso il futuro dell’aviazione

Leonardo: Il volo del convertiplano AW609 sopra Mondovì è un passo verso il futuro dell’aviazione

Nel cielo di Mondovì e della Bassa Langa, un evento straordinario ha catturato l’attenzione degli abitanti: il primo volo del convertiplano AW609 di Leonardo, noto anche come Prova 24. Mercoledì 24 aprile, mentre numerosi velivoli solcavano l’aria, Giovanni John Aimo, veterano dei cieli, avvistava per la prima volta il tanto atteso AW609.

Frutto di vent’anni di ricerca e sviluppo da parte del gruppo industriale internazionale Leonardo, il convertiplano rappresenta una svolta nella mobilità aerea verticale. Combina la velocità e il comfort di un aereo ad ala fissa con la flessibilità e la capacità di decollo e atterraggio verticale di un elicottero.

Ha una velocità massima quasi doppia rispetto a un elicottero tradizionale ed è progettato per affrontare missioni diverse, dal trasporto esecutivo ai servizi medici d’emergenza, dalle missioni di ricerca e soccorso alla sicurezza pubblica.

Questo volo inaugurale rappresenta un passo significativo verso il futuro dell’aviazione. Con una cabina pressurizzata che consente di viaggiare a oltre 7.500 metri di quota, questo velivolo promette prestazioni senza precedenti, aprendo nuove possibilità per il trasporto e la sicurezza aerea.

Fonte: LaStampa

Nel cielo di Mondovì e della Bassa Langa, un evento straordinario ha catturato l’attenzione degli abitanti: il primo volo del convertiplano AW609 di Leonardo, noto anche come Prova 24. Mercoledì 24 aprile, mentre numerosi velivoli solcavano l’aria, Giovanni John Aimo, veterano dei cieli, avvistava per la prima volta il tanto atteso AW609.

Frutto di vent’anni di ricerca e sviluppo da parte del gruppo industriale internazionale Leonardo, il convertiplano rappresenta una svolta nella mobilità aerea verticale. Combina la velocità e il comfort di un aereo ad ala fissa con la flessibilità e la capacità di decollo e atterraggio verticale di un elicottero. Ha una velocità massima quasi doppia rispetto a un elicottero tradizionale ed è progettato per affrontare missioni diverse, dal trasporto esecutivo ai servizi medici d’emergenza, dalle missioni di ricerca e soccorso alla sicurezza pubblica.

Questo volo inaugurale rappresenta un passo significativo verso il futuro dell’aviazione. Con una cabina pressurizzata che consente di viaggiare a oltre 7.500 metri di quota, questo velivolo promette prestazioni senza precedenti, aprendo nuove possibilità per il trasporto e la sicurezza aerea.

Fonte: LaStampa

Fincantieri: Approvato il bilancio 2023 e il piano di azionariato per dipendenti

Fincantieri: Approvato il Bilancio 2023 e il Piano di Azionariato per Dipendenti

L’Assemblea Ordinaria degli Azionisti di Fincantieri, tenutasi il 23 aprile a Trieste, ha ratificato decisioni cruciali per il futuro della società navale. Approvato all’unanimità il Bilancio di esercizio 2023, che si è chiuso con un utile di 7.586.644 euro, la riunione ha anche dato il via libera al Bilancio consolidato 2023.

Tra le risoluzioni adottate, spicca l’approvazione del “Piano di Azionariato Diffuso 2024-2025” destinato al personale del Gruppo Fincantieri. Questo programma prevede l’assegnazione gratuita di azioni ordinarie ogni 5 azioni di Fincantieri acquistate dai dipendenti. Tale iniziativa mira a coinvolgere attivamente i lavoratori nel successo aziendale, offrendo loro la possibilità di partecipare agli assetti azionari.

Inoltre, l’Assemblea ha autorizzato l’acquisto e la disposizione di azioni proprie, confermando la volontà di Fincantieri di gestire in modo dinamico il proprio capitale sociale. Questa decisione permetterà alla società di implementare strategie flessibili di gestione finanziaria, mantenendo al contempo la stabilità e l’integrità del mercato azionario.

Infine, l’approvazione della Relazione sulla politica in materia di remunerazione e compensi corrisposti sottolinea l’impegno di Fincantieri verso la trasparenza e l’equità nell’amministrazione delle risorse aziendali. La decisione di favorire la seconda sezione della relazione, concernente i compensi corrisposti, riflette un consenso positivo da parte degli azionisti riguardo alla gestione retributiva adottata.

In un contesto di sfide e opportunità in continua evoluzione nel settore navale, le decisioni prese confermano l’impegno di Fincantieri nel perseguire una gestione responsabile e orientata al futuro, puntando sulla valorizzazione delle risorse umane e sulla solidità finanziaria per mantenere la propria leadership sul mercato.

Fonte: Fincantieri

L’Assemblea Ordinaria degli Azionisti di Fincantieri, tenutasi il 23 aprile a Trieste, ha ratificato decisioni cruciali per il futuro della società navale. Approvato all’unanimità il Bilancio di esercizio 2023, che si è chiuso con un utile di 7.586.644 euro, la riunione ha anche dato il via libera al Bilancio consolidato 2023.

Tra le risoluzioni adottate, spicca l’approvazione del “Piano di Azionariato Diffuso 2024-2025” destinato al personale del Gruppo Fincantieri. Questo programma prevede l’assegnazione gratuita di azioni ordinarie ogni 5 azioni di Fincantieri acquistate dai dipendenti. Tale iniziativa mira a coinvolgere attivamente i lavoratori nel successo aziendale, offrendo loro la possibilità di partecipare agli assetti azionari.

Inoltre, l’Assemblea ha autorizzato l’acquisto e la disposizione di azioni proprie, confermando la volontà di Fincantieri di gestire in modo dinamico il proprio capitale sociale. Questa decisione permetterà alla società di implementare strategie flessibili di gestione finanziaria, mantenendo al contempo la stabilità e l’integrità del mercato azionario.

Infine, l’approvazione della Relazione sulla politica in materia di remunerazione e compensi corrisposti sottolinea l’impegno di Fincantieri verso la trasparenza e l’equità nell’amministrazione delle risorse aziendali. La decisione di favorire la seconda sezione della relazione, concernente i compensi corrisposti, riflette un consenso positivo da parte degli azionisti riguardo alla gestione retributiva adottata.

In un contesto di sfide e opportunità in continua evoluzione nel settore navale, le decisioni prese confermano l’impegno di Fincantieri nel perseguire una gestione responsabile e orientata al futuro, puntando sulla valorizzazione delle risorse umane e sulla solidità finanziaria per mantenere la propria leadership sul mercato.

Fonte: Fincantieri

Il biometano, protagonista della transizione energetica europea entro il 2040

Il biometano, protagonista della transizione energetica europea entro il 2040

Il biometano potrebbe coprire il 30% della domanda europea di gas entro il 2040. Secondo un nuovo rapporto commissionato dall’Associazione europea del biogas (Eba), il potenziale di produzione di biometano in Europa potrebbe raggiungere i 111 miliardi di metri cubi entro il 2040, di cui 101 miliardi per l’UE-27. Questa stima si basa su una crescita significativa del biogas, con proiezioni che suggeriscono che potrebbe soddisfare circa un terzo della domanda totale di gas nella regione. Questa stima si basa su una crescita significativa del biogas, le cui proiezioni indicano che potrebbe soddisfare circa un terzo della domanda totale di gas nella regione.

L’Italia si colloca al quarto posto in Europa in termini di potenziale produttivo, sottolineando il suo ruolo cruciale in questa transizione energetica.Secondo le stime, Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito sono i principali contributori al potenziale totale di biometano, rappresentando insieme più della metà della capacità prevista.

L’analisi prevede anche un cambiamento nelle materie prime utilizzate, con colture sequenziali, residui agricoli, letame, rifiuti di legno e la frazione organica dei rifiuti solidi urbani che svolgeranno un ruolo fondamentale.

Queste fonti rappresenterebbero fino all’85% del biometano totale previsto per il 2040.

Mentre l’attuale produzione di biometano e biogas in Europa si basa principalmente sulla digestione anaerobica, il rapporto prevede un aumento dell’uso della gassificazione termica, che potrebbe rappresentare oltre il 30% della produzione totale entro il 2040 e il 40% entro il 2050. Questo sviluppo deriva dall’espansione delle tecnologie e dalla diversificazione delle fonti di alimentazione.

Queste proiezioni indicano una trasformazione significativa del panorama energetico europeo, con il biometano che emerge come attore chiave nella transizione verso fonti energetiche più sostenibili e rinnovabili. Tuttavia, la realizzazione di queste previsioni dipenderà da politiche favorevoli e da investimenti sostenuti nelle infrastrutture e nelle tecnologie associate al biogas.

Fonte: EuropeanBiogas

Il biometano potrebbe coprire il 30% della domanda europea di gas entro il 2040. Secondo un nuovo rapporto commissionato dall’Associazione europea del biogas (Eba), il potenziale di produzione di biometano in Europa potrebbe raggiungere i 111 miliardi di metri cubi entro il 2040, di cui 101 miliardi per l’UE-27. Questa stima si basa su una crescita significativa del biogas, con proiezioni che suggeriscono che potrebbe soddisfare circa un terzo della domanda totale di gas nella regione. Questa stima si basa su una crescita significativa del biogas, le cui proiezioni indicano che potrebbe soddisfare circa un terzo della domanda totale di gas nella regione.

L’Italia si colloca al quarto posto in Europa in termini di potenziale produttivo, sottolineando il suo ruolo cruciale in questa transizione energetica.Secondo le stime, Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito sono i principali contributori al potenziale totale di biometano, rappresentando insieme più della metà della capacità prevista.

L’analisi prevede anche un cambiamento nelle materie prime utilizzate, con colture sequenziali, residui agricoli, letame, rifiuti di legno e la frazione organica dei rifiuti solidi urbani che svolgeranno un ruolo fondamentale. Queste fonti rappresenterebbero fino all’85% del biometano totale previsto per il 2040.

Mentre l’attuale produzione di biometano e biogas in Europa si basa principalmente sulla digestione anaerobica, il rapporto prevede un aumento dell’uso della gassificazione termica, che potrebbe rappresentare oltre il 30% della produzione totale entro il 2040 e il 40% entro il 2050. Questo sviluppo deriva dall’espansione delle tecnologie e dalla diversificazione delle fonti di alimentazione.

Queste proiezioni indicano una trasformazione significativa del panorama energetico europeo, con il biometano che emerge come attore chiave nella transizione verso fonti energetiche più sostenibili e rinnovabili. Tuttavia, la realizzazione di queste previsioni dipenderà da politiche favorevoli e da investimenti sostenuti nelle infrastrutture e nelle tecnologie associate al biogas.

Fonte: EuropeanBiogas

NextChem porta Maire all’85% di MyReplast: investimento da 8,9 milioni nell’economia circolare

NextChem porta Maire all’85% di MyReplast: investimento da 8,9 milioni nell’economia circolare

Il gruppo Maire ha intensificato il suo impegno nell’economia circolare attraverso l’acquisizione di una quota maggioritaria del 34% in MyReplast Industries e MyReplast, tramite la sua controllata NextChem. Questa mossa porta NextChem Tech a possedere l’85% delle azioni di entrambe le società, con il restante 15% detenuto da un imprenditore locale. L’operazione, del valore di circa 8,9 milioni di euro, prevede pagamenti differiti fino al 2027.

MyReplast Industries gestisce uno stabilimento a Bedizzole, Italia, che utilizza un processo di upcycling meccanico per produrre polimeri riciclati e compositi di alta qualità. Questi materiali possono sostituire la plastica vergine in vari settori industriali come l’automotive e le costruzioni.

La tecnologia proprietaria di MyReplast, NX Replast, è stata scelta per un progetto di upcycling della plastica da Aliplast e ha ottenuto finanziamenti nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per migliorare l’automazione e la qualità della produzione.

L’amministratore delegato di Maire, Alessandro Bernini, ha sottolineato l’importanza di questa operazione nel raggiungere gli obiettivi strategici del gruppo e nel rafforzare NextChem come fornitore di soluzioni tecnologiche per la transizione energetica. Inoltre, ha evidenziato l’impegno crescente verso l’economia circolare.

Date le recenti normative e la crescente crisi dei rifiuti, la transizione verso soluzioni circolari è vista come essenziale. Il mercato dei polimeri ha visto un aumento significativo nel consumo globale di plastica, e in questo contesto, l’attenzione sull’upcycling e sul riciclo diventa cruciale.

Il titolo Maire ha subito una leggera diminuzione a seguito dell’annuncio, ma l’azienda continua a essere considerata una blue chip di Piazza Affari, offrendo un rendimento attrattivo agli investitori.

Fonte: MilanoFinanza

Il gruppo Maire ha intensificato il suo impegno nell’economia circolare attraverso l’acquisizione di una quota maggioritaria del 34% in MyReplast Industries e MyReplast, tramite la sua controllata NextChem. Questa mossa porta NextChem Tech a possedere l’85% delle azioni di entrambe le società, con il restante 15% detenuto da un imprenditore locale. L’operazione, del valore di circa 8,9 milioni di euro, prevede pagamenti differiti fino al 2027.

MyReplast Industries gestisce uno stabilimento a Bedizzole, Italia, che utilizza un processo di upcycling meccanico per produrre polimeri riciclati e compositi di alta qualità. Questi materiali possono sostituire la plastica vergine in vari settori industriali come l’automotive e le costruzioni.

La tecnologia proprietaria di MyReplast, NX Replast, è stata scelta per un progetto di upcycling della plastica da Aliplast e ha ottenuto finanziamenti nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per migliorare l’automazione e la qualità della produzione.

L’amministratore delegato di Maire, Alessandro Bernini, ha sottolineato l’importanza di questa operazione nel raggiungere gli obiettivi strategici del gruppo e nel rafforzare NextChem come fornitore di soluzioni tecnologiche per la transizione energetica. Inoltre, ha evidenziato l’impegno crescente verso l’economia circolare.

Date le recenti normative e la crescente crisi dei rifiuti, la transizione verso soluzioni circolari è vista come essenziale. Il mercato dei polimeri ha visto un aumento significativo nel consumo globale di plastica, e in questo contesto, l’attenzione sull’upcycling e sul riciclo diventa cruciale.

Il titolo Maire ha subito una leggera diminuzione a seguito dell’annuncio, ma l’azienda continua a essere considerata una blue chip di Piazza Affari, offrendo un rendimento attrattivo agli investitori.

Fonte: MilanoFinanza

Lo Stato francese afferma il suo ruolo strategico in EssilorLuxottica con un investimento di 600 milioni di euro

Lo Stato francese afferma il suo ruolo strategico in EssilorLuxottica con un investimento di 600 milioni di euro

Il governo francese ha recentemente aumentato il proprio investimento nel gigante dell’occhialeria EssilorLuxottica, portando la propria partecipazione al 4%. L’aumento è stato effettuato tramite la Caisse des Dépôts et Consignations (CDC), che ora detiene il 2,41% del capitale, insieme alla quota detenuta da Bpifrance. Questa strategia fa parte di un’iniziativa più ampia volta a rafforzare l’influenza francese all’interno dell’azienda, in particolare a livello di consiglio di amministrazione e di gestione.

L’iniziativa del governo francese è iniziata nel 2021 con la fusione tra Essilor e Luxottica. In quel momento, Bpifrance ha acquisito una partecipazione strategica stimata intorno al 2% del capitale, garantendo una rappresentanza nel Consiglio di Amministrazione. Allo stesso tempo, CDC ha aumentato gradualmente la sua partecipazione fino a superare il 2%, consolidando la presenza francese nell’azienda.

Anche altri attori francesi, come banche e investitori istituzionali, si sono aggiunti, portando la quota totale francese a circa il 2,6% del capitale. L’obiettivo di questa strategia è quello di dare alla Francia una voce influente in una delle industrie più emblematiche e influenti del mondo, soprattutto in vista dell’assemblea annuale in cui vengono prese importanti decisioni sulla direzione dell’azienda.

Questo aumento dell’influenza francese arriva in un momento in cui EssilorLuxottica continua ad espandersi, in particolare in Giappone con l’acquisizione di Washin. Sottolinea la determinazione del governo francese a svolgere un ruolo significativo nel futuro del gigante dell’occhialeria, garantendo che i suoi interessi e quelli dei suoi partner nazionali siano presi in considerazione nelle decisioni strategiche dell’azienda.

Fonte: First Online

Il governo francese ha recentemente aumentato il proprio investimento nel gigante dell’occhialeria EssilorLuxottica, portando la propria partecipazione al 4%. L’aumento è stato effettuato tramite la Caisse des Dépôts et Consignations (CDC), che ora detiene il 2,41% del capitale, insieme alla quota detenuta da Bpifrance. Questa strategia fa parte di un’iniziativa più ampia volta a rafforzare l’influenza francese all’interno dell’azienda, in particolare a livello di consiglio di amministrazione e di gestione.

L’iniziativa del governo francese è iniziata nel 2021 con la fusione tra Essilor e Luxottica. In quel momento, Bpifrance ha acquisito una partecipazione strategica stimata intorno al 2% del capitale, garantendo una rappresentanza nel Consiglio di Amministrazione. Allo stesso tempo, CDC ha aumentato gradualmente la sua partecipazione fino a superare il 2%, consolidando la presenza francese nell’azienda.

Anche altri attori francesi, come banche e investitori istituzionali, si sono aggiunti, portando la quota totale francese a circa il 2,6% del capitale. L’obiettivo di questa strategia è quello di dare alla Francia una voce influente in una delle industrie più emblematiche e influenti del mondo, soprattutto in vista dell’assemblea annuale in cui vengono prese importanti decisioni sulla direzione dell’azienda.

Questo aumento dell’influenza francese arriva in un momento in cui EssilorLuxottica continua ad espandersi, in particolare in Giappone con l’acquisizione di Washin. Sottolinea la determinazione del governo francese a svolgere un ruolo significativo nel futuro del gigante dell’occhialeria, garantendo che i suoi interessi e quelli dei suoi partner nazionali siano presi in considerazione nelle decisioni strategiche dell’azienda.

Fonte: First Online

Snam: Nuova emissione da 750 milioni di euro ottiene un successo record sul mercato obbligazionario

Snam: Nuova emissione da 750 milioni di euro ottiene un successo record sul mercato obbligazionario

Snam ha recentemente emesso un’obbligazione a tasso variabile senior unsecured da 750 milioni di euro, con scadenza a 2 anni e un interesse pari all’Euribor a tre mesi più lo 0,40%. Questa operazione, parte della strategia finanziaria dell’azienda per ridurre il costo del debito, ha ricevuto un’elevata domanda sul mercato, triplicando l’offerta. L’emissione è stata gestita da diverse banche, inclusa Banca Akros, Bnp Paribas, Crédit Agricole Cib, Imi-Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Questa nuova emissione segue rapidamente quella effettuata il 12 febbraio 2024,

che comprendeva un green bond da 500 milioni di euro per progetti eco-sostenibili e un sustainability-linked bond da 1 miliardo di euro, entrambi con scadenze più lunghe e cedole annue più alte.

Gli esperti di Intermonte raccomandano gli investimenti nel settore delle utilities, come Snam, per le valutazioni interessanti nel mercato primario e la solidità delle entrate. Con l’inflazione europea in calo e i tassi stabili, il settore delle utilities offre un potenziale interessante per gli investitori, insieme al settore finanziario. Anche il settore immobiliare è considerato attraente per le valutazioni favorevoli e l’aumento dei canoni di locazione, specialmente negli uffici, nella logistica e nel retail.

Fonte: MilanoFinanza

Snam ha recentemente emesso un’obbligazione a tasso variabile senior unsecured da 750 milioni di euro, con scadenza a 2 anni e un interesse pari all’Euribor a tre mesi più lo 0,40%. Questa operazione, parte della strategia finanziaria dell’azienda per ridurre il costo del debito, ha ricevuto un’elevata domanda sul mercato, triplicando l’offerta. L’emissione è stata gestita da diverse banche, inclusa Banca Akros, Bnp Paribas, Crédit Agricole Cib, Imi-Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Questa nuova emissione segue rapidamente quella effettuata il 12 febbraio 2024, che comprendeva un green bond da 500 milioni di euro per progetti eco-sostenibili e un sustainability-linked bond da 1 miliardo di euro, entrambi con scadenze più lunghe e cedole annue più alte.

Gli esperti di Intermonte raccomandano gli investimenti nel settore delle utilities, come Snam, per le valutazioni interessanti nel mercato primario e la solidità delle entrate. Con l’inflazione europea in calo e i tassi stabili, il settore delle utilities offre un potenziale interessante per gli investitori, insieme al settore finanziario. Anche il settore immobiliare è considerato attraente per le valutazioni favorevoli e l’aumento dei canoni di locazione, specialmente negli uffici, nella logistica e nel retail.

Fonte: MilanoFinanza

Enel: Dal carbone all’innovazione, La Spezia pronta per un nuovo capitolo industriale

Enel: Dal carbone all’innovazione, La Spezia pronta per un nuovo capitolo industriale

Il Porto e la città della Spezia sono focalizzati non solo sul settore crocieristico ma anche sull’ex area della centrale Enel Eugenio Montale, a carbone, che sta per tornare in parte alla collettività. Enel ha firmato un protocollo d’intesa con il Comune della Spezia per trasformare il sito in un polo energetico innovativo, che includerebbe un sistema di accumulo di energia elettrica, un impianto fotovoltaico e la facilitazione di iniziative non energetiche. Inoltre, Enel supporterà progetti a beneficio della comunità utilizzando le aree non funzionali dell’impianto.

La riqualificazione della banchina Enel è già in corso, con la restituzione di alcune porzioni delle aree in concessione. Tuttavia, le parti delle aree non coinvolte nel progetto energetico sono oggetto di discussioni tra Enel, il Comune della Spezia, la Regione e l’Autorità portuale per determinarne le future destinazioni, considerando

anche proposte per la nautica e funzioni logistiche, specialmente dopo l’inclusione nell’area della Zona logistica semplificata spezzina.

Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha avviato discussioni positive con le imprese locali per mettere a disposizione queste aree strategiche per l’espansione o l’avvio di nuove produzioni, con benefici economici e occupazionali. Il sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini, ha confermato il lavoro continuo con Enel, la Regione e altre istituzioni per il rilancio delle aree, enfatizzando lo sviluppo basato sull’innovazione e sull’occupazione, ma con l’avvertimento che gli interventi dovranno essere approvati dal Piano urbanistico operativo.

Fonte: IlSole24Ore

Il Porto e la città della Spezia sono focalizzati non solo sul settore crocieristico ma anche sull’ex area della centrale Enel Eugenio Montale, a carbone, che sta per tornare in parte alla collettività. Enel ha firmato un protocollo d’intesa con il Comune della Spezia per trasformare il sito in un polo energetico innovativo, che includerebbe un sistema di accumulo di energia elettrica, un impianto fotovoltaico e la facilitazione di iniziative non energetiche. Inoltre, Enel supporterà progetti a beneficio della comunità utilizzando le aree non funzionali dell’impianto.

La riqualificazione della banchina Enel è già in corso, con la restituzione di alcune porzioni delle aree in concessione. Tuttavia, le parti delle aree non coinvolte nel progetto energetico sono oggetto di discussioni tra Enel, il Comune della Spezia, la Regione e l’Autorità portuale per determinarne le future destinazioni, considerando anche proposte per la nautica e funzioni logistiche, specialmente dopo l’inclusione nell’area della Zona logistica semplificata spezzina.

Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha avviato discussioni positive con le imprese locali per mettere a disposizione queste aree strategiche per l’espansione o l’avvio di nuove produzioni, con benefici economici e occupazionali. Il sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini, ha confermato il lavoro continuo con Enel, la Regione e altre istituzioni per il rilancio delle aree, enfatizzando lo sviluppo basato sull’innovazione e sull’occupazione, ma con l’avvertimento che gli interventi dovranno essere approvati dal Piano urbanistico operativo.

Fonte: IlSole24Ore

Partnership strategica: NextChem e Vallourec uniscono le forze per il futuro dell’idrogeno verde

Partnership strategica: NextChem e Vallourec uniscono le forze per il futuro dell’idrogeno verde

NextChem e Vallourec hanno annunciato una partnership per integrare la soluzione di stoccaggio dell’idrogeno tubolare Delphy di Vallourec nei progetti di produzione di idrogeno e ammoniaca verde. La soluzione di stoccaggio consente di immagazzinare idrogeno gassoso su larga scala utilizzando colonne di tubi, rendendo possibile lo stoccaggio di un quantitativo di idrogeno compreso tra 1 e 100 tonnellate in modo sicuro nel sottosuolo con un ingombro minimo.

Questa partnership mira a risolvere il problema dell’intermittenza della produzione di idrogeno verde basata sulle energie rinnovabili, garantendo una fornitura continua ai processi industriali che consumano idrogeno, compresa la produzione di ammoniaca verde.

NextChem esaminerà l’integrazione della soluzione di stoccaggio Delphy nei suoi progetti di idrogeno verde, rafforzando così il suo portafoglio di tecnologie nel campo della transizione energetica e dell’idrogeno.

Mohammed Nafid, amministratore delegato di NextChem Tech, ha sottolineato che questa partnership segna un passo importante nella realizzazione della strategia del Gruppo Maire nel campo delle tecnologie sostenibili.
Da parte sua, Philippe Guillemot, CEO di Vallourec, ha espresso la determinazione dell’azienda a svolgere un ruolo chiave nella transizione energetica e in un’economia a basse emissioni di carbonio, contribuendo alla creazione di un’industria dell’idrogeno all’avanguardia.

In sintesi, questa partnership tra NextChem e Vallourec mira a integrare una soluzione innovativa di stoccaggio dell’idrogeno nei progetti di produzione di idrogeno verde e ammoniaca, per garantire una fornitura continua ai processi industriali, rafforzando al contempo il loro impegno nella transizione energetica e in un’economia a basse emissioni di carbonio.

Fonte: HydrogenToday

NextChem e Vallourec hanno annunciato una partnership per integrare la soluzione di stoccaggio dell’idrogeno tubolare Delphy di Vallourec nei progetti di produzione di idrogeno e ammoniaca verde. La soluzione di stoccaggio consente di immagazzinare idrogeno gassoso su larga scala utilizzando colonne di tubi, rendendo possibile lo stoccaggio di un quantitativo di idrogeno compreso tra 1 e 100 tonnellate in modo sicuro nel sottosuolo con un ingombro minimo.

Questa partnership mira a risolvere il problema dell’intermittenza della produzione di idrogeno verde basata sulle energie rinnovabili, garantendo una fornitura continua ai processi industriali che consumano idrogeno, compresa la produzione di ammoniaca verde.

NextChem esaminerà l’integrazione della soluzione di stoccaggio Delphy nei suoi progetti di idrogeno verde, rafforzando così il suo portafoglio di tecnologie nel campo della transizione energetica e dell’idrogeno. Mohammed Nafid, amministratore delegato di NextChem Tech, ha sottolineato che questa partnership segna un passo importante nella realizzazione della strategia del Gruppo Maire nel campo delle tecnologie sostenibili.

Da parte sua, Philippe Guillemot, CEO di Vallourec, ha espresso la determinazione dell’azienda a svolgere un ruolo chiave nella transizione energetica e in un’economia a basse emissioni di carbonio, contribuendo alla creazione di un’industria dell’idrogeno all’avanguardia.

In sintesi, questa partnership tra NextChem e Vallourec mira a integrare una soluzione innovativa di stoccaggio dell’idrogeno nei progetti di produzione di idrogeno verde e ammoniaca, per garantire una fornitura continua ai processi industriali, rafforzando al contempo il loro impegno nella transizione energetica e in un’economia a basse emissioni di carbonio.

Fonte: HydrogenToday

STMicroelectronics finanzia 12 premi di studio per studenti di ingegneria elettronica all’Università di Catania

STMicroelectronics finanzia 12 premi di studio per studenti di ingegneria elettronica all’Università di Catania

STMicroelectronics ha annunciato la concessione di 12 premi di studio destinati a studenti iscritti al corso di laurea magistrale in Ingegneria Elettronica presso l’Università di Catania per l’anno accademico 2023/2024. L’obiettivo di questa iniziativa congiunta è promuovere l’approfondimento degli studi in un settore che offre ampie prospettive professionali, destinate a crescere ulteriormente nel tempo. La presenza delle attività manifatturiere, di progettazione e di ricerca di ST nel territorio catanese offre opportunità di impiego per gli ingegneri elettronici desiderosi di confrontarsi con le sfide proposte da un’azienda globale di grande portata, con oltre 50.000 dipendenti distribuiti in cinque continenti, di cui più di 5.000 nella regione siciliana.

I premi, del valore di 8.000 euro ciascuno, saranno assegnati sulla base del merito e saranno erogati in due rate, nel primo e nel secondo anno del corso di laurea magistrale. In aggiunta al premio in denaro, i vincitori avranno l’opportunità di partecipare a programmi di mentorship guidati dal personale tecnico di STMicroelectronics per l’intera durata degli studi. Potranno inoltre beneficiare di incontri formativi, elaborare un piano individuale in accordo con i referenti aziendali e avere la possibilità di svolgere la tesi di laurea e/o un tirocinio formativo presso gli uffici e i laboratori dell’azienda.

Le candidature devono essere presentate entro il 31 marzo 2024.

Fonte: Unict

STMicroelectronics ha annunciato la concessione di 12 premi di studio destinati a studenti iscritti al corso di laurea magistrale in Ingegneria Elettronica presso l’Università di Catania per l’anno accademico 2023/2024. L’obiettivo di questa iniziativa congiunta è promuovere l’approfondimento degli studi in un settore che offre ampie prospettive professionali, destinate a crescere ulteriormente nel tempo. La presenza delle attività manifatturiere, di progettazione e di ricerca di ST nel territorio catanese offre opportunità di impiego per gli ingegneri elettronici desiderosi di confrontarsi con le sfide proposte da un’azienda globale di grande portata, con oltre 50.000 dipendenti distribuiti in cinque continenti, di cui più di 5.000 nella regione siciliana.

I premi, del valore di 8.000 euro ciascuno, saranno assegnati sulla base del merito e saranno erogati in due rate, nel primo e nel secondo anno del corso di laurea magistrale. In aggiunta al premio in denaro, i vincitori avranno l’opportunità di partecipare a programmi di mentorship guidati dal personale tecnico di STMicroelectronics per l’intera durata degli studi. Potranno inoltre beneficiare di incontri formativi, elaborare un piano individuale in accordo con i referenti aziendali e avere la possibilità di svolgere la tesi di laurea e/o un tirocinio formativo presso gli uffici e i laboratori dell’azienda.

Le candidature devono essere presentate entro il 31 marzo 2024.

Fonte: Unict

Generali: Record di premi e utili nel 2023, confermata la crescita e la solidità finanziaria

Generali: Record di premi e utili nel 2023, confermata la crescita e la solidità finanziaria

Generali ha concluso il 2023 con risultati eccezionali. I premi lordi sono aumentati del 5,6%, raggiungendo il livello record di 82,5 miliardi di euro, trainati soprattutto dalla performance positiva nel segmento Danni, che ha registrato una crescita del 12,0%. Nonostante la raccolta netta nel settore Vita sia stata negativa nel quarto trimestre, si è osservato un miglioramento generale, soprattutto per quanto riguarda i deflussi netti sulla linea risparmio. Il risultato operativo ha raggiunto un nuovo picco di 6,9 miliardi di euro, con un contributo positivo da tutti i segmenti, soprattutto dal settore Danni, che ha segnato un combined ratio migliorato al 94,0%. Anche il New Business Margin è cresciuto leggermente, raggiungendo il 5,78%.

L’utile netto normalizzato è salito del 14,1%, toccando i 3,575 miliardi di euro, mentre l’utile per azione è migliorato a 2,32 euro. La proposta di dividendi per azione è stata incrementata del 10,3% rispetto al 2022, confermando l’attenzione di Generali verso la remunerazione degli azionisti.

La posizione finanziaria è rimasta solida, con un Solvency Ratio al 220%. Il CEO di Generali, Philippe Donnet, ha elogiato la performance aziendale, attribuendola all’esecuzione efficace della strategia e alla solida posizione finanziaria. Ha ringraziato i dipendenti e gli agenti per il loro contributo e ha espresso fiducia nel futuro successo del gruppo, anche grazie alle recenti acquisizioni.

Fonte: IlSole24Ore

Generali ha concluso il 2023 con risultati eccezionali. I premi lordi sono aumentati del 5,6%, raggiungendo il livello record di 82,5 miliardi di euro, trainati soprattutto dalla performance positiva nel segmento Danni, che ha registrato una crescita del 12,0%. Nonostante la raccolta netta nel settore Vita sia stata negativa nel quarto trimestre, si è osservato un miglioramento generale, soprattutto per quanto riguarda i deflussi netti sulla linea risparmio. Il risultato operativo ha raggiunto un nuovo picco di 6,9 miliardi di euro, con un contributo positivo da tutti i segmenti, soprattutto dal settore Danni, che ha segnato un combined ratio migliorato al 94,0%. Anche il New Business Margin è cresciuto leggermente, raggiungendo il 5,78%. L’utile netto normalizzato è salito del 14,1%, toccando i 3,575 miliardi di euro, mentre l’utile per azione è migliorato a 2,32 euro. La proposta di dividendi per azione è stata incrementata del 10,3% rispetto al 2022, confermando l’attenzione di Generali verso la remunerazione degli azionisti.

La posizione finanziaria è rimasta solida, con un Solvency Ratio al 220%. Il CEO di Generali, Philippe Donnet, ha elogiato la performance aziendale, attribuendola all’esecuzione efficace della strategia e alla solida posizione finanziaria. Ha ringraziato i dipendenti e gli agenti per il loro contributo e ha espresso fiducia nel futuro successo del gruppo, anche grazie alle recenti acquisizioni.

Fonte: IlSole24Ore

Chanel e Louis Vuitton ai primi posti per esperienza del cliente secondo KPMG

Chanel e Louis Vuitton ai primi posti per esperienza del cliente secondo KPMG

La società di revisione KPMG France ha individuato Chanel e Louis Vuitton nel 2023 per l’eccellenza nella customer experience, secondo le sue ultime classifiche. Questo riconoscimento sottolinea l’importanza che i marchi del lusso attribuiscono alle relazioni con i clienti, un aspetto che è diventato cruciale nel processo di acquisto. Negli ultimi cinque anni, KPMG ha stilato una classifica intitolata “Customer Experience Excellence”, basata sulle opinioni di 7.000 consumatori intervistati nell’estate del 2023. La classifica si basa su sei criteri: integrità, risoluzione, personalizzazione, aspettative, tempo e impegno ed empatia.

MAIF si è classificata al primo posto, seguita rispettivamente da Chanel e Louis Vuitton. Chanel ha brillato in particolare nelle aree delle aspettative, dell’integrità e della personalizzazione, grazie a iniziative come il programma fedeltà “La Collection” e l’applicazione “Virtual Try On”. Per quanto riguarda Louis Vuitton, il suo impegno per la qualità del servizio e l’esperienza del cliente gli è valso punteggi elevati nelle aree Aspettative, Personalizzazione e Tempo e impegno.

Lo studio evidenzia anche l’eccellenza dell’industria della moda e della bellezza nella customer experience, grazie agli investimenti in esperienze uniche e all’uso efficace dei dati dei clienti. In sintesi, Chanel e Louis Vuitton si distinguono per il loro impegno verso una customer experience di qualità, che rafforza il loro posizionamento nel settore del lusso e della moda.

Fonte: JournalduLuxe

La società di revisione KPMG France ha individuato Chanel e Louis Vuitton nel 2023 per l’eccellenza nella customer experience, secondo le sue ultime classifiche. Questo riconoscimento sottolinea l’importanza che i marchi del lusso attribuiscono alle relazioni con i clienti, un aspetto che è diventato cruciale nel processo di acquisto. Negli ultimi cinque anni, KPMG ha stilato una classifica intitolata “Customer Experience Excellence”, basata sulle opinioni di 7.000 consumatori intervistati nell’estate del 2023. La classifica si basa su sei criteri: integrità, risoluzione, personalizzazione, aspettative, tempo e impegno ed empatia.

MAIF si è classificata al primo posto, seguita rispettivamente da Chanel e Louis Vuitton. Chanel ha brillato in particolare nelle aree delle aspettative, dell’integrità e della personalizzazione, grazie a iniziative come il programma fedeltà “La Collection” e l’applicazione “Virtual Try On”. Per quanto riguarda Louis Vuitton, il suo impegno per la qualità del servizio e l’esperienza del cliente gli è valso punteggi elevati nelle aree Aspettative, Personalizzazione e Tempo e impegno.

Lo studio evidenzia anche l’eccellenza dell’industria della moda e della bellezza nella customer experience, grazie agli investimenti in esperienze uniche e all’uso efficace dei dati dei clienti. In sintesi, Chanel e Louis Vuitton si distinguono per il loro impegno verso una customer experience di qualità, che rafforza il loro posizionamento nel settore del lusso e della moda.

Fonte: JournalduLuxe

Alexandre Sorel nominato CEO di Stellantis Financial Services: Leadership per un futuro sostenibile nell’industria automobilistica

Alexandre Sorel nominato CEO di Stellantis Financial Services: Leadership per un futuro sostenibile nell’industria automobilistica

Stellantis ha annunciato la nomina di Alexandre Sorel come nuovo Chief Executive Officer di Stellantis Financial Services per l’Europa e il Sud America, con effetto a partire dal 1° aprile 2024. Sorel prenderà il posto di Remy Bayle, che ha deciso di ritirarsi dopo 38 anni di servizio nell’azienda.

Sorel, laureato alla Reims Management School, ha dedicato l’intera sua carriera al settore automobilistico. Entrato nel gruppo PSA Peugeot Citroën nel 1994, ha ricoperto vari ruoli chiave nel settore finanziario. Nel 2009 si è trasferito alle attività bancarie e nel 2015 è diventato Chief Financial Officer di Banque PSA Finance. Ha giocato un ruolo significativo nell’acquisizione delle attività di finanziamento di Opel e Vauxhall in Europa e nella creazione di una partnership con BNP Paribas. Nel 2017 è stato nominato CEO di Opel Vauxhall Finance e nel 2023 ha assunto la direzione di Stellantis Bank, responsabile di tutti i marchi Stellantis in Germania, Austria e Regno Unito.

Philippe de Rovira, Chief Affiliates Officer di Stellantis, ha elogiato l’esperienza e la leadership di Sorel nel settore finanziario e automobilistico, sottolineando il suo ruolo cruciale nella promozione di soluzioni di mobilità accessibili e sostenibili. L’obiettivo di Sorel sarà quello di garantire una crescita redditizia e consolidare la posizione di Stellantis come leader nel finanziamento di veicoli sostenibili.

De Rovira ha anche espresso gratitudine a Rémy Bayle per il suo straordinario contributo nel corso degli anni e per il suo ruolo chiave nella creazione di Stellantis Financial Services per l’Europa e il Sud America, augurandogli il meglio per il futuro.

Fonte: Stellantis

Stellantis ha annunciato la nomina di Alexandre Sorel come nuovo Chief Executive Officer di Stellantis Financial Services per l’Europa e il Sud America, con effetto a partire dal 1° aprile 2024. Sorel prenderà il posto di Remy Bayle, che ha deciso di ritirarsi dopo 38 anni di servizio nell’azienda.

Sorel, laureato alla Reims Management School, ha dedicato l’intera sua carriera al settore automobilistico. Entrato nel gruppo PSA Peugeot Citroën nel 1994, ha ricoperto vari ruoli chiave nel settore finanziario. Nel 2009 si è trasferito alle attività bancarie e nel 2015 è diventato Chief Financial Officer di Banque PSA Finance. Ha giocato un ruolo significativo nell’acquisizione delle attività di finanziamento di Opel e Vauxhall in Europa e nella creazione di una partnership con BNP Paribas. Nel 2017 è stato nominato CEO di Opel Vauxhall Finance e nel 2023 ha assunto la direzione di Stellantis Bank, responsabile di tutti i marchi Stellantis in Germania, Austria e Regno Unito.

Philippe de Rovira, Chief Affiliates Officer di Stellantis, ha elogiato l’esperienza e la leadership di Sorel nel settore finanziario e automobilistico, sottolineando il suo ruolo cruciale nella promozione di soluzioni di mobilità accessibili e sostenibili. L’obiettivo di Sorel sarà quello di garantire una crescita redditizia e consolidare la posizione di Stellantis come leader nel finanziamento di veicoli sostenibili.

De Rovira ha anche espresso gratitudine a Rémy Bayle per il suo straordinario contributo nel corso degli anni e per il suo ruolo chiave nella creazione di Stellantis Financial Services per l’Europa e il Sud America, augurandogli il meglio per il futuro.

Fonte Stellantis

Orizzonti Navali: Fincantieri punta sull’export e il settore subacqueo

Orizzonti Navali: Fincantieri punta sull’Export e il Settore Subacqueo

Pierroberto Folgiero, CEO di Fincantieri, evidenzia l’importanza di rilanciare la joint venture Orizzonti sistemi navali con Leonardo per integrare competenze e favorire l’export, soprattutto nel settore subacqueo. In particolare, punta sul Mediterraneo, considerato un mercato globale da 400 miliardi di dollari entro il 2030. Folgiero sottolinea che il Mediterraneo diventerà cruciale per le attività subacquee, data la sua importanza geopolitica. Fincantieri si impegna a sviluppare sommergibili più piccoli e autonomi, oltre a investire in tecnologie come le celle a combustibile e le batterie al litio, anche per il mercato civile.

Il CEO riporta anche alleanze nel settore subacqueo, incluso l’acquisto di un’azienda a Bergamo, con l’obiettivo di creare un nucleo di competenze per esportare anche all’estero. Negli Stati Uniti, Folgiero partecipa a incontri strategici con rappresentanti della Marina militare, parlamentari e dirigenti governativi per discutere dei programmi che coinvolgono Fincantieri. Fincantieri è attiva negli USA da 15 anni, con un cantiere navale che fornisce navi per la US Navy, posizionandosi come un attore chiave nell’industria della difesa americana. Folgiero sottolinea l’importanza strategica dello shipbuilding per gli USA, considerando la crescente capacità navale della Cina.

Fonte: Shipmag

Pierroberto Folgiero, CEO di Fincantieri, evidenzia l’importanza di rilanciare la joint venture Orizzonti sistemi navali con Leonardo per integrare competenze e favorire l’export, soprattutto nel settore subacqueo. In particolare, punta sul Mediterraneo, considerato un mercato globale da 400 miliardi di dollari entro il 2030. Folgiero sottolinea che il Mediterraneo diventerà cruciale per le attività subacquee, data la sua importanza geopolitica. Fincantieri si impegna a sviluppare sommergibili più piccoli e autonomi, oltre a investire in tecnologie come le celle a combustibile e le batterie al litio, anche per il mercato civile.

Il CEO riporta anche alleanze nel settore subacqueo, incluso l’acquisto di un’azienda a Bergamo, con l’obiettivo di creare un nucleo di competenze per esportare anche all’estero. Negli Stati Uniti, Folgiero partecipa a incontri strategici con rappresentanti della Marina militare, parlamentari e dirigenti governativi per discutere dei programmi che coinvolgono Fincantieri. Fincantieri è attiva negli USA da 15 anni, con un cantiere navale che fornisce navi per la US Navy, posizionandosi come un attore chiave nell’industria della difesa americana. Folgiero sottolinea l’importanza strategica dello shipbuilding per gli USA, considerando la crescente capacità navale della Cina.

Fonte: Shipmag

STMicroelectronics premiata per la sesta volta nella Top 100 Global Innovators™ 2024: riconoscimento della sua leadership nell’innovazione tecnologica

STMicroelectronics premiata per la sesta volta nella Top 100 Global Innovators™ 2024: riconoscimento della sua leadership nell’innovazione tecnologica

STMicroelectronics, leader mondiale nei semiconduttori, è stata inserita nella Top 100 Global Innovators™ 2024 da Clarivate™, società che fornisce analisi e dati sull’innovazione.

Questo riconoscimento evidenzia la qualità costante della ricerca e sviluppo (R&S) della STMicroelectronics e la forza innovativa dei suoi team. Alessandro Cremonesi, Vicepresidente esecutivo e Chief Innovation Officer di STMicroelectronics, ha sottolineato l’importanza di collocare l’azienda al centro di un ecosistema di innovazione globale, favorito dalla collaborazione di R&S con partner accademici e privati. Il significativo investimento dell’azienda in R&S, che rappresenta circa il 12,2% del suo fatturato netto nel 2023, e il suo impegno a collaborare con i principali laboratori di ricerca e aziende partner in tutto il mondo, illustrano il suo impegno per l’innovazione.

La STMicroelectronics è riconosciuta come pioniere in diverse aree tecnologiche, tra cui le tecnologie di alimentazione intelligente,

i semiconduttori ad ampio bandgap, l’intelligenza artificiale (AI), i sensori e gli attuatori MEMS, il rilevamento ottico e le tecnologie digitali e a segnale misto.

Gordon Samson, Presidente di Intellectual Property di Clarivate, sottolinea la crescente difficoltà per le aziende di rimanere all’avanguardia nell’ecosistema dell’innovazione e l’importanza di trovare un equilibrio tra sperimentazione e disciplina.

La metodologia utilizzata da Clarivate per identificare i Top 100 Innovatori Globali si basa su un’analisi comparativa dei dati sulle invenzioni globali, valutando la forza di ogni idea brevettata e la produzione di innovazioni brevettate negli ultimi cinque anni. La STMicroelectronics, con i suoi oltre 50.000 creatori e produttori di tecnologie per semiconduttori, è impegnata a rispondere alle sfide di oggi e a sostenere un mondo più sostenibile. L’azienda punta alla neutralità delle emissioni di carbonio nei suoi principali campi di applicazione entro il 2027.

Fonte: Newsroom STMicroelectronics

STMicroelectronics, leader mondiale nei semiconduttori, è stata inserita nella Top 100 Global Innovators™ 2024 da Clarivate™, società che fornisce analisi e dati sull’innovazione. Questo riconoscimento evidenzia la qualità costante della ricerca e sviluppo (R&S) della STMicroelectronics e la forza innovativa dei suoi team. Alessandro Cremonesi, Vicepresidente esecutivo e Chief Innovation Officer di STMicroelectronics, ha sottolineato l’importanza di collocare l’azienda al centro di un ecosistema di innovazione globale, favorito dalla collaborazione di R&S con partner accademici e privati. Il significativo investimento dell’azienda in R&S, che rappresenta circa il 12,2% del suo fatturato netto nel 2023, e il suo impegno a collaborare con i principali laboratori di ricerca e aziende partner in tutto il mondo, illustrano il suo impegno per l’innovazione.

La STMicroelectronics è riconosciuta come pioniere in diverse aree tecnologiche, tra cui le tecnologie di alimentazione intelligente, i semiconduttori ad ampio bandgap, l’intelligenza artificiale (AI), i sensori e gli attuatori MEMS, il rilevamento ottico e le tecnologie digitali e a segnale misto. Gordon Samson, Presidente di Intellectual Property di Clarivate, sottolinea la crescente difficoltà per le aziende di rimanere all’avanguardia nell’ecosistema dell’innovazione e l’importanza di trovare un equilibrio tra sperimentazione e disciplina.

La metodologia utilizzata da Clarivate per identificare i Top 100 Innovatori Globali si basa su un’analisi comparativa dei dati sulle invenzioni globali, valutando la forza di ogni idea brevettata e la produzione di innovazioni brevettate negli ultimi cinque anni. La STMicroelectronics, con i suoi oltre 50.000 creatori e produttori di tecnologie per semiconduttori, è impegnata a rispondere alle sfide di oggi e a sostenere un mondo più sostenibile. L’azienda punta alla neutralità delle emissioni di carbonio nei suoi principali campi di applicazione entro il 2027.

Fonte: Newsroom STMicroelectronics

Thales Alenia Space remporte un contrat de 7 millions d’euros avec l’ESA pour le radar de la mission Harmony : un pas en avant dans la technologie spatiale

Thales Alenia Space remporte un contrat de 7 millions d’euros avec l’ESA pour le radar de la mission Harmony : un pas en avant dans la technologie spatiale

Thales Alenia Space a signé un contrat de 7 millions d’euros avec l’Agence spatiale européenne (ESA) pour la construction d’un nouveau radar destiné à la mission Harmony. Cette entreprise commune, composée de la société française Thales et de Leonardo, a été choisie par l’ESA pour diriger un consortium européen chargé de développer cet instrument. Le contrat représente la première étape vers la mise en œuvre complète du radar d’observation de la Terre SAR (Synthetic Aperture Radar), qui sera installé sur deux satellites faisant partie de la dixième mission de la série Earth Explorer de l’ESA, connue sous le nom d’Harmony.

Thales Alenia Space coordonnera un consortium industriel diversifié pour concevoir, développer et tester les instruments SAR en bande C, et sera également responsable de l’électronique numérique et des antennes des deux satellites Harmony. Le lancement de ces satellites est prévu pour 2029 à bord d’un lanceur Vega-C.

Massimo Comparini, PDG de Thales Alenia Space Italia, a déclaré que l’attribution du contrat par l’ESA témoigne du succès et de la conformité de la technologie employée par son entreprise, soulignant son expérience dans la production de satellites d’observation de la Terre basés sur des radars. Comparini a également indiqué que le développement de cet instrument représente une avancée significative en termes de technologie et d’architecture, améliorant la compétitivité des produits SAR sur le marché de l’observation de la Terre.

Florence Hélière, responsable du projet Harmony à l’ESA, a exprimé sa confiance dans la capacité de Thales Alenia Space à mener à bien l’instrument SAR d’Harmony, soulignant la longue expérience de l’entreprise dans le développement de la technologie radar. Il a également déclaré qu’il croyait fermement en l’engagement de l’équipe à respecter le calendrier du programme et à rencontrer le satellite Sentinel-1.

Fonte: MilanoFinanza

Thales Alenia Space a signé un contrat de 7 millions d’euros avec l’Agence spatiale européenne (ESA) pour la construction d’un nouveau radar destiné à la mission Harmony. Cette entreprise commune, composée de la société française Thales et de Leonardo, a été choisie par l’ESA pour diriger un consortium européen chargé de développer cet instrument. Le contrat représente la première étape vers la mise en œuvre complète du radar d’observation de la Terre SAR (Synthetic Aperture Radar), qui sera installé sur deux satellites faisant partie de la dixième mission de la série Earth Explorer de l’ESA, connue sous le nom d’Harmony.

Thales Alenia Space coordonnera un consortium industriel diversifié pour concevoir, développer et tester les instruments SAR en bande C, et sera également responsable de l’électronique numérique et des antennes des deux satellites Harmony. Le lancement de ces satellites est prévu pour 2029 à bord d’un lanceur Vega-C.

Massimo Comparini, PDG de Thales Alenia Space Italia, a déclaré que l’attribution du contrat par l’ESA témoigne du succès et de la conformité de la technologie employée par son entreprise, soulignant son expérience dans la production de satellites d’observation de la Terre basés sur des radars. Comparini a également indiqué que le développement de cet instrument représente une avancée significative en termes de technologie et d’architecture, améliorant la compétitivité des produits SAR sur le marché de l’observation de la Terre.

Florence Hélière, responsable du projet Harmony à l’ESA, a exprimé sa confiance dans la capacité de Thales Alenia Space à mener à bien l’instrument SAR d’Harmony, soulignant la longue expérience de l’entreprise dans le développement de la technologie radar. Il a également déclaré qu’il croyait fermement en l’engagement de l’équipe à respecter le calendrier du programme et à rencontrer le satellite Sentinel-1.

F0nte: MilanoFinanza

Fiumicino e Ciampino, L’Italia si impone nei cieli europei: doppio trionfo aeroportuale

Fiumicino e Ciampino, L’Italia si Impone nei Cieli Europei: Doppio Trionfo Aeroportuale

Per il settimo anno consecutivo, l’aeroporto “Leonardo Da Vinci” di Fiumicino è stato riconosciuto come il miglior scalo d’Europa per il trasporto aereo, nella categoria degli aeroporti con oltre 40 milioni di passeggeri. Questo riconoscimento è stato conferito anche al “Giovan Battista Pastine” di Ciampino, per la sua eccellenza come miglior aeroporto del continente tra quelli con un traffico da 5 a 15 milioni di passeggeri, una novità nella competizione. L’indagine condotta da ACI World, in collaborazione con Amadeus, ha coinvolto circa 600.000 passeggeri in oltre 400 aeroporti in tutto il mondo, esaminando più di 30 indicatori relativi all’esperienza dei viaggiatori.

Fiumicino ha conquistato il primo posto grazie alla sua facilità di spostamento all’interno dell’aeroporto e all’impegno costante per la consapevolezza ambientale e l’assistenza al cliente. Il CEO di Aeroporti di Roma, Marco Troncone, ha esaltato l’importanza di questo riconoscimento storico per entrambi gli scali, evidenziando il lavoro delle persone e la passione che caratterizzano la comunità aeroportuale.

L’ASQ Award ha premiato Fiumicino in tutte le categorie considerate, confermando il suo status di hub internazionale di eccellenza.

Ciampino ha segnato un traguardo significativo, essendo stato riconosciuto come il miglior aeroporto nella sua categoria. Solo nove aeroporti, con un traffico inferiore ai 15 milioni di passeggeri all’anno, hanno raggiunto livelli di eccellenza in tutte le sezioni considerate dall’ASQ Award, e Fiumicino è l’unico con un traffico superiore ai 40 milioni di passeggeri a ottenere questo risultato a livello globale.

Il presidente di Aeroporti di Roma, Vincenzo Nunziata, ha sottolineato con orgoglio l’importanza di questi riconoscimenti internazionali, evidenziando il contributo degli aeroporti romani al prestigio internazionale di Roma come porta d’ingresso di rilievo mondiale per l’Italia.

Fonte: MilanoFinanza

Per il settimo anno consecutivo, l’aeroporto “Leonardo Da Vinci” di Fiumicino è stato riconosciuto come il miglior scalo d’Europa per il trasporto aereo, nella categoria degli aeroporti con oltre 40 milioni di passeggeri. Questo riconoscimento è stato conferito anche al “Giovan Battista Pastine” di Ciampino, per la sua eccellenza come miglior aeroporto del continente tra quelli con un traffico da 5 a 15 milioni di passeggeri, una novità nella competizione. L’indagine condotta da ACI World, in collaborazione con Amadeus, ha coinvolto circa 600.000 passeggeri in oltre 400 aeroporti in tutto il mondo, esaminando più di 30 indicatori relativi all’esperienza dei viaggiatori.

Fiumicino ha conquistato il primo posto grazie alla sua facilità di spostamento all’interno dell’aeroporto e all’impegno costante per la consapevolezza ambientale e l’assistenza al cliente. Il CEO di Aeroporti di Roma, Marco Troncone, ha esaltato l’importanza di questo riconoscimento storico per entrambi gli scali, evidenziando il lavoro delle persone e la passione che caratterizzano la comunità aeroportuale. L’ASQ Award ha premiato Fiumicino in tutte le categorie considerate, confermando il suo status di hub internazionale di eccellenza.

Ciampino ha segnato un traguardo significativo, essendo stato riconosciuto come il miglior aeroporto nella sua categoria. Solo nove aeroporti, con un traffico inferiore ai 15 milioni di passeggeri all’anno, hanno raggiunto livelli di eccellenza in tutte le sezioni considerate dall’ASQ Award, e Fiumicino è l’unico con un traffico superiore ai 40 milioni di passeggeri a ottenere questo risultato a livello globale.

Il presidente di Aeroporti di Roma, Vincenzo Nunziata, ha sottolineato con orgoglio l’importanza di questi riconoscimenti internazionali, evidenziando il contributo degli aeroporti romani al prestigio internazionale di Roma come porta d’ingresso di rilievo mondiale per l’Italia.

Fonte: MilanoFinanza

Sotto i riflettori, Parigi si impone come il nuovo polo europeo dell’intelligenza artificiale

Sotto i riflettori, Parigi si impone come il nuovo polo europeo dell’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale (IA) ha trovato un hub significativo a Parigi, che si sta rapidamente trasformando in un centro europeo per la ricerca e lo sviluppo nel campo. Grazie alla presenza di istituzioni universitarie di alto livello, startup innovative e considerevoli investimenti pubblici e privati, la regione parigina sta assistendo a una trasformazione significativa.

Il nuovo centro di ricerca di Google sull’IA, situato nel caratteristico edificio ottocentesco al numero 50 di rue d’Amsterdam, è un esempio tangibile di questa tendenza. Sundar Pichai, il CEO di Google, ha annunciato ambiziosi obiettivi per formare 100.000 nuovi professionisti francesi entro il 2025, sottolineando così il crescente ruolo di Parigi come polo europeo per l’IA.

Questo sviluppo segue un piano strategico del governo francese già dal 2018, che ha visto la partecipazione di grandi aziende come IBM, Meta, Samsung e Fujitsu. Attualmente, Parigi vanta oltre 5.000 ricercatori attivi nell’IA, con il solo centro di ricerca di Google che ne impiega più di 300. Il numero di aziende attive nel settore si attesta tra le 400 e le 500, secondo le stime ufficiali.

Il successo di Parigi nell’IA può essere attribuito in parte al suo solido background nelle scienze matematiche e informatiche, con istituti come l’Istituto Prairie e il polo universitario di Paris Saclay che hanno contribuito a coltivare talenti e innovazione nel settore. Inoltre, la Francia ha una lunga storia di innovazione tecnologica, con precedenti successi come la costruzione del Concorde, la creazione del Minitel e il lancio del razzo Ariane.

Inoltre, il crescente internazionalismo delle istituzioni francesi, come Sciences Po, che conta un gran numero di studenti stranieri, evidenzia la capacità del paese di adattarsi ai cambiamenti globali e sfruttare le opportunità internazionali.

Fonte: IlSole24Ore

L’intelligenza artificiale (IA) ha trovato un hub significativo a Parigi, che si sta rapidamente trasformando in un centro europeo per la ricerca e lo sviluppo nel campo. Grazie alla presenza di istituzioni universitarie di alto livello, startup innovative e considerevoli investimenti pubblici e privati, la regione parigina sta assistendo a una trasformazione significativa.

Il nuovo centro di ricerca di Google sull’IA, situato nel caratteristico edificio ottocentesco al numero 50 di rue d’Amsterdam, è un esempio tangibile di questa tendenza. Sundar Pichai, il CEO di Google, ha annunciato ambiziosi obiettivi per formare 100.000 nuovi professionisti francesi entro il 2025, sottolineando così il crescente ruolo di Parigi come polo europeo per l’IA.

Questo sviluppo segue un piano strategico del governo francese già dal 2018, che ha visto la partecipazione di grandi aziende come IBM, Meta, Samsung e Fujitsu. Attualmente, Parigi vanta oltre 5.000 ricercatori attivi nell’IA, con il solo centro di ricerca di Google che ne impiega più di 300. Il numero di aziende attive nel settore si attesta tra le 400 e le 500, secondo le stime ufficiali.

Il successo di Parigi nell’IA può essere attribuito in parte al suo solido background nelle scienze matematiche e informatiche, con istituti come l’Istituto Prairie e il polo universitario di Paris Saclay che hanno contribuito a coltivare talenti e innovazione nel settore. Inoltre, la Francia ha una lunga storia di innovazione tecnologica, con precedenti successi come la costruzione del Concorde, la creazione del Minitel e il lancio del razzo Ariane.

Inoltre, il crescente internazionalismo delle istituzioni francesi, come Sciences Po, che conta un gran numero di studenti stranieri, evidenzia la capacità del paese di adattarsi ai cambiamenti globali e sfruttare le opportunità internazionali.

Fonte: IlSole24Ore

Torino-Lione: Nuovo percorso espositivo aperto a Modane per informare sul progetto Tav

Torino-Lione: Nuovo percorso espositivo aperto a Modane per per Informare sul Progetto Tav

La Casa della Torino-Lione, situata in place du 17 septembre 1943 a Modane, Savoia, è stata riaperta al pubblico dopo un completo rinnovamento. Conosciuta anche come Maison du Lyon-Turin, questa struttura offre gratuitamente ai visitatori l’opportunità di esplorare i cantieri della sezione transfrontaliera della Tav, la linea ad alta velocità tra Italia e Francia. L’edificio, precedentemente utilizzato per esporre informazioni sui lavori preparatori della Torino-Lione, è stato sottoposto a importanti lavori di restauro durante il periodo di chiusura dovuto alla pandemia di Covid-19.

Il nuovo percorso espositivo fornisce una panoramica dettagliata dei lavori in corso e delle tecniche impiegate per la costruzione del tunnel di base, gestito da Telt.

Attraverso pannelli informativi e supporti digitali, i visitatori possono approfondire le motivazioni e le sfide del progetto, con particolare attenzione alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile e agli impatti sull’ambiente delle Alpi.

La Casa della Torino-Lione offre un viaggio informativo nel cuore del cantiere del tunnel ferroviario più lungo del mondo, destinato a collegare l’Europa lungo il corridoio Mediterraneo della rete Ten-t.

Mentre la mostra di Modane riapre al pubblico francese, in Italia il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha approvato ulteriori fondi per le opere di accompagnamento della Torino-Lione, al fine di garantire il completamento del progetto entro il 2032. Questo finanziamento coinvolge undici dei sedici Comuni piemontesi interessati, con un importo totale di poco più di 50 milioni di euro.

Fonte: ItaliaOggi

La Casa della Torino-Lione, situata in place du 17 septembre 1943 a Modane, Savoia, è stata riaperta al pubblico dopo un completo rinnovamento. Conosciuta anche come Maison du Lyon-Turin, questa struttura offre gratuitamente ai visitatori l’opportunità di esplorare i cantieri della sezione transfrontaliera della Tav, la linea ad alta velocità tra Italia e Francia. L’edificio, precedentemente utilizzato per esporre informazioni sui lavori preparatori della Torino-Lione, è stato sottoposto a importanti lavori di restauro durante il periodo di chiusura dovuto alla pandemia di Covid-19.

Il nuovo percorso espositivo fornisce una panoramica dettagliata dei lavori in corso e delle tecniche impiegate per la costruzione del tunnel di base, gestito da Telt. Attraverso pannelli informativi e supporti digitali, i visitatori possono approfondire le motivazioni e le sfide del progetto, con particolare attenzione alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile e agli impatti sull’ambiente delle Alpi. La Casa della Torino-Lione offre un viaggio informativo nel cuore del cantiere del tunnel ferroviario più lungo del mondo, destinato a collegare l’Europa lungo il corridoio Mediterraneo della rete Ten-t.

Mentre la mostra di Modane riapre al pubblico francese, in Italia il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha approvato ulteriori fondi per le opere di accompagnamento della Torino-Lione, al fine di garantire il completamento del progetto entro il 2032. Questo finanziamento coinvolge undici dei sedici Comuni piemontesi interessati, con un importo totale di poco più di 50 milioni di euro.

Fonte: ItaliaOggi

Nicola Monti, Ad di Edison al Senato: Ripensare al nucleare ed accelerare investimenti per la transizione energetica entro il 2030

Nicola Monti, Ad di Edison al Senato: Ripensare al Nucleare e Accelerare Investimenti per la Transizione Energetica entro il 2030

Nicola Monti, Amministratore delegato di Edison, ha dichiarato durante un’audizione al Senato italiano la necessità di riconsiderare l’uso dell’energia nucleare in Italia nei prossimi decenni. Propone l’integrazione del nucleare come fonte programmabile insieme al gas per supportare lo sviluppo delle energie rinnovabili. Monti sottolinea l’importanza di snellire gli iter autorizzativi, specialmente per il repowering di impianti eolici giunti alla fine della loro vita utile. Edison prevede investimenti significativi, stimati intorno ai 10 miliardi entro il 2030, concentrati principalmente in Italia, con l’85% dedicato a attività industriali legate alla transizione energetica.

Monti evidenzia l’urgenza di investimenti nell’energia rinnovabile per raggiungere gli obiettivi di transizione entro il 2030. Sottolinea la necessità di accelerare gli iter autorizzativi per evitare la riduzione della capacità produttiva degli impianti eolici. La continuità degli investimenti nelle concessioni idroelettriche è considerata prioritaria rispetto alle gare, con riassegnazioni delle concessioni basate sugli investimenti e la reciprocità tra regioni e concessionari.

Monti propone anche il prolungamento del meccanismo Capacity Payment oltre il 2024 per bilanciare l’intermittenza delle fonti rinnovabili. Sottolinea la necessità di rendere il mercato italiano attrattivo per il Gas Naturale Liquefatto (GNL), promuovendo la pipeline EastMed per diversificare le fonti di approvvigionamento del gas.

In sintesi, Monti sottolinea la complessità della transizione energetica entro il 2030, evidenziando la necessità di investimenti significativi, snellimento degli iter autorizzativi e il possibile ruolo del nucleare accanto alle fonti rinnovabili e al gas naturale.

Fonte: EnergiaOltre.it

Nicola Monti, Amministratore delegato di Edison, ha dichiarato durante un’audizione al Senato italiano la necessità di riconsiderare l’uso dell’energia nucleare in Italia nei prossimi decenni. Propone l’integrazione del nucleare come fonte programmabile insieme al gas per supportare lo sviluppo delle energie rinnovabili. Monti sottolinea l’importanza di snellire gli iter autorizzativi, specialmente per il repowering di impianti eolici giunti alla fine della loro vita utile. Edison prevede investimenti significativi, stimati intorno ai 10 miliardi entro il 2030, concentrati principalmente in Italia, con l’85% dedicato a attività industriali legate alla transizione energetica.

Monti evidenzia l’urgenza di investimenti nell’energia rinnovabile per raggiungere gli obiettivi di transizione entro il 2030. Sottolinea la necessità di accelerare gli iter autorizzativi per evitare la riduzione della capacità produttiva degli impianti eolici. La continuità degli investimenti nelle concessioni idroelettriche è considerata prioritaria rispetto alle gare, con riassegnazioni delle concessioni basate sugli investimenti e la reciprocità tra regioni e concessionari.

Monti propone anche il prolungamento del meccanismo Capacity Payment oltre il 2024 per bilanciare l’intermittenza delle fonti rinnovabili. Sottolinea la necessità di rendere il mercato italiano attrattivo per il Gas Naturale Liquefatto (GNL), promuovendo la pipeline EastMed per diversificare le fonti di approvvigionamento del gas.

In sintesi, Monti sottolinea la complessità della transizione energetica entro il 2030, evidenziando la necessità di investimenti significativi, snellimento degli iter autorizzativi e il possibile ruolo del nucleare accanto alle fonti rinnovabili e al gas naturale.

Fonte: EnergiaOltre.it

Sostenibilità e Inclusione: Intesa Sanpaolo lancia il crowdfunding per ‘StemDays’ per superare il gender gap nelle discipline STEM

Sostenibilità e Inclusione: Intesa Sanpaolo lancia il crowdfunding per ‘StemDays’ per superare il gender gap nelle discipline STEM

Intesa Sanpaolo ha avviato la raccolta fondi per supportare il progetto “StemDays. Il camp delle ragazze” della Fondazione Human+, in collaborazione con Fondazione Cesvi. L’iniziativa mira a superare gli ostacoli che contribuiscono alla scarsa presenza femminile nei percorsi di studio e carriera tecnico-scientifici e si terrà a Torino.

L’obiettivo è raccogliere 100.000 euro entro fine aprile per coinvolgere oltre 100 studentesse delle scuole superiori nel camp intensivo di due settimane di empowerment e laboratori tecnologici Stem (Science, Technology, Engineering, and Mathematics). Attualmente, in Italia, solo il 13,3% delle laureate sceglie corsi di laurea Stem, evidenziando un notevole divario di genere.

Il focus sarà sulla consapevolezza di sé come donne e sull’avvicinamento al lavoro tecnico-scientifico. Le partecipanti metteranno in pratica anche linguaggi di programmazione, intelligenza artificiale, sensoristica e robotica.

La Fondazione Human+ ha una visione pragmatica per promuovere la parità di genere nel mondo dello studio e del lavoro. StemDays è un esempio di iniziativa innovativa volta a incidere sulla cultura della parità e sull’importanza delle discipline Stem per affrontare le sfide contemporanee.

Intesa Sanpaolo sostiene attivamente StemDays, riflettendo il suo impegno nei confronti dei giovani e della formazione inclusiva. La banca partecipa al crowdfunding contribuendo con 2 euro per molti prodotti acquistati online e coinvolgendo diverse società del Gruppo nella compartecipazione alle donazioni. Questo impegno si allinea alla storia della Banca nell’essere pioniera in Italia nel concedere prestiti d’onore basati sul merito e nel promuovere programmi per aiutare giovani disoccupati ad acquisire competenze richieste dai datori di lavoro.

Fonte: IlSole24Ore

Intesa Sanpaolo ha avviato la raccolta fondi per supportare il progetto “StemDays. Il camp delle ragazze” della Fondazione Human+, in collaborazione con Fondazione Cesvi. L’iniziativa mira a superare gli ostacoli che contribuiscono alla scarsa presenza femminile nei percorsi di studio e carriera tecnico-scientifici e si terrà a Torino.

L’obiettivo è raccogliere 100.000 euro entro fine aprile per coinvolgere oltre 100 studentesse delle scuole superiori nel camp intensivo di due settimane di empowerment e laboratori tecnologici Stem (Science, Technology, Engineering, and Mathematics). Attualmente, in Italia, solo il 13,3% delle laureate sceglie corsi di laurea Stem, evidenziando un notevole divario di genere.

Il focus sarà sulla consapevolezza di sé come donne e sull’avvicinamento al lavoro tecnico-scientifico. Le partecipanti metteranno in pratica anche linguaggi di programmazione, intelligenza artificiale, sensoristica e robotica.

La Fondazione Human+ ha una visione pragmatica per promuovere la parità di genere nel mondo dello studio e del lavoro. StemDays è un esempio di iniziativa innovativa volta a incidere sulla cultura della parità e sull’importanza delle discipline Stem per affrontare le sfide contemporanee.

Intesa Sanpaolo sostiene attivamente StemDays, riflettendo il suo impegno nei confronti dei giovani e della formazione inclusiva. La banca partecipa al crowdfunding contribuendo con 2 euro per molti prodotti acquistati online e coinvolgendo diverse società del Gruppo nella compartecipazione alle donazioni. Questo impegno si allinea alla storia della Banca nell’essere pioniera in Italia nel concedere prestiti d’onore basati sul merito e nel promuovere programmi per aiutare giovani disoccupati ad acquisire competenze richieste dai datori di lavoro.

Fonte: IlSole24Ore

Svolta verde per Ita Airways: Acquisito il primo Airbus A330-900, una mossa strategica verso la sostenibilità ambientale

Svolta verde per Ita Airways: Acquisito il primo Airbus A330-900, una mossa strategica verso la sostenibilità ambientale

Ita Airways ha recentemente acquisito il suo primo aeromobile di proprietà, un Airbus A330-900, grazie a un finanziamento di 80 milioni di euro ottenuto tramite un’obbligazione privata con Castlelake, una società globale di investimenti alternativi. L’aereo di nuova generazione si distingue per la sua leggerezza, silenziosità ed efficienza, offrendo una riduzione del 25% nei consumi di carburante e nelle emissioni di CO2 per posto rispetto ai modelli precedenti.

Il presidente di Ita Airways, Antonino Turicchi, ha dichiarato “L’accesso a strumenti finanziari, possibile grazie a una sempre maggiore credibilità verso banche e investitori acquisita attraverso le positive performance registrate nel corso del 2023, segna una tappa fondamentale nel percorso di sviluppo delineato dal Piano Industriale che ha l’obiettivo di riportare la compagnia a produrre presto utili, possibilmente in anticipo rispetto allo stesso Piano”.

La compagnia ha ottenuto un finanziamento complessivo di 90 milioni di euro da un pool di banche italiane, con il supporto della garanzia Sace, per sostenere lo sviluppo della flotta e l’espansione della rete.

Il mercato finanziario mostra un notevole interesse per tali operazioni, poiché gli aeromobili di nuova generazione sono richiesti per i loro bassi consumi, minori costi di gestione e ridotte emissioni, contribuendo così a una significativa riduzione dell’impronta carbonica. Ita Airways punta a rendere il 90% della sua flotta ecologica entro la fine del Piano Strategico 2023-27, diventando così il vettore più sostenibile d’Europa.

Fonte: Businesspeople.it

Ita Airways ha recentemente acquisito il suo primo aeromobile di proprietà, un Airbus A330-900, grazie a un finanziamento di 80 milioni di euro ottenuto tramite un’obbligazione privata con Castlelake, una società globale di investimenti alternativi. L’aereo di nuova generazione si distingue per la sua leggerezza, silenziosità ed efficienza, offrendo una riduzione del 25% nei consumi di carburante e nelle emissioni di CO2 per posto rispetto ai modelli precedenti.

Il presidente di Ita Airways, Antonino Turicchi, ha dichiarato “L’accesso a strumenti finanziari, possibile grazie a una sempre maggiore credibilità verso banche e investitori acquisita attraverso le positive performance registrate nel corso del 2023, segna una tappa fondamentale nel percorso di sviluppo delineato dal Piano Industriale che ha l’obiettivo di riportare la compagnia a produrre presto utili, possibilmente in anticipo rispetto allo stesso Piano”.

La compagnia ha ottenuto un finanziamento complessivo di 90 milioni di euro da un pool di banche italiane, con il supporto della garanzia Sace, per sostenere lo sviluppo della flotta e l’espansione della rete.

Il mercato finanziario mostra un notevole interesse per tali operazioni, poiché gli aeromobili di nuova generazione sono richiesti per i loro bassi consumi, minori costi di gestione e ridotte emissioni, contribuendo così a una significativa riduzione dell’impronta carbonica. Ita Airways punta a rendere il 90% della sua flotta ecologica entro la fine del Piano Strategico 2023-27, diventando così il vettore più sostenibile d’Europa.

Fonte: Businesspeople.it

Aeroporti di Puglia e Air BP insieme per la sostenibilità: Nuovo impianto ecologico di rifornimento carburante all’aeroporto ‘Karol Wojtyla’ di Bari

Aeroporti di Puglia e Air BP insieme per la sostenibilità: Nuovo impianto ecologico di rifornimento carburante all’aeroporto ‘Karol Wojtyla’ di Bari

Aeroporti di Puglia ha inaugurato un nuovo impianto per il rifornimento di carburante ecologico presso l’aeroporto ‘Karol Wojtyla’ di Bari, sotto la gestione di Air BP, una business unit del gruppo BP dedicata all’aviazione. Il distributore, realizzato con l’approccio “Low Carbon”, è la prima stazione in Italia a fornire UL91, una benzina senza piombo per aeromobili di nuova generazione. La struttura è alimentata da pannelli fotovoltaici autonomi, senza dipendenza da reti elettriche esterne.

L’introduzione di questo impianto si inserisce nella strategia di sviluppo della sostenibilità ambientale di Aeroporti di Puglia. L’aeroporto, essendo luogo di intensa attività, ha un impatto significativo sull’ambiente, e la società ritiene che sia essenziale agire in modo responsabile per ridurre le emissioni. Il presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile, sottolinea che questo impianto rappresenta un contributo concreto alla trasformazione verde e alla mitigazione dell’impatto ambientale.

Aeroporti di Puglia si impegna a collaborare con istituzioni locali e attori chiave del settore per sviluppare strategie comuni e promuovere l’innovazione nell’aviazione sostenibile. Il Presidente di Air BP Italia, Tommaso Marrocchesi Marzi, ha dichiarato: “Air BP si dimostra leader del settore, sensibile alle tematiche ambientali e concretamente motivata nella realizzazione di infrastrutture sostenibili e nella costituzione di partnership con interlocutori qualificati ed impegnati nel contenimento delle emissioni. In Aeroporti di Puglia abbiamo trovato un partner ideale: al loro management va il nostro plauso e ringraziamento per l’obiettivo raggiunto con l’apertura di questo impianto”.

L’impianto green è caratterizzato da due serbatoi interrati a doppia parete (25 m3 ciascuno) per Avgas e UL91, con una struttura dedicata e segregata per ciascun prodotto. La fornitura di carburante avviene attraverso attrezzature separate, mentre il sistema è completamente alimentato da pacchi batteria ricaricabili mediante pannelli fotovoltaici, garantendo due giorni di autonomia senza sole. In caso di guasti, è previsto un motore di backup.

Fonte: md80.it

Aeroporti di Puglia ha inaugurato un nuovo impianto per il rifornimento di carburante ecologico presso l’aeroporto ‘Karol Wojtyla’ di Bari, sotto la gestione di Air BP, una business unit del gruppo BP dedicata all’aviazione. Il distributore, realizzato con l’approccio “Low Carbon”, è la prima stazione in Italia a fornire UL91, una benzina senza piombo per aeromobili di nuova generazione. La struttura è alimentata da pannelli fotovoltaici autonomi, senza dipendenza da reti elettriche esterne.

L’introduzione di questo impianto si inserisce nella strategia di sviluppo della sostenibilità ambientale di Aeroporti di Puglia. L’aeroporto, essendo luogo di intensa attività, ha un impatto significativo sull’ambiente, e la società ritiene che sia essenziale agire in modo responsabile per ridurre le emissioni. Il presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile, sottolinea che questo impianto rappresenta un contributo concreto alla trasformazione verde e alla mitigazione dell’impatto ambientale.

Aeroporti di Puglia si impegna a collaborare con istituzioni locali e attori chiave del settore per sviluppare strategie comuni e promuovere l’innovazione nell’aviazione sostenibile. Il Presidente di Air BP Italia, Tommaso Marrocchesi Marzi, ha dichiarato: “Air BP si dimostra leader del settore, sensibile alle tematiche ambientali e concretamente motivata nella realizzazione di infrastrutture sostenibili e nella costituzione di partnership con interlocutori qualificati ed impegnati nel contenimento delle emissioni. In Aeroporti di Puglia abbiamo trovato un partner ideale: al loro management va il nostro plauso e ringraziamento per l’obiettivo raggiunto con l’apertura di questo impianto”.

L’impianto green è caratterizzato da due serbatoi interrati a doppia parete (25 m3 ciascuno) per Avgas e UL91, con una struttura dedicata e segregata per ciascun prodotto. La fornitura di carburante avviene attraverso attrezzature separate, mentre il sistema è completamente alimentato da pacchi batteria ricaricabili mediante pannelli fotovoltaici, garantendo due giorni di autonomia senza sole. In caso di guasti, è previsto un motore di backup.

Fonte: md80.it

Airbus e TotalEnergies: Una partnership decisiva per ridurre le emissioni di CO2 nell’aviazione con carburanti sostenibili

Airbus e TotalEnergies: Una Partnership decisiva per ridurre le emissioni di CO2 nell’Aviazione con carburanti sostenibili

Airbus e TotalEnergies hanno stretto una partnership strategica per affrontare le sfide legate alla decarbonizzazione dell’aviazione attraverso l’uso di carburanti sostenibili. L’obiettivo di questa collaborazione è contribuire alla neutralità netta di carbonio nel trasporto aereo entro il 2050, con un focus sui combustibili sostenibili per l’aviazione (SAF) che possono ridurre fino al 90% delle emissioni di CO2 rispetto ai combustibili fossili.

La partnership si articola su due principali fronti. In primo luogo, TotalEnergies fornirà carburanti sostenibili per l’aviazione per oltre il 50% del fabbisogno di Airbus in Europa. In secondo luogo, verrà avviato un programma di ricerca e innovazione per sviluppare carburanti sostenibili al 100%, su misura per gli attuali e futuri progetti di aerei. Tale programma includerà uno studio sull’impatto della composizione dei carburanti sostenibili sulle emissioni di CO2 e sugli effetti collaterali non legati alla CO2, come le scie di condensazione.

La collaborazione si basa sulla volontà comune di promuovere la tecnologia SAF e ha già una storia di successo, con TotalEnergies che fornisce SAF ad Airbus dal 2016. Inoltre, la partnership ha supportato diversi primi voli con aerei Airbus utilizzando esclusivamente SAF, dimostrando il progresso nel campo della decarbonizzazione dell’aviazione.

Patrick Pouyanné, Presidente e Amministratore Delegato di TotalEnergies, ha sottolineato l’impegno della sua azienda nello sviluppo di carburanti sostenibili, con un obiettivo di produzione annua di 1,5 milioni di tonnellate di SAF entro il 2030. Guillaume Faury, CEO di Airbus, ha evidenziato l’importanza di accelerare l’adozione di carburanti sostenibili per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio nell’aviazione entro il 2030. La partnership sottolinea il impegno congiunto di produttori aerospaziali e aziende energetiche nel superare la sfida della decarbonizzazione e assicurare che l’aviazione continui a svolgere un ruolo essenziale nella società futura.

Fonte: Aresdifesa.it

Airbus e TotalEnergies hanno stretto una partnership strategica per affrontare le sfide legate alla decarbonizzazione dell’aviazione attraverso l’uso di carburanti sostenibili. L’obiettivo di questa collaborazione è contribuire alla neutralità netta di carbonio nel trasporto aereo entro il 2050, con un focus sui combustibili sostenibili per l’aviazione (SAF) che possono ridurre fino al 90% delle emissioni di CO2 rispetto ai combustibili fossili.

La partnership si articola su due principali fronti. In primo luogo, TotalEnergies fornirà carburanti sostenibili per l’aviazione per oltre il 50% del fabbisogno di Airbus in Europa. In secondo luogo, verrà avviato un programma di ricerca e innovazione per sviluppare carburanti sostenibili al 100%, su misura per gli attuali e futuri progetti di aerei. Tale programma includerà uno studio sull’impatto della composizione dei carburanti sostenibili sulle emissioni di CO2 e sugli effetti collaterali non legati alla CO2, come le scie di condensazione.

La collaborazione si basa sulla volontà comune di promuovere la tecnologia SAF e ha già una storia di successo, con TotalEnergies che fornisce SAF ad Airbus dal 2016. Inoltre, la partnership ha supportato diversi primi voli con aerei Airbus utilizzando esclusivamente SAF, dimostrando il progresso nel campo della decarbonizzazione dell’aviazione.

Patrick Pouyanné, Presidente e Amministratore Delegato di TotalEnergies, ha sottolineato l’impegno della sua azienda nello sviluppo di carburanti sostenibili, con un obiettivo di produzione annua di 1,5 milioni di tonnellate di SAF entro il 2030. Guillaume Faury, CEO di Airbus, ha evidenziato l’importanza di accelerare l’adozione di carburanti sostenibili per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio nell’aviazione entro il 2030. La partnership sottolinea il impegno congiunto di produttori aerospaziali e aziende energetiche nel superare la sfida della decarbonizzazione e assicurare che l’aviazione continui a svolgere un ruolo essenziale nella società futura.

Fonte: Aresdifesa.it

Fincantieri sigla partnership navale da 30 miliardi con Edge negli Emirati Arabi: Joint Venture per trasformare il paesaggio cantieristico globale

Fincantieri sigla Partnership navale da 30 Miliardi con Edge negli Emirati Arabi: Joint Venture per trasformare il paesaggio cantieristico globale

Fincantieri ha stretto una partnership con il Gruppo Edge negli Emirati Arabi Uniti per la creazione di una joint venture nel settore della cantieristica navale, del valore di 30 miliardi di euro. Secondo l’accordo, Edge deterrà il 51% della joint venture, la cui sede operativa sarà ad Abu Dhabi, con Fincantieri che avrà la direzione gestionale, mentre il cuore direzionale rimarrà in Italia. La joint venture avrà diritti di prelazione per gli ordini non Nato, sfruttando gli accordi G2G degli Emirati Arabi Uniti e i pacchetti di finanziamento del credito all’esportazione, insieme a ordini strategici di Paesi membri della Nato.

La collaborazione, definita “trasformativa” dai vertici emiratini, mira a cogliere opportunità globali nella cantieristica navale, concentrandosi sulla produzione di navi militari. La joint venture prevede una solida cooperazione nella commercializzazione dei prodotti con le marine di vari Paesi, espandendo il raggio d’azione e diversificando il portafoglio di soluzioni marittime. In particolare, si prevede lo sviluppo di fregate, grandi navi e sottomarini di medie dimensioni.

L’accordo è stato firmato a Roma tra Hamad Al Marar, CEO di Edge Group, e Pierroberto Folgiero, CEO di Fincantieri, alla presenza di rappresentanti del governo e delle forze armate italiani. La joint venture si concentrerà sulle vendite, le operazioni commerciali e l’ingegneria, sviluppando proprietà intellettuale condivisa e mantenendo diritti esclusivi su futuri design. Sarà istituita una design authority dedicata, coinvolgendo competenze internazionali.

Il CEO di Fincantieri ha dichiarato “Siamo onorati ed entusiasti di unire le forze con Edge con l’obiettivo di creare una piattaforma industriale unica nel suo genere, in grado di cogliere con massimo spirito imprenditoriale e competenze distintive le notevoli opportunità di mercato che hanno origine negli Emirati Arabi Uniti e si estendono dagli Emirati ai mercati internazionali”. Il Sottosegretario di Stato alla Difesa Matteo Perego di Cremnago ha sottolineato che l’accordo riflette le volontà politiche di consolidare i rapporti di collaborazione nel settore marittimo tra Italia e Emirati.

Fonte: IlSole24Ore

Fincantieri ha stretto una partnership con il Gruppo Edge negli Emirati Arabi Uniti per la creazione di una joint venture nel settore della cantieristica navale, del valore di 30 miliardi di euro. Secondo l’accordo, Edge deterrà il 51% della joint venture, la cui sede operativa sarà ad Abu Dhabi, con Fincantieri che avrà la direzione gestionale, mentre il cuore direzionale rimarrà in Italia. La joint venture avrà diritti di prelazione per gli ordini non Nato, sfruttando gli accordi G2G degli Emirati Arabi Uniti e i pacchetti di finanziamento del credito all’esportazione, insieme a ordini strategici di Paesi membri della Nato.

La collaborazione, definita “trasformativa” dai vertici emiratini, mira a cogliere opportunità globali nella cantieristica navale, concentrandosi sulla produzione di navi militari. La joint venture prevede una solida cooperazione nella commercializzazione dei prodotti con le marine di vari Paesi, espandendo il raggio d’azione e diversificando il portafoglio di soluzioni marittime. In particolare, si prevede lo sviluppo di fregate, grandi navi e sottomarini di medie dimensioni.

L’accordo è stato firmato a Roma tra Hamad Al Marar, CEO di Edge Group, e Pierroberto Folgiero, CEO di Fincantieri, alla presenza di rappresentanti del governo e delle forze armate italiani. La joint venture si concentrerà sulle vendite, le operazioni commerciali e l’ingegneria, sviluppando proprietà intellettuale condivisa e mantenendo diritti esclusivi su futuri design. Sarà istituita una design authority dedicata, coinvolgendo competenze internazionali.

Il CEO di Fincantieri ha dichiarato “Siamo onorati ed entusiasti di unire le forze con Edge con l’obiettivo di creare una piattaforma industriale unica nel suo genere, in grado di cogliere con massimo spirito imprenditoriale e competenze distintive le notevoli opportunità di mercato che hanno origine negli Emirati Arabi Uniti e si estendono dagli Emirati ai mercati internazionali”. Il Sottosegretario di Stato alla Difesa Matteo Perego di Cremnago ha sottolineato che l’accordo riflette le volontà politiche di consolidare i rapporti di collaborazione nel settore marittimo tra Italia e Emirati.

Fonte: IlSole24Ore

Leonardo in Ascesa: Azioni volano con il progetto spaziale ‘Space Cloud’ e nuovi sfondi di mercato

Leonardo in Ascesa: Azioni volano con il progetto spaziale ‘Space Cloud’ e nuovi sfondi di mercato

Leonardo ha registrato un aumento delle azioni del 2,24% il 19 febbraio e un ulteriore incremento dello 0,39% il 20 febbraio, raggiungendo un valore di 19,19 euro per azione alle 10:30. Questo aumento è attribuito al progetto “Space Cloud” assegnato da Segredifesa a Leonardo, che mira a sviluppare un sistema di supercomputer, intelligenza artificiale e cloud su una costellazione di satelliti sicuri in orbita attorno alla Terra.

Il progetto rappresenta una novità in Europa, creando un’architettura spaziale che offre capacità di calcolo e memorizzazione ad alte prestazioni direttamente nello spazio per enti governativi e Forze Armate. Il sistema integrerà modelli di cybersecurity e consentirà l’elaborazione e la condivisione rapide e flessibili delle informazioni.

Lo Space Cloud potrà immagazzinare oltre 100 Terabyte di dati e eseguire elaborazioni con una potenza superiore a 250 Tflops.

La notizia ha portato la capitalizzazione di mercato di Leonardo a 11,23 miliardi di euro entro il 20 febbraio. Tuttavia, gli analisti ritengono che le azioni siano attualmente sopravvalutate rispetto al prezzo obiettivo, con un Fair Value stimato a 17,77 euro, circa il 7,8% in meno rispetto al prezzo attuale. Inoltre, l’indice di forza relativa suggerisce un forte acquisto di azioni nell’ultimo periodo, indicando un potenziale aumento del prezzo al di sopra del suo vero valore intrinseco.

Fonte: Investing.com

Leonardo ha registrato un aumento delle azioni del 2,24% il 19 febbraio e un ulteriore incremento dello 0,39% il 20 febbraio, raggiungendo un valore di 19,19 euro per azione alle 10:30. Questo aumento è attribuito al progetto “Space Cloud” assegnato da Segredifesa a Leonardo, che mira a sviluppare un sistema di supercomputer, intelligenza artificiale e cloud su una costellazione di satelliti sicuri in orbita attorno alla Terra.

Il progetto rappresenta una novità in Europa, creando un’architettura spaziale che offre capacità di calcolo e memorizzazione ad alte prestazioni direttamente nello spazio per enti governativi e Forze Armate. Il sistema integrerà modelli di cybersecurity e consentirà l’elaborazione e la condivisione rapide e flessibili delle informazioni. Lo Space Cloud potrà immagazzinare oltre 100 Terabyte di dati e eseguire elaborazioni con una potenza superiore a 250 Tflops.

La notizia ha portato la capitalizzazione di mercato di Leonardo a 11,23 miliardi di euro entro il 20 febbraio. Tuttavia, gli analisti ritengono che le azioni siano attualmente sopravvalutate rispetto al prezzo obiettivo, con un Fair Value stimato a 17,77 euro, circa il 7,8% in meno rispetto al prezzo attuale. Inoltre, l’indice di forza relativa suggerisce un forte acquisto di azioni nell’ultimo periodo, indicando un potenziale aumento del prezzo al di sopra del suo vero valore intrinseco.

Fonte: Investing.com

Rivoluzione marittima: CMA CGM integra la prima flotta di navi alimentate a GNL, pioniere di ecologia e innovazione

Rivoluzione marittima: CMA CGM integra la prima flotta di navi alimentate a GNL, pioniere di ecologia e innovazione

Il 15 febbraio CMA CGM ha varato la CMA CGM Mermaid, la prima di una nuova classe di 10 piccole navi portacontainer dedicate al trasporto marittimo a corto raggio. Costruite in Corea del Sud, queste navi mirano a ridurre al minimo il consumo energetico. Le navi, denominate Mermaid, funzionano a gas naturale liquefatto (LNG) e prevedono di testare una cella a combustibile a partire dal 2025.

Il cantiere sudcoreano Hyundai Mipo ha recentemente consegnato la CMA CGM Mermaid, battente bandiera maltese, attualmente ormeggiata a Busan. Le 10 navi saranno consegnate tra febbraio 2024 e gennaio 2025 e serviranno principalmente il Nord Europa e il Mediterraneo su rotte a corto raggio. Sei si uniranno alla linea Intra Nord Europa tra aprile e luglio, mentre le altre quattro si uniranno alla linea Intra Mediterraneo dalla fine di settembre.

Le Mermaid, lunghe 204,3 metri e larghe 29,6 metri con una portata lorda di 30.900 tonnellate, hanno una capacità di 2.000 TEU e possono trasportare container da 45 piedi adatti a rimorchi per trattori. Il progetto, realizzato in collaborazione con Chantiers de l’Atlantique e Odense Marine Technique, presenta un design originale, in particolare un blocco ponte a prua e una prua avvolgente con bulbo integrato. I motori a doppia alimentazione, GNL o diesel, con un motore da 12 MW fornito da MAN, sono integrati, con l’obiettivo di un risparmio del 15% sui consumi grazie al design dello scafo.

CMA CGM prevede che l’ultima nave della serie, che sarà consegnata nel gennaio 2025, sperimenterà una cella a combustibile da 1 MW alimentata a idrogeno, con l’obiettivo di una modalità a “emissioni zero” durante gli scali.

Fonte Meretmarine.com

Il 15 febbraio CMA CGM ha varato la CMA CGM Mermaid, la prima di una nuova classe di 10 piccole navi portacontainer dedicate al trasporto marittimo a corto raggio. Costruite in Corea del Sud, queste navi mirano a ridurre al minimo il consumo energetico. Le navi, denominate Mermaid, funzionano a gas naturale liquefatto (LNG) e prevedono di testare una cella a combustibile a partire dal 2025.

Il cantiere sudcoreano Hyundai Mipo ha recentemente consegnato la CMA CGM Mermaid, battente bandiera maltese, attualmente ormeggiata a Busan. Le 10 navi saranno consegnate tra febbraio 2024 e gennaio 2025 e serviranno principalmente il Nord Europa e il Mediterraneo su rotte a corto raggio. Sei si uniranno alla linea Intra Nord Europa tra aprile e luglio, mentre le altre quattro si uniranno alla linea Intra Mediterraneo dalla fine di settembre.

Le Mermaid, lunghe 204,3 metri e larghe 29,6 metri con una portata lorda di 30.900 tonnellate, hanno una capacità di 2.000 TEU e possono trasportare container da 45 piedi adatti a rimorchi per trattori. Il progetto, realizzato in collaborazione con Chantiers de l’Atlantique e Odense Marine Technique, presenta un design originale, in particolare un blocco ponte a prua e una prua avvolgente con bulbo integrato. I motori a doppia alimentazione, GNL o diesel, con un motore da 12 MW fornito da MAN, sono integrati, con l’obiettivo di un risparmio del 15% sui consumi grazie al design dello scafo.

CMA CGM prevede che l’ultima nave della serie, che sarà consegnata nel gennaio 2025, sperimenterà una cella a combustibile da 1 MW alimentata a idrogeno, con l’obiettivo di una modalità a “emissioni zero” durante gli scali.

Fonte Meretmarine.com

Airbus: Reddito netto di 3,8 miliardi di euro nel 2023, record di ordini e sfide strategiche

Airbus: Reddito netto di 3,8 miliardi di euro nel 2023, record di ordini e sfide strategiche

Airbus ha annunciato un utile netto di 3,8 miliardi di euro per il 2023, in calo dell’11% rispetto all’anno precedente. Nonostante questo calo, si tratta del terzo utile annuale più alto della sua storia. Il calo dell’utile è dovuto in parte agli oneri del settore spaziale. “Nel 2023, tutte le nostre attività hanno registrato una significativa acquisizione di ordini e abbiamo rispettato i nostri impegni. Si tratta di un risultato notevole, vista la complessità del contesto operativo”, ha commentato il presidente esecutivo di Airbus Guillaume Faury in un comunicato stampa.

Nel 2023, Airbus ha superato le sfide della sua catena di fornitura, consegnando 735 aeromobili nonostante le precedenti difficoltà. Per il 2024, l’azienda prevede di consegnarne circa 800, avvicinandosi al livello pre-pandemia del 2018.

Lo scorso anno è stato registrato un numero record di ordini netti (2094 in totale), superando il precedente record stabilito nel 2013.

Il successo dell’A320 e dell’A350 ha contribuito a un aumento dell’11% delle vendite totali, che hanno raggiunto i 65,4 miliardi di euro. La divisione Commercial Aircraft ha rappresentato quasi tre quarti del fatturato e il 78% dell’utile operativo.

Tuttavia, la divisione Airbus Defense and Space ha registrato un calo del 40% dell’utile operativo, sceso a 229 milioni di euro, a causa di un onere di 600 milioni di euro nel settore spaziale, influenzato dalla concorrenza di SpaceX e dai ritardi di alcuni programmi.

Di fronte a queste sfide, il presidente esecutivo Guillaume Faury ha riorganizzato il team di gestione, affidando la divisione Commercial Aircraft a Christian Scherer. Quest’ultimo si concentrerà maggiormente sulla strategia generale dell’azienda. Anche nel settore spaziale è previsto un cambio di leadership: dal 1° marzo Jean-Marc Nasr lascerà il suo incarico a favore di Alain Faure.

Fonte: Capital.fr

Airbus a annoncé un bénéfice net de 3,8 milliards d’euros pour 2023, en baisse de 11% par rapport à l’année précédente. Malgré cette diminution, c’est le troisième bénéfice annuel le plus élevé de son histoire. La baisse est due en partie à des charges dans l’activité spatiale. « En 2023, toutes nos activités ont enregistré d’importantes prises de commandes et nous avons tenu nos engagements. Il s’agit d’un résultat remarquable compte tenu de la complexité du contexte opérationnel », a salué le président exécutif d’Airbus Guillaume Faury dans un communiqué.

En 2023, Airbus a surmonté les défis de sa chaîne d’approvisionnement en livrant 735 avions malgré des difficultés antérieures. Pour 2024, l’entreprise prévoit d’en livrer environ 800, se rapprochant du niveau pré-pandémique de 2018.

L’année dernière a été marquée par un record de commandes nettes (2094 au total), dépassant le précédent record de 2013. Les succès des A320 et A350 ont contribué à une augmentation de 11% du chiffre d’affaires total, atteignant 65,4 milliards d’euros. La division Avions commerciaux représente près de trois quarts des revenus et 78% du bénéfice opérationnel.

Cependant, la division Airbus Defense and Space a enregistré une chute de 40% du bénéfice opérationnel à 229 millions d’euros, en raison d’une charge de 600 millions d’euros dans l’activité spatiale, impactée par la concurrence de SpaceX et des retards dans certains programmes.

Face à ces défis, le président exécutif Guillaume Faury a réorganisé la direction, confiant la division Avions commerciaux à Christian Scherer. Il se concentrera davantage sur la stratégie globale de l’entreprise. Un changement de leadership est également prévu dans les activités spatiales, Jean-Marc Nasr laissant sa place à Alain Faure à partir du 1er mars.

Fonte: Capital.fr

Report Bain & Company 2023: L’industria del lusso in crescita

Report Bain & Company 2023: L’industria del lusso in crescita

Si stima che nel 2023 l’industria globale dei beni di lusso avrà un valore di 1.500 miliardi di euro, con un aumento dell’8-10% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questa crescita è stata mitigata da un ritorno alla normalità dopo due anni ultra-dinamici post-Covid. Il mercato dei beni di lusso personali è cresciuto del 4% a 362 miliardi di euro, trainato da categorie come l’abbigliamento e la gioielleria. Nonostante il record complessivo, solo due terzi dei marchi del lusso hanno registrato una crescita nel 2023, segnando un calo rispetto al 2022. Gli operatori del lusso hanno beneficiato dell’aumento dei prezzi e della preferenza dei consumatori per i canali di vendita diretta, ma hanno anche dovuto affrontare l’aumento dell’inflazione e dei costi.

A livello geografico, l’Europa ha riconquistato la sua posizione di leadership, con le vendite di beni di lusso personali che hanno raggiunto i 102 miliardi di euro, sostenute da una clientela VIP e dalla ripresa dei flussi turistici. Le Americhe hanno rallentato a -8%, mentre la Cina continentale ha registrato una crescita del +9%, nonostante un graduale rallentamento dovuto alle preoccupazioni macroeconomiche.

Nel 2024, i marchi del lusso dovrebbero beneficiare del loro appeal in regioni ad alto potenziale come il Medio Oriente e l’Australia. I negozi monomarca sono cresciuti dell’11% nel 2023, sottolineando il loro ruolo cruciale nell’esprimere i valori del marchio.

Nel 2024, i beni di lusso personali dovrebbero registrare una crescita moderata, compresa tra +1% e +4%. A più lungo termine, la spesa nel mercato del lusso potrebbe raggiungere i 2.500 miliardi di euro entro il 2030, con un raddoppio del valore dei beni di lusso personali rispetto al 2019, tra i 540 e i 580 miliardi di euro. Si prevede che la Cina continentale rimarrà un attore chiave, rappresentando il 24-26% degli acquisti globali di lusso.

Fonte: Journal du Liuxe.fr

Si stima che nel 2023 l’industria globale dei beni di lusso avrà un valore di 1.500 miliardi di euro, con un aumento dell’8-10% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questa crescita è stata mitigata da un ritorno alla normalità dopo due anni ultra-dinamici post-Covid. Il mercato dei beni di lusso personali è cresciuto del 4% a 362 miliardi di euro, trainato da categorie come l’abbigliamento e la gioielleria. Nonostante il record complessivo, solo due terzi dei marchi del lusso hanno registrato una crescita nel 2023, segnando un calo rispetto al 2022. Gli operatori del lusso hanno beneficiato dell’aumento dei prezzi e della preferenza dei consumatori per i canali di vendita diretta, ma hanno anche dovuto affrontare l’aumento dell’inflazione e dei costi.

A livello geografico, l‘Europa ha riconquistato la sua posizione di leadership, con le vendite di beni di lusso personali che hanno raggiunto i 102 miliardi di euro, sostenute da una clientela VIP e dalla ripresa dei flussi turistici. Le Americhe hanno rallentato a -8%, mentre la Cina continentale ha registrato una crescita del +9%, nonostante un graduale rallentamento dovuto alle preoccupazioni macroeconomiche.

Nel 2024, i marchi del lusso dovrebbero beneficiare del loro appeal in regioni ad alto potenziale come il Medio Oriente e l’Australia. I negozi monomarca sono cresciuti dell’11% nel 2023, sottolineando il loro ruolo cruciale nell’esprimere i valori del marchio.

Nel 2024, i beni di lusso personali dovrebbero registrare una crescita moderata, compresa tra +1% e +4%. A più lungo termine, la spesa nel mercato del lusso potrebbe raggiungere i 2.500 miliardi di euro entro il 2030, con un raddoppio del valore dei beni di lusso personali rispetto al 2019, tra i 540 e i 580 miliardi di euro. Si prevede che la Cina continentale rimarrà un attore chiave, rappresentando il 24-26% degli acquisti globali di lusso.

Fonte: Journal du Liuxe.fr

Il produttore di batterie ACC raccoglie la cifra record di 4,4 miliardi di euro per diventare il leader europeo delle batterie elettriche

Il produttore di batterie ACC raccoglie la cifra record di 4,4 miliardi di euro per diventare il leader europeo delle batterie elettriche

ACC, il produttore di batterie di proprietà di Stellantis, Mercedes e TotalEnergies, ha completato con successo un’eccezionale raccolta di fondi da 4,4 miliardi di euro per finanziare i suoi progetti di impianti di batterie in Europa. L’operazione, una delle più grandi del settore automobilistico europeo, ha visto BNP Paribas come consulente finanziario esclusivo. L’azienda, soprannominata l'”Airbus” europeo delle batterie, mira a diventare il leader del mercato delle batterie per veicoli elettrici.

Il colossale finanziamento sosterrà il piano di costruzione di impianti in Francia, Germania e Italia. La prima tappa è stata il completamento della prima fase dello stabilimento di Douvrin (Pas-de-Calais), con un investimento di 900 milioni di euro. Sono previsti altri siti, tra cui un blocco a Kaiserslautern, in Germania, e un doppio blocco a Termoli, in Italia.

L’amministratore delegato di ACC, Yann Vincent, sottolinea che questa iniezione di fondi sostiene il raggiungimento degli obiettivi fissati nella tabella di marcia, che punta a una capacità produttiva di 120 gigawattora nel 2030 in Europa.

Oltre ai 4,4 miliardi di euro raccolti, ACC riceve 846 milioni di euro di sovvenzioni pubbliche dalla Francia. Anche un aumento di capitale, il cui importo non è ancora stato specificato, rafforzerà le risorse dell’azienda. Stellantis e Mercedes-Benz hanno in programma di modificare la struttura azionaria di ACC, con un aumento graduale delle loro quote, secondo un comunicato stampa emesso dall’azienda.

Fonte: Forbes.fr

ACC, il produttore di batterie di proprietà di Stellantis, Mercedes e TotalEnergies, ha completato con successo un’eccezionale raccolta di fondi da 4,4 miliardi di euro per finanziare i suoi progetti di impianti di batterie in Europa. L’operazione, una delle più grandi del settore automobilistico europeo, ha visto BNP Paribas come consulente finanziario esclusivo. L’azienda, soprannominata l'”Airbus” europeo delle batterie, mira a diventare il leader del mercato delle batterie per veicoli elettrici.

Il colossale finanziamento sosterrà il piano di costruzione di impianti in Francia, Germania e Italia. La prima tappa è stata il completamento della prima fase dello stabilimento di Douvrin (Pas-de-Calais), con un investimento di 900 milioni di euro. Sono previsti altri siti, tra cui un blocco a Kaiserslautern, in Germania, e un doppio blocco a Termoli, in Italia. L’amministratore delegato di ACC, Yann Vincent, sottolinea che questa iniezione di fondi sostiene il raggiungimento degli obiettivi fissati nella tabella di marcia, che punta a una capacità produttiva di 120 gigawattora nel 2030 in Europa.

Oltre ai 4,4 miliardi di euro raccolti, ACC riceve 846 milioni di euro di sovvenzioni pubbliche dalla Francia. Anche un aumento di capitale, il cui importo non è ancora stato specificato, rafforzerà le risorse dell’azienda. Stellantis e Mercedes-Benz hanno in programma di modificare la struttura azionaria di ACC, con un aumento graduale delle loro quote, secondo un comunicato stampa emesso dall’azienda.

Fonte: Forbes.fr

Svolta cruciale per il progetto della Torino-Lione: le linee di accesso francesi al centro del progetto

Svolta cruciale per il progetto della Torino-Lione: le linee di accesso francesi al centro del progetto

Lo sblocco del dossier sulle linee di accesso al collegamento internazionale Torino-Lione in Francia evidenzia l’importanza cruciale del collegamento ferroviario tra Italia e Francia per il corridoio TEN-T Lisbona-Kiev. Le linee di accesso francesi, considerate la parte più complessa del progetto, svolgono un ruolo essenziale nella sua realizzazione. Paolo Foietta, presidente della delegazione italiana alla Commissione intergovernativa Italia-Francia, spiega: «L’intera Cig ha espresso soddisfazione per lo sblocco francese alla richiesta di finanziamento europeo del progetto delle tratte di accesso francesi. Condizione essenziale per procedere alla loro realizzazione ed alla decisione di esecuzione».

La tratta Torino-Lione comprende una sezione internazionale e sezioni di accesso in Francia e in Italia. La sezione francese, da Saint-Jean-de-Maurienne a Lione, presenta sfide in termini di complessità e costi. Una prolungata fase di discussione in Francia si sta concentrando sul finanziamento fino al 40% per la progettazione degli accessi, pari a circa 120 milioni di euro. L’Italia è in vantaggio in termini di progettazione, con 12 milioni di euro di finanziamenti UE e 50 milioni di euro di cofinanziamento per l’adeguamento della sezione nazionale.

Il prossimo passo è rendere le vie di accesso francesi una priorità infrastrutturale prima del voto di giugno, consentendo all’Italia e alla Francia di presentare la domanda all’UE. Il cofinanziamento europeo del 50% delle opere Ten-T è subordinato all’esistenza di progetti formali, con stime di costo che raggiungono 1,7 miliardi per l’Italia e tra 7 e 8 miliardi per la Francia.

Attualmente sono in corso 11 progetti tra Italia e Francia, con 35,2 chilometri di gallerie già realizzate, che coinvolgono 2.500 lavoratori e tecnici e contratti per 4,9 miliardi di euro. Il progetto principale in Italia è il tunnel ferroviario Chiomonte-Susa. Il valore complessivo della tratta Italia-Francia è stato di 8,6 miliardi di euro nel 2012, con un aggiornamento previsto per la seconda metà dell’anno.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Lo sblocco del dossier sulle linee di accesso al collegamento internazionale Torino-Lione in Francia evidenzia l’importanza cruciale del collegamento ferroviario tra Italia e Francia per il corridoio TEN-T Lisbona-Kiev. Le linee di accesso francesi, considerate la parte più complessa del progetto, svolgono un ruolo essenziale nella sua realizzazione. Paolo Foietta, presidente della delegazione italiana alla Commissione intergovernativa Italia-Francia, spiega: «L’intera Cig ha espresso soddisfazione per lo sblocco francese alla richiesta di finanziamento europeo del progetto delle tratte di accesso francesi. Condizione essenziale per procedere alla loro realizzazione ed alla decisione di esecuzione».

La tratta Torino-Lione comprende una sezione internazionale e sezioni di accesso in Francia e in Italia. La sezione francese, da Saint-Jean-de-Maurienne a Lione, presenta sfide in termini di complessità e costi. Una prolungata fase di discussione in Francia si sta concentrando sul finanziamento fino al 40% per la progettazione degli accessi, pari a circa 120 milioni di euro. L’Italia è in vantaggio in termini di progettazione, con 12 milioni di euro di finanziamenti UE e 50 milioni di euro di cofinanziamento per l’adeguamento della sezione nazionale.

Il prossimo passo è rendere le vie di accesso francesi una priorità infrastrutturale prima del voto di giugno, consentendo all’Italia e alla Francia di presentare la domanda all’UE. Il cofinanziamento europeo del 50% delle opere Ten-T è subordinato all’esistenza di progetti formali, con stime di costo che raggiungono 1,7 miliardi per l’Italia e tra 7 e 8 miliardi per la Francia.

Attualmente sono in corso 11 progetti tra Italia e Francia, con 35,2 chilometri di gallerie già realizzate, che coinvolgono 2.500 lavoratori e tecnici e contratti per 4,9 miliardi di euro. Il progetto principale in Italia è il tunnel ferroviario Chiomonte-Susa. Il valore complessivo della tratta Italia-Francia è stato di 8,6 miliardi di euro nel 2012, con un aggiornamento previsto per la seconda metà dell’anno.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Hitachi Rail agguanta le attività ferroviarie di Thales

Hitachi Rail agguanta le attività ferroviarie di Thales

Grazie all’accordo con l’azienda pugliese Mermec, la giapponese Hitachi Rail è vicina a concludere l’acquisto dell’attività di segnalamento ferroviario Gts della francese Thales.

Nell’Estate 2021 la conglomerata giapponese Hitachi ha annunciato una trattativa in esclusiva con la francese Thales per l’acquisto delle attività di segnalamento ferroviario del gruppo, valutate 1,66 miliardi di euro. La vendita arriva in un momento di consolidamento nel settore in quanto i giocatori indipendenti si allineano con gruppi industriali più grandi.

Lo scorso ottobre la Commissione europea e l’Autorità britannica garante della concorrenza e del mercato (Cma) hanno approvato l’acquisizione di Thales Gts da parte di Hitachi Rail, a condizione che Hitachi Rail cedesse le sue attività di segnalamento mainline (linee principali) in Francia, Germania e Regno Unito.

Condizione che il gruppo giapponese aveva già indicato di essere pronta a soddisfare.

Ed è alla luce di questi impegni che Hitachi Rail ha firmato un accordo di put option con MerMec – il gruppo barese che fa capo alla Angel Holding fondata da Vito Pertosa – per la vendita delle attività di segnalamento delle linee principali in Francia e dei business di segnalamento in Germania e nel Regno Unito di Hitachi Rail.

Alistair Dormer, vicepresidente esecutivo di Hitachi, ha affermato che “il business Gts è estremamente complementare dal punto di vista geografico”. GTS ha sede in Germania, Francia e Canada.

Le attuali basi commerciali di Hitachi Rail sono principalmente nel Regno Unito, in Italia, in Giappone e in Nord America. E proprio in Italia si guarda alle ricadute di questa operazione.

Fonte Startmag.it: Chiara Rossi

Grazie all’accordo con l’azienda pugliese Mermec, la giapponese Hitachi Rail è vicina a concludere l’acquisto dell’attività di segnalamento ferroviario Gts della francese Thales.

Nell’Estate 2021 la conglomerata giapponese Hitachi ha annunciato una trattativa in esclusiva con la francese Thales per l’acquisto delle attività di segnalamento ferroviario del gruppo, valutate 1,66 miliardi di euro. La vendita arriva in un momento di consolidamento nel settore in quanto i giocatori indipendenti si allineano con gruppi industriali più grandi.

Lo scorso ottobre la Commissione europea e l’Autorità britannica garante della concorrenza e del mercato (Cma) hanno approvato l’acquisizione di Thales Gts da parte di Hitachi Rail, a condizione che Hitachi Rail cedesse le sue attività di segnalamento mainline (linee principali) in Francia, Germania e Regno Unito.

Condizione che il gruppo giapponese aveva già indicato di essere pronta a soddisfare.

Ed è alla luce di questi impegni che Hitachi Rail ha firmato un accordo di put option con MerMec – il gruppo barese che fa capo alla Angel Holding fondata da Vito Pertosa – per la vendita delle attività di segnalamento delle linee principali in Francia e dei business di segnalamento in Germania e nel Regno Unito di Hitachi Rail.

Alistair Dormer, vicepresidente esecutivo di Hitachi, ha affermato che “il business Gts è estremamente complementare dal punto di vista geografico”. GTS ha sede in Germania, Francia e Canada.

Le attuali basi commerciali di Hitachi Rail sono principalmente nel Regno Unito, in Italia, in Giappone e in Nord America. E proprio in Italia si guarda alle ricadute di questa operazione.

Fonte Startmag.it: Chiara Rossi

Previsioni 2024 record per Aeroporti di Roma: più passeggeri e nuove rotte da Fiumicino e Ciampino

Previsioni 2024 record per Aeroporti di Roma: più passeggeri e nuove rotte da Fiumicino e Ciampino

Il 2024 sarà un anno record per gli aeroporti di Roma, con un numero di voli e viaggiatori che potrebbe superare anche il 2019, ultimo anno prima della pandemia. “L’incremento tendenziale del traffico passeggeri sviluppato nell’ultimo semestre del 2023, insieme alla crescente destagionalizzazione dei flussi aerei già evidente in questo inizio d’anno, lascia prevedere livelli record per il 2024 con un ulteriore balzo in avanti rispetto al 2019”, ha messo in evidenza in una nota Aeroporti di Roma.

La ripresa del traffico aereo romano si basa soprattutto sui collegamenti con l’Asia e in particolare con la Cina, gestiti da cinque compagnie aeree come nel periodo pre-pandemia. In secondo luogo c’è il mercato del Nord America, con Usa, Canada e Messico, in cui si è arrivati a contare, nei giorni di picco, addirittura 34 collegamenti diretti al giorno dall’aeroporto di Roma Fiumicino. Addirittura 11 voli soltanto per quanto riguarda New York.

“Un’offerta record garantita anche dai nuovi collegamenti avviati da ITA Airways e dagli sviluppi delle compagnie aeree americane che, a livello aggregato, sono arrivate ad offrire un numero di collegamenti in crescita fino al 50% rispetto al periodo prima del Covid-19”, sottolinea Adr.

E proprio in quest’ottica il Leonardo da Vinci si è posizionato come terzo scalo europeo, dopo Londra e Parigi, per collegamenti diretti verso New York. Si stima che a febbraio 2024 arriveranno fino a 73 a settimana, più 70 per cento rispetto a febbraio 2019, i voli verso il Nord America.

Fonte: Fanpage.it

Il 2024 sarà un anno record per gli aeroporti di Roma, con un numero di voli e viaggiatori che potrebbe superare anche il 2019, ultimo anno prima della pandemia. “L’incremento tendenziale del traffico passeggeri sviluppato nell’ultimo semestre del 2023, insieme alla crescente destagionalizzazione dei flussi aerei già evidente in questo inizio d’anno, lascia prevedere livelli record per il 2024 con un ulteriore balzo in avanti rispetto al 2019”, ha messo in evidenza in una nota Aeroporti di Roma.

La ripresa del traffico aereo romano si basa soprattutto sui collegamenti con l’Asia e in particolare con la Cina, gestiti da cinque compagnie aeree come nel periodo pre-pandemia. In secondo luogo c’è il mercato del Nord America, con Usa, Canada e Messico, in cui si è arrivati a contare, nei giorni di picco, addirittura 34 collegamenti diretti al giorno dall’aeroporto di Roma Fiumicino. Addirittura 11 voli soltanto per quanto riguarda New York.

“Un’offerta record garantita anche dai nuovi collegamenti avviati da ITA Airways e dagli sviluppi delle compagnie aeree americane che, a livello aggregato, sono arrivate ad offrire un numero di collegamenti in crescita fino al 50% rispetto al periodo prima del Covid-19″, sottolinea Adr.

E proprio in quest’ottica il Leonardo da Vinci si è posizionato come terzo scalo europeo, dopo Londra e Parigi, per collegamenti diretti verso New York. Si stima che a febbraio 2024 arriveranno fino a 73 a settimana, più 70 per cento rispetto a febbraio 2019, i voli verso il Nord America.

Fonte: Fanpage.it

Ansaldo Nucleare in prima linea per lo sviluppo di mini reattori in Ue

Ansaldo Nucleare in prima linea per lo sviluppo di mini reattori in Ue

Ansaldo Nucleare è in prima linea per contribuire allo sviluppo europeo degli small modular reactor (cioè i mini reattori a fissione) e del nucleare di quarta generazione. Lo hanno confermato ieri, a Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Fabrizio Fabbri, AD del gruppo Ansaldo Energia (Aen), e Daniela Gentile, AD di Ansaldo Nucleare, che del gruppo fa parte. E per questo l’azienda è anche allla ricerca di circa 30 nuovi collaboratori specializzati.

Durante l’incontro col ministro, spiega una nota, c’è stato un confronto in merito all’annuncio dell’alleanza europea sugli Smr, comunicata martedì 6 dalla Commissione europea. Ansaldo Nucleare “ha confermato che parteciperà all’alleanza, dopo avere contribuito in maniera determinante alla sua creazione, con il suo know-how e le sue competenze tecnologiche”.

Il ruolo di dell’azienda italiana, nei campi che vanno dalle nuove unità al decommissioning, dai lavori per l’estensione di vita d’impianti operativi, allo sviluppo di nuove tecnologie e alla fusione, prosegue la nota, “è stato riconosciuto da alcuni dei principali leader mondiali del settore, con cui Ansaldo Energia ha firmato, negli ultimi mesi, accordi strategici di collaborazione”.

Con EDF ed Edison il gruppo sta lavorando su potenziali cooperazioni industriali per lo sviluppo dell’energia nucleare in Europa, in particolare nel campo degli Smr, mentre con Westinghouse e altri partner europei sullo sviluppo e la realizzazione dei lead-cooled small modular reactors, piccoli reattori modulari di quarta generazione, raffreddati a piombo.

In questo contesto Ansaldo Energia ha avviato la ricerca di figure professionali, sia di comprovata esperienza sia più giovani, su cui puntare per il futuro, “che possano contribuire alla crescita nella ricerca e nella realizzazione delle nuove attività, sia nell’ambito nucleare sia in quello dell’energia convenzionale”.

Fonte Sole 24 Ore: Raoul de Forcade

Ansaldo Nucleare è in prima linea per contribuire allo sviluppo europeo degli small modular reactor (cioè i mini reattori a fissione) e del nucleare di quarta generazione. Lo hanno confermato ieri, a Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Fabrizio Fabbri, AD del gruppo Ansaldo Energia (Aen), e Daniela Gentile, AD di Ansaldo Nucleare, che del gruppo fa parte. E per questo l’azienda è anche allla ricerca di circa 30 nuovi collaboratori specializzati.

Durante l’incontro col ministro, spiega una nota, c’è stato un confronto in merito all’annuncio dell’alleanza europea sugli Smr, comunicata martedì 6 dalla Commissione europea. Ansaldo Nucleare “ha confermato che parteciperà all’alleanza, dopo avere contribuito in maniera determinante alla sua creazione, con il suo know-how e le sue competenze tecnologiche”.

Il ruolo di dell’azienda italiana, nei campi che vanno dalle nuove unità al decommissioning, dai lavori per l’estensione di vita d’impianti operativi, allo sviluppo di nuove tecnologie e alla fusione, prosegue la nota, “è stato riconosciuto da alcuni dei principali leader mondiali del settore, con cui Ansaldo Energia ha firmato, negli ultimi mesi, accordi strategici di collaborazione”.

Con EDF ed Edison il gruppo sta lavorando su potenziali cooperazioni industriali per lo sviluppo dell’energia nucleare in Europa, in particolare nel campo degli Smr, mentre con Westinghouse e altri partner europei sullo sviluppo e la realizzazione dei lead-cooled small modular reactors, piccoli reattori modulari di quarta generazione, raffreddati a piombo.

In questo contesto Ansaldo Energia ha avviato la ricerca di figure professionali, sia di comprovata esperienza sia più giovani, su cui puntare per il futuro, “che possano contribuire alla crescita nella ricerca e nella realizzazione delle nuove attività, sia nell’ambito nucleare sia in quello dell’energia convenzionale”.

Fonte Sole 24 Ore : Raoul de Forcade

Francia, litio per batterie di 700mila auto l’anno

Francia, litio per batterie di 700mila auto l’anno

l litio c’è, ora bisogna estrarlo. La Francia può contare su giacimenti importanti nel Massiccio Centrale dove si stanno concentrando le attenzioni dell’industria mineraria transalpina. Il Gruppo Imerys, come riportato dall’Agenzia France Presse, è il fautore del progetto Emili che ha l’obiettivo di estrarre il prezioso metallo nel sito di Beauvoir.

“Dovrebbe generare circa mille posti di lavoro diretti e indiretti, ma è anche un progetto molto importante per la Francia in termini di reindustrializzazione e sovranità energetica”, ha spiegato all’Afp il prefetto dell’Allier, Pascale Trimbach.

Il litio è stato trovato in una cava di caolino in fase di scavo dal 2005. Qui c’è un giacimento da 118 milioni di tonnellate di minerale contenente il metallo e i geologi hanno spiegato che origina dalla formazione di antiche catene montuose avvenuta 300 milioni di anni fa.

«È un deposito di interesse europeo, forse addirittura mondiale», ha detto Christopher Heymann, direttore del sito di estrazione, spiegando che i volumi andrebbero rivisti al rialzo.

Il minerale estraibile, secondo le proiezioni di Imerys, potrebbe generare idrossido di litio sufficiente per le batterie di 700mila auto all’anno (pari al 35% dell’obiettivo del governo francese) a partire dal 2028, per almeno 25 anni. Un impianto per la lavorazione del metallo sarà realizzato a Montluçon, a una quarantina di chilometri di distanza dal giacimento. 

Fonte Italia Oggi: Maicol Mercuriali

Il litio c’è, ora bisogna estrarlo. La Francia può contare su giacimenti importanti nel Massiccio Centrale dove si stanno concentrando le attenzioni dell’industria mineraria transalpina. Il Gruppo Imerys, come riportato dall’Agenzia France Presse, è il fautore del progetto Emili che ha l’obiettivo di estrarre il prezioso metallo nel sito di Beauvoir.

“Dovrebbe generare circa mille posti di lavoro diretti e indiretti, ma è anche un progetto molto importante per la Francia in termini di reindustrializzazione e sovranità energetica”, ha spiegato all’Afp il prefetto dell’Allier, Pascale Trimbach.

Il litio è stato trovato in una cava di caolino in fase di scavo dal 2005. Qui c’è un giacimento da 118 milioni di tonnellate di minerale contenente il metallo e i geologi hanno spiegato che origina dalla formazione di antiche catene montuose avvenuta 300 milioni di anni fa. «È un deposito di interesse europeo, forse addirittura mondiale», ha detto Christopher Heymann, direttore del sito di estrazione, spiegando che i volumi andrebbero rivisti al rialzo.

Il minerale estraibile, secondo le proiezioni di Imerys, potrebbe generare idrossido di litio sufficiente per le batterie di 700mila auto all’anno (pari al 35% dell’obiettivo del governo francese) a partire dal 2028, per almeno 25 anni. Un impianto per la lavorazione del metallo sarà realizzato a Montluçon, a una quarantina di chilometri di distanza dal giacimento. 

Fonte Italia Oggi: Maicol Mercuriali

Decreto Energia e legge: tutte le disposizioni per la transizione energetica. Infrastrutture dell’Energia

Decreto Energia e legge: tutte le disposizioni per la transizione energetica. Infrastrutture dell’Energia

Via libera del Senato alla fiducia sul decreto Energia, che prevede una serie di interventi per la sicurezza energetica, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e altre disposizioni relative alla ricostruzione dei territori alluvionati. L’approvazione è avvenuta con 97 voti a favore, 74 contrari e due astensioni. Non essendo state apportate modifiche rispetto al testo licenziato a Montecitorio il decreto è diventato legge.
“L’approvazione definitiva del Dl Energia, rappresenta un significativo, importante passo in avanti verso la transizione verde delle nostre imprese. Un provvedimento che mira al rafforzamento del nostro sistema produttivo nell’affrontare la sfida della decarbonizzazione e dello sviluppo sostenibile”, ha dichiarato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ricordando che il decreto prevede semplificazioni e incentivi per il fotovoltaico ed importanti sostegni per le aziende a forte consumo di energia.

Il decreto punta inoltre a sviluppare le fonti di energia rinnovabile, accelerando gli investimenti nell’autoproduzione di energia per i settori a forte consumo, rafforzando la sicurezza degli approvvigionamenti di gas e concedendo incentivi alle regioni che ospitano impianti di produzione di energia rinnovabile. Misure anche per il decommisisoning e la gestione dei rifiuti radioattivi.

Previste anche disposizioni in tema di nucleare, con la proroga dei termini per presentare ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e per chiedere al ministero dell’Ambiente ed a Sogin di riconsiderare l’area per verificarne l’idoneità.
E’ poi stabilito che la Sogesid Spa, società in house delle amministrazioni centrali dello Stato, garantisca il supporto necessario alla tempestiva realizzazione degli interventi pubblici per la piena attuazione della transizione ecologica e del PNRR.

Fonte: La Stampa.it

Via libera del Senato alla fiducia sul decreto Energia, che prevede una serie di interventi per la sicurezza energetica, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e altre disposizioni relative alla ricostruzione dei territori alluvionati. L’approvazione è avvenuta con 97 voti a favore, 74 contrari e due astensioni. Non essendo state apportate modifiche rispetto al testo licenziato a Montecitorio il decreto è diventato legge.
“L’approvazione definitiva del Dl Energia, rappresenta un significativo, importante passo in avanti verso la transizione verde delle nostre imprese. Un provvedimento che mira al rafforzamento del nostro sistema produttivo nell’affrontare la sfida della decarbonizzazione e dello sviluppo sostenibile”, ha dichiarato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ricordando che il decreto prevede semplificazioni e incentivi per il fotovoltaico ed importanti sostegni per le aziende a forte consumo di energia.

Il decreto punta inoltre a sviluppare le fonti di energia rinnovabile, accelerando gli investimenti nell’autoproduzione di energia per i settori a forte consumo, rafforzando la sicurezza degli approvvigionamenti di gas e concedendo incentivi alle regioni che ospitano impianti di produzione di energia rinnovabile. Misure anche per il decommisisoning e la gestione dei rifiuti radioattivi.

Previste anche disposizioni in tema di nucleare, con la proroga dei termini per presentare ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e per chiedere al ministero dell’Ambiente ed a Sogin di riconsiderare l’area per verificarne l’idoneità.
E’ poi stabilito che la Sogesid Spa, società in house delle amministrazioni centrali dello Stato, garantisca il supporto necessario alla tempestiva realizzazione degli interventi pubblici per la piena attuazione della transizione ecologica e del PNRR.

Fonte: La Stampa.it

Nucleare, impatto in Italia da 45 miliardi e 500mila posti di lavoro entro il 2050

Nucleare, impatto in Italia da 45 miliardi e 500mila posti di lavoro entro il 2050

L’impatto economico del nucleare, comprensivo degli effetti diretti e indiretti, in Italia ammonterebbe a circa 45 miliardi di euro; si andrebbero a creare oltre mezzo milione di posti di lavoro sul territorio italiano entro il 2050, generando 52mila posti di lavoro nel breve termine esclusivamente legati alla fase di costruzione. È quanto emerge da un nuovo studio pubblicato da Ey: “L’energia nucleare è sul punto di una rinascita”.

L’energia nucleare – spiega Ey – ricopre un ruolo determinante nel percorso verso la transizione dai combustibili fossili a fonti energetiche in grado di garantire la sicurezza energetica e contrastare il cambiamento climatico. L’energia nucleare, infatti, grazie alla propria capacità di risposta immediata e al significativo potenziale di crescita, costituisce un elemento chiave per istituire sistemi elettrici a basse emissioni e in grado di far fronte alla crisi climatica.

“Nell’ambizioso obiettivo mondiale di raggiungere un bilancio net-zero entro metà secolo, l’energia nucleare, attualmente presente in 32 Paesi con una capacità totale di 413 GW, gioca un ruolo significativo nell’evitare 1,5 gigatonnellate (Gt) di emissioni globali e ridurre la domanda mondiale di gas di 180 miliardi di metri cubi (bcm) annualmente – ricostruisce Ey – Questa energia è tra le risorse energetiche che possiede il più basso livello di emissioni di CO2, rendendola dunque fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi Sdgs stabiliti nell’Accordo di Parigi”.

Fonte: Sole 24 Ore

L’impatto economico del nucleare, comprensivo degli effetti diretti e indiretti, in Italia ammonterebbe a circa 45 miliardi di euro; si andrebbero a creare oltre mezzo milione di posti di lavoro sul territorio italiano entro il 2050, generando 52mila posti di lavoro nel breve termine esclusivamente legati alla fase di costruzione. È quanto emerge da un nuovo studio pubblicato da Ey: “L’energia nucleare è sul punto di una rinascita”.

L’energia nucleare – spiega Ey – ricopre un ruolo determinante nel percorso verso la transizione dai combustibili fossili a fonti energetiche in grado di garantire la sicurezza energetica e contrastare il cambiamento climatico. L’energia nucleare, infatti, grazie alla propria capacità di risposta immediata e al significativo potenziale di crescita, costituisce un elemento chiave per istituire sistemi elettrici a basse emissioni e in grado di far fronte alla crisi climatica.

“Nell’ambizioso obiettivo mondiale di raggiungere un bilancio net-zero entro metà secolo, l’energia nucleare, attualmente presente in 32 Paesi con una capacità totale di 413 GW, gioca un ruolo significativo nell’evitare 1,5 gigatonnellate (Gt) di emissioni globali e ridurre la domanda mondiale di gas di 180 miliardi di metri cubi (bcm) annualmente – ricostruisce Ey – Questa energia è tra le risorse energetiche che possiede il più basso livello di emissioni di CO2, rendendola dunque fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi Sdgs stabiliti nell’Accordo di Parigi”.

Fonte: Sole 24 Ore

Newcleo, la start up che investe 3 miliardi nel nucleare facile e pulito

Newcleo, la start up che investe 3 miliardi nel nucleare facile e pulito

Stefano Buono è il fondatore di Newcleo, una nuova avventura imprenditoriale che punta a produrre e commercializzare piccoli reattori nucleari in grado di alimentarsi con gli scarti di altri reattori. Un progetto che complessivamente richiede 3 miliardi di investimenti nel corso dei prossimi sette anni.

Al momento Buono ha già raccolto 400 milioni di euro da circa 600 investitori, per lo più italiani, e dichiara : “Il 90% dei nostri azionisti ha passaporto italiano”.

Da un punto di vista tecnico, Newcleo parte dall’idea di progettare reattori molto compatti e raffreddati al piombo, che rispetto ai tradizionali reattori ad acqua pressurizzata costano fino a trenta volte di meno e possono adoperare come combustibile scarti di altri reattori. «La nostra tecnologia permette di utilizzare quei rifiuti come combustibile, creando così un circolo virtuoso.

Il primo reattore è atteso nel 2031 in Francia, dove abbiamo già avviato una serie di attività con l’autorità della sicurezza nucleare francese, un processo che a giugno termina la sua prima fase e che nel prossimo biennio ci porterà a una pre-autorizzazione per l’avvio della costruzione del nostro primo reattore e del completamento della fabbrica del combustibile, che serve ad alimentarlo. Quasi in parallelo partirà la progettazione di un secondo reattore».

L’intera operazione, come ricorda più volte Buono, si regge su un ideale asse per il nucleare tra Francia e Italia. “La Francia per noi è un partner strategico, perché possiede una quantità di materiali di scarto da utilizzare come combustibile in grado di assicurare energia per i prossimi due millenni. L’altro aspetto cruciale è il meccanismo di credito di imposta che Parigi accorda alle imprese che svolgono questo tipo di attività di ricerca.”

Fonte www.corriere.it: Andrea Ducci

Stefano Buono è il fondatore di Newcleo, una nuova avventura imprenditoriale che punta a produrre e commercializzare piccoli reattori nucleari in grado di alimentarsi con gli scarti di altri reattori. Un progetto che complessivamente richiede 3 miliardi di investimenti nel corso dei prossimi sette anni.

Al momento Buono ha già raccolto 400 milioni di euro da circa 600 investitori, per lo più italiani, e dichiara : “Il 90% dei nostri azionisti ha passaporto italiano”.

Da un punto di vista tecnico, Newcleo parte dall’idea di progettare reattori molto compatti e raffreddati al piombo, che rispetto ai tradizionali reattori ad acqua pressurizzata costano fino a trenta volte di meno e possono adoperare come combustibile scarti di altri reattori. «La nostra tecnologia permette di utilizzare quei rifiuti come combustibile, creando così un circolo virtuoso. Il primo reattore è atteso nel 2031 in Francia, dove abbiamo già avviato una serie di attività con l’autorità della sicurezza nucleare francese, un processo che a giugno termina la sua prima fase e che nel prossimo biennio ci porterà a una pre-autorizzazione per l’avvio della costruzione del nostro primo reattore e del completamento della fabbrica del combustibile, che serve ad alimentarlo. Quasi in parallelo partirà la progettazione di un secondo reattore».

L’intera operazione, come ricorda più volte Buono, si regge su un ideale asse per il nucleare tra Francia e Italia. “La Francia per noi è un partner strategico, perché possiede una quantità di materiali di scarto da utilizzare come combustibile in grado di assicurare energia per i prossimi due millenni. L’altro aspetto cruciale è il meccanismo di credito di imposta che Parigi accorda alle imprese che svolgono questo tipo di attività di ricerca.”

Fonte www.corriere.it: Andrea Ducci

Orsero perfeziona acquisizioni in Francia: ora pesa quanto l’Italia

Orsero perfeziona acquisizioni in Francia: ora pesa quanto l’Italia

Orsero, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nell’importazione e la distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi, ha completato l’acquisto dell’80% della società francese Blampin e l’acquisto del 100% della società francese Capexo. Il closing è arrivato secondo i termini già resi noti negli scorsi mesi: con il pagamento degli importi pattuiti rispettivamente a titolo di “corrispettivo fisso”, pari a 32 milioni di euro, per l’acquisto di Blampin e di “corrispettivo base” pari a 33 milioni di euro per Capexo.
I pagamenti sono avvenuti in parte mediante l’utilizzo delle risorse finanziarie disponibili e in parte mediante le linee di finanziamento a sostegno dell’attività di M&A per complessivi 56,7 milioni, erogate nell’ambito del finanziamento ESG linked a medio-lungo termine accordato da un pool di banche lo scorso 4 agosto.

Le acquisizioni portano il gruppo a raggiungere in Francia dimensioni simili all’Italia, con un fatturato aggregato stimato di circa 450 milioni di euro, una copertura importante su tutti i canali di distribuzione.
Con due operazioni acquisitive uniche per il settore, rafforziamo notevolmente la nostra presenza in Francia, paese chiave sia per la storia del nostro gruppo che per la crescita e lo sviluppo futuro”, hanno commentato Raffaella Orsero, CEO del gruppo, e Matteo Colombini, co-CEO e CFO del gruppo.
Siamo certi che il Gruppo acquisirà anche un importante know-how sul prodotto esotico di cui in Capexo sono maestri e su una gestione iper-sofisticata ed evoluta del commercio sui mercati all’ingrosso, expertise della famiglia Blampin“, hanno aggiunto.

Fonte: www.finanza.lastampa.it

Orsero, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nell’importazione e la distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi, ha completato l’acquisto dell’80% della società francese Blampin e l’acquisto del 100% della società francese Capexo. Il closing è arrivato secondo i termini già resi noti negli scorsi mesi: con il pagamento degli importi pattuiti rispettivamente a titolo di “corrispettivo fisso”, pari a 32 milioni di euro, per l’acquisto di Blampin e di “corrispettivo base” pari a 33 milioni di euro per Capexo.
I pagamenti sono avvenuti in parte mediante l’utilizzo delle risorse finanziarie disponibili e in parte mediante le linee di finanziamento a sostegno dell’attività di M&A per complessivi 56,7 milioni, erogate nell’ambito del finanziamento ESG linked a medio-lungo termine accordato da un pool di banche lo scorso 4 agosto.

Le acquisizioni portano il gruppo a raggiungere in Francia dimensioni simili all’Italia, con un fatturato aggregato stimato di circa 450 milioni di euro, una copertura importante su tutti i canali di distribuzione.
Con due operazioni acquisitive uniche per il settore, rafforziamo notevolmente la nostra presenza in Francia, paese chiave sia per la storia del nostro gruppo che per la crescita e lo sviluppo futuro”, hanno commentato Raffaella Orsero, CEO del gruppo, e Matteo Colombini, co-CEO e CFO del gruppo.
Siamo certi che il Gruppo acquisirà anche un importante know-how sul prodotto esotico di cui in Capexo sono maestri e su una gestione iper-sofisticata ed evoluta del commercio sui mercati all’ingrosso, expertise della famiglia Blampin“, hanno aggiunto.

Fonte: www.finanza.lastampa.it

Transizione ecologica e digitalizzazione: primo accordo fra Cassa Depositi e Prestiti e Caisse des Dépôts

Transizione ecologica e digitalizzazione: primo accordo fra Cassa Depositi e Prestiti e Caisse des Dépôts

Primo protocollo d’intesa fra Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Caisse des Dépôts (CDC) per rafforzare la collaborazione bilaterale tra l’Istituto Nazionale di Promozione italiano e quello francese. L’accordo, sottoscritto da Dario Scannapieco, Amministratore Delegato del Gruppo CDP ed Eric Lombard, Amministratore Delegato del Gruppo CDC, ha come obiettivo una maggiore condivisione di informazioni e competenze e uno sforzo congiunto su attività condivise considerate prioritarie per i due Paesi: il sostegno ai territori, la transizione ecologica e digitale, lo sviluppo sostenibile e iniziative a sostegno della sovranità strategica europea. 

Il Memorandum of Understanding conferma il rapporto consolidato tra CDP e CDC, inserendosi nell’ambito del “Trattato del Quirinale”, firmato il 26 novembre 2021, che evidenzia alcune aree di comune interesse per incrementare la cooperazione tra le due Istituzioni Finanziarie.

L’intesa stabilisce anche un quadro generale per le future collaborazioni e proponendo ulteriori possibili aree di sviluppo comuni nelle quali massimizzare l’efficienza degli interventi.

Le due Casse continueranno, inoltre, a collaborare all’interno della European Long-Term Investors Association (ELTI) per promuovere gli investimenti a lungo termine nell’Unione Europea (UE).

CDP e CDC sono attori fondamentali per garantire uno sviluppo duraturo e sostenibile nei rispettivi Paesi. Questo accordo vuole porre le basi per intensificare un approccio di sistema che possa generare un maggiore impatto in alcuni campi di intervento strategici per le due Istituzioni, fra i quali la lotta al cambiamento climatico, lo sviluppo sostenibile degli enti locali e l’innovazione tecnologica”, ha dichiarato l’AD di CDP, Dario Scannapieco.

L’accordo rappresenta la naturale formalizzazione di una collaborazione di lunga data tra i nostri istituti, caratterizzata da scambi regolari e proficui tra i nostri team su una serie di argomenti di interesse comune: edilizia sociale, azioni sui territori e approccio ai principali sviluppi normativi e legislativi a livello europeo,” ha spiegato Eric Lombard, AD di CDC. 

 

Fonte: CDP.it

Primo protocollo d’intesa fra Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Caisse des Dépôts (CDC) per rafforzare la collaborazione bilaterale tra l’Istituto Nazionale di Promozione italiano e quello francese. L’accordo, sottoscritto da Dario Scannapieco, Amministratore Delegato del Gruppo CDP ed Eric Lombard, Amministratore Delegato del Gruppo CDC, ha come obiettivo una maggiore condivisione di informazioni e competenze e uno sforzo congiunto su attività condivise considerate prioritarie per i due Paesi: il sostegno ai territori, la transizione ecologica e digitale, lo sviluppo sostenibile e iniziative a sostegno della sovranità strategica europea. 

Il Memorandum of Understanding conferma il rapporto consolidato tra CDP e CDC, inserendosi nell’ambito del “Trattato del Quirinale”, firmato il 26 novembre 2021, che evidenzia alcune aree di comune interesse per incrementare la cooperazione tra le due Istituzioni Finanziarie. L’intesa stabilisce anche un quadro generale per le future collaborazioni e proponendo ulteriori possibili aree di sviluppo comuni nelle quali massimizzare l’efficienza degli interventi. Le due Casse continueranno, inoltre, a collaborare all’interno della European Long-Term Investors Association (ELTI) per promuovere gli investimenti a lungo termine nell’Unione Europea (UE).

CDP e CDC sono attori fondamentali per garantire uno sviluppo duraturo e sostenibile nei rispettivi Paesi. Questo accordo vuole porre le basi per intensificare un approccio di sistema che possa generare un maggiore impatto in alcuni campi di intervento strategici per le due Istituzioni, fra i quali la lotta al cambiamento climatico, lo sviluppo sostenibile degli enti locali e l’innovazione tecnologica”, ha dichiarato l’AD di CDP, Dario Scannapieco.

L’accordo rappresenta la naturale formalizzazione di una collaborazione di lunga data tra i nostri istituti, caratterizzata da scambi regolari e proficui tra i nostri team su una serie di argomenti di interesse comune: edilizia sociale, azioni sui territori e approccio ai principali sviluppi normativi e legislativi a livello europeo,” ha spiegato Eric Lombard, AD di CDC

Fonte: CDP.it

TINEXTA perfeziona tramite la controllata Warrant Hub il closing per l’acquisizione della francese ABF Group

TINEXTA perfeziona tramite la controllata Warrant Hub il closing per l’acquisizione della francese ABF Group

Facendo seguito al comunicato stampa del 11 gennaio 2024, Tinexta S.p.A., società leader nei servizi Digital Trust, Cyber Security e Business Innovation, comunica di aver perfezionato, tramite la sua controllata Warrant Hub S.p.A. (“Warrant Hub”), il closing relativo all’acquisizione del 73,9% del capitale di ABF Group S.A.S. (“ABF Group”). L’operazione è stata perfezionata in linea con i termini dell’accordo, annunciato in data 14 dicembre 2023, in particolare mediante il pagamento di un importo pari a Euro 72,5 milioni, corrisposto da Warrant Hub S.p.A. per cassa. Si rafforza pertanto la presenza internazionale del Gruppo Tinexta che consente a Warrant Hub,

già presente in Francia con Euroquality e in Spagna con Evalue, di porsi sul mercato europeo come uno dei pochi operatori presenti a sostegno dell’innovazione e della crescita delle imprese, di promuovere in Francia i propri servizi innovativi, già sperimentati con successo in Italia, e rafforzare l’expertise nel settore dei finanziamenti pubblici per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile. Inoltre, questa operazione offrirà la possibilità di ampliare i rispettivi portafogli d’offerta, in particolare quello di ABF Group, integrando le competenze uniche di Warrant Hub, creando sinergie e scambi di conoscenza tra Italia, Francia e Spagna.

Fonte: Tinexta.com

Facendo seguito al comunicato stampa del 11 gennaio 2024, Tinexta S.p.A., società leader nei servizi Digital Trust, Cyber Security e Business Innovation, comunica di aver perfezionato, tramite la sua controllata Warrant Hub S.p.A. (“Warrant Hub”), il closing relativo all’acquisizione del 73,9% del capitale di ABF Group S.A.S. (“ABF Group”). L’operazione è stata perfezionata in linea con i termini dell’accordo, annunciato in data 14 dicembre 2023, in particolare mediante il pagamento di un importo pari a Euro 72,5 milioni, corrisposto da Warrant Hub S.p.A. per cassa. Si rafforza pertanto la presenza internazionale del Gruppo Tinexta che consente a Warrant Hub, già presente in Francia con Euroquality e in Spagna con Evalue, di porsi sul mercato europeo come uno dei pochi operatori presenti a sostegno dell’innovazione e della crescita delle imprese, di promuovere in Francia i propri servizi innovativi, già sperimentati con successo in Italia, e rafforzare l’expertise nel settore dei finanziamenti pubblici per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile. Inoltre, questa operazione offrirà la possibilità di ampliare i rispettivi portafogli d’offerta, in particolare quello di ABF Group, integrando le competenze uniche di Warrant Hub, creando sinergie e scambi di conoscenza tra Italia, Francia e Spagna.

Fonte: Tinexta.com

Louis Vuitton, Dior e Gucci, leader di influenza

Louis Vuitton, Dior e Gucci, leader di influenza

Mentre il valore dell’industria dei beni di lusso ha raggiunto un livello record nel 2023, la sua influenza sui social network non è diminuita. Al contrario: con poco più di 176 milioni di messaggi pubblicati tra giugno e novembre 2023, i contenuti legati al lusso sui social network sono aumentati del 35% in un anno, secondo un recente studio di Visibrain.

Questa dinamica è guidata dai marchi del lusso che sono sempre più propensi a sviluppare il loro storytelling su questi media. Tra questi, Louis Vuitton, Dior e Gucci sono tra i primi 30 marchi del lusso che hanno generato il maggior numero di interazioni (like, reazioni, retweet) nello stesso periodo di analisi:

Louis Vuitton, con 25 milioni di interazioni, Dior, con 17,9 milioni di interazioni e Gucci, con 8,6 milioni di interazioni.

Questo studio è un’opportunità per esaminare nuovamente il modo in cui i marchi del lusso stanno sfruttando al meglio i diversi canali sociali. Secondo il rapporto, Instagram è la leva di engagement numero 1 per i 30 marchi analizzati: con 90,3 milioni di like generati da questi marchi, la rete di immagini ha cinque volte più like dei loro account TikTok. Va notato che il 72% dei post pubblicati su Instagram da questi marchi sono foto, il formato tradizionale della piattaforma.

In termini di argomenti, questa rete è anche il luogo preferito dai marchi per comunicare le loro esperienze fisiche, che si tratti del lancio di mostre, dell’apertura di pop-up store o dell’inaugurazione di caffè a marchio.

Fonte: Journalduluxe.fr

Mentre il valore dell’industria dei beni di lusso ha raggiunto un livello record nel 2023, la sua influenza sui social network non è diminuita. Al contrario: con poco più di 176 milioni di messaggi pubblicati tra giugno e novembre 2023, i contenuti legati al lusso sui social network sono aumentati del 35% in un anno, secondo un recente studio di Visibrain.

Questa dinamica è guidata dai marchi del lusso che sono sempre più propensi a sviluppare il loro storytelling su questi media. Tra questi, Louis Vuitton, Dior e Gucci sono tra i primi 30 marchi del lusso che hanno generato il maggior numero di interazioni (like, reazioni, retweet) nello stesso periodo di analisi:

Louis Vuitton, con 25 milioni di interazioni, Dior, con 17,9 milioni di interazioni e Gucci, con 8,6 milioni di interazioni.

Questo studio è un’opportunità per esaminare nuovamente il modo in cui i marchi del lusso stanno sfruttando al meglio i diversi canali sociali. Secondo il rapporto, Instagram è la leva di engagement numero 1 per i 30 marchi analizzati: con 90,3 milioni di like generati da questi marchi, la rete di immagini ha cinque volte più like dei loro account TikTok. Va notato che il 72% dei post pubblicati su Instagram da questi marchi sono foto, il formato tradizionale della piattaforma.

In termini di argomenti, questa rete è anche il luogo preferito dai marchi per comunicare le loro esperienze fisiche, che si tratti del lancio di mostre, dell’apertura di pop-up store o dell’inaugurazione di caffè a marchio.

Fonte: Journalduluxe.fr

Newcleo firma un accordo con MAIRE per studiare l’applicazione delle tecnologie nucleari Gen-IV per la produzione di idrogeno e di prodotti chimici sostenibili

Newcleo firma un accordo con MAIRE per studiare l’applicazione delle tecnologie nucleari Gen-IV per la produzione di idrogeno e di prodotti chimici sostenibili

Newcleo, l’azienda di tecnologie nucleari pulite e sicure che sviluppa innovativi reattori modulari di IV generazione LFR e la produzione di combustibile MOX, ha firmato un accordo con MAIRE e le controllate di MAIRE, NextChem Tech e Tecnimont per applicare i reattori di Newcleo per la decarbonizzazione dell’industria chimica, compresa la produzione di idrogeno.

L’accordo, che alimenterà un nuovo modello per la “e-Factory for carbon-neutral Chemistry” (Fabbrica elettronica per la chimica a emissioni zero) lanciato da NextChem Tech, consentirà lo sviluppo, su base esclusiva, di uno studio concettuale per la produzione di idrogeno a zero emissioni e di prodotti chimici sostenibili, grazie alla combinazione dell’innovativa tecnologia nucleare di Newcleo con le tecnologie e le competenze chimiche di MAIRE.

Questo accordo consentirà la produzione di idrogeno elettrolitico e di prodotti chimici sostenibili, tra cui ammoniaca a zero emissioni, metanolo, carburanti elettronici e derivati, in linea con la decisione dell’Unione Europea di includere le tecnologie nucleari innovative, come quelle di Newcleo, nella tassonomia dell’UE.

Stefano Buono, Presidente e Amministratore Delegato di Newcleo, ha commentato:


I reattori modulari piccoli o avanzati (SMR/AMR) hanno il potenziale non solo per la produzione di energia elettrica, ma anche per applicazioni industriali.

Tuttavia, un prerequisito fondamentale per fornire energia sicura e senza emissioni di carbonio per usi industriali è l’eliminazione degli incidenti nucleari. Il reattore passivo di newcleo raggiunge la sicurezza per progettazione, grazie alle leggi della fisica, e questo permette ai nostri reattori veloci al piombo (LFR) di rimanere in uno stato di sicurezza anche nell’improbabile caso di incidenti gravi o scenari di sabotaggio. Siamo entusiasti di avviare questa collaborazione con MAIRE e siamo impazienti di far progredire le nostre visioni comuni per una produzione di idrogeno e prodotti chimici sostenibile e a zero emissioni“.

Fonte: Newcleo.com

Newcleo, l’azienda di tecnologie nucleari pulite e sicure che sviluppa innovativi reattori modulari di IV generazione LFR e la produzione di combustibile MOX, ha firmato un accordo con MAIRE e le controllate di MAIRE, NextChem Tech e Tecnimont per applicare i reattori di Newcleo per la decarbonizzazione dell’industria chimica, compresa la produzione di idrogeno.

L’accordo, che alimenterà un nuovo modello per la “e-Factory for carbon-neutral Chemistry” (Fabbrica elettronica per la chimica a emissioni zero) lanciato da NextChem Tech, consentirà lo sviluppo, su base esclusiva, di uno studio concettuale per la produzione di idrogeno a zero emissioni e di prodotti chimici sostenibili, grazie alla combinazione dell’innovativa tecnologia nucleare di Newcleo con le tecnologie e le competenze chimiche di MAIRE.

Questo accordo consentirà la produzione di idrogeno elettrolitico e di prodotti chimici sostenibili, tra cui ammoniaca a zero emissioni, metanolo, carburanti elettronici e derivati, in linea con la decisione dell’Unione Europea di includere le tecnologie nucleari innovative, come quelle di Newcleo, nella tassonomia dell’UE.

Stefano Buono, Presidente e Amministratore Delegato di Newcleo, ha commentato:

I reattori modulari piccoli o avanzati (SMR/AMR) hanno il potenziale non solo per la produzione di energia elettrica, ma anche per applicazioni industriali.

Tuttavia, un prerequisito fondamentale per fornire energia sicura e senza emissioni di carbonio per usi industriali è l’eliminazione degli incidenti nucleari. Il reattore passivo di newcleo raggiunge la sicurezza per progettazione, grazie alle leggi della fisica, e questo permette ai nostri reattori veloci al piombo (LFR) di rimanere in uno stato di sicurezza anche nell’improbabile caso di incidenti gravi o scenari di sabotaggio. Siamo entusiasti di avviare questa collaborazione con MAIRE e siamo impazienti di far progredire le nostre visioni comuni per una produzione di idrogeno e prodotti chimici sostenibile e a zero emissioni“.

Fonte: Newcleo.com

Aeroporto di Bologna supera livelli pre-pandemia : 9,96 Milioni di passeggeri nel 2023

Aeroporto di Bologna supera livelli pre-pandemia: 9,96 Milioni di passeggeri nel 2023

Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, società quotata su Euronext STAR Milan che gestisce lo scalo aeroportuale bolognese, ha comunicato che nel 2023 ha definitivamente superato i livelli di traffico pre-pandemia e ha registrato il miglior anno della propria storia, arrivando a sfiorare i 10 milioni di passeggeri. Per l’esattezza, il Marconi ha registrato 9.960.205 passeggeri, pari ad una crescita del 17,4% sul 2022 e del 6,0% sul 2019.
Dopo un inizio anno ancora “tiepido”, con numeri in aumento sul 2022 ma ancora inferiori allo stesso periodo del 2019, dal mese di maggio si è registrata la prima inversione di tendenza, con il dato progressivo dei passeggeri in campo positivo (+0,5%) anche rispetto all’ultimo anno senza Covid.

Ma è in estate che si è evidenziato il picco mensile di passeggeri, con circa un milione di passeggeri al mese per giugno, luglio, agosto e settembre ed un incremento sui dati del 2019 che è andato  crescendo.
In particolare, a luglio l’Aeroporto di Bologna ha superato per la prima volta la soglia del milione di passeggeri, con il dato record di 1.069.874, miglior mese di sempre. Domenica 16 luglio 2023, inoltre, è stata la giornata più trafficata nella storia dello scalo, con 40.535 passeggeri tra arrivi e partenze.

Nella classifica delle destinazioni “più volate” nel 2023 troviamo Catania, Barcellona e Palermo ai primi tre posti (come già per il 2022). Seguono: Tirana, Parigi Charles de Gaulle, Madrid, Londra Heathrow, Istanbul, Francoforte e Brindisi. 

Fonte: Borsaitaliana.it

Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, società quotata su Euronext STAR Milan che gestisce lo scalo aeroportuale bolognese, ha comunicato che nel 2023 ha definitivamente superato i livelli di traffico pre-pandemia e ha registrato il miglior anno della propria storia, arrivando a sfiorare i 10 milioni di passeggeri. Per l’esattezza, il Marconi ha registrato 9.960.205 passeggeri, pari ad una crescita del 17,4% sul 2022 e del 6,0% sul 2019.
Dopo un inizio anno ancora “tiepido”, con numeri in aumento sul 2022 ma ancora inferiori allo stesso periodo del 2019, dal mese di maggio si è registrata la prima inversione di tendenza, con il dato progressivo dei passeggeri in campo positivo (+0,5%) anche rispetto all’ultimo anno senza Covid. Ma è in estate che si è evidenziato il picco mensile di passeggeri, con circa un milione di passeggeri al mese per giugno, luglio, agosto e settembre ed un incremento sui dati del 2019 che è andato  crescendo.
In particolare, a luglio l’Aeroporto di Bologna ha superato per la prima volta la soglia del milione di passeggeri, con il dato record di 1.069.874, miglior mese di sempre. Domenica 16 luglio 2023, inoltre, è stata la giornata più trafficata nella storia dello scalo, con 40.535 passeggeri tra arrivi e partenze.

Nella classifica delle destinazioni “più volate” nel 2023 troviamo Catania, Barcellona e Palermo ai primi tre posti (come già per il 2022). Seguono: Tirana, Parigi Charles de Gaulle, Madrid, Londra Heathrow, Istanbul, Francoforte e Brindisi. 

Fonte: Borsaitaliana.it

Airport Handling, scatto in avanti su Fiumicino: “Investiremo 20 milioni

Airport Handling, scatto in avanti su Fiumicino: “Investiremo 20 milioni”

Venti milioni di euro e oltre 1.800 posti di lavoro. Sono gli investimenti corposi programmati da Airport Handling, società controllata a maggioranza da dnata – leader mondiale nei servizi di viaggio e aeroportuali –  a seguito della licenza settennale ottenuta da Aeroporti di Roma per la fornitura di servizi di assistenza a terra presso lo scalo di Roma Fiumicino. L’azienda prevede di avviare le operazioni nello scalo della capitale a partire dal secondo trimestre del 2024.

Nel dettaglio, Airport Handling punta a fornire alle compagnie aeree operanti presso l’aeroporto di Fiumicino servizi di assistenza ai passeggeri e alle operazioni di rampa con attenzione alla safety e alla qualità: “L’investimento pianificato – comunica in una nota – riguarderà soprattutto nuove attrezzature di rampa, tra cui veicoli elettrici all’avanguardia. Inoltre, è stato assunto un management team esperto che conosce le esigenze del mercato locale”.

L’espansione su Roma, sempre secondo l’azienda, rafforzerà ulteriormente la posizione di Airport Handling quale fornitore leader di servizi aeroportuali in Italia. Già partner di fiducia di oltre 60 compagnie aeree, la società gestisce oltre 22 milioni di passeggeri e 82.000 voli all’anno nei due aeroporti milanesi di Malpensa e Linate. «Siamo orgogliosi di aver ottenuto la licenza per operare in un altro importante aeroporto italiano a seguito di una procedura di gara altamente competitiva. L’espansione a Roma Fiumicino è un traguardo significativo in linea con la nostra strategia di crescita e conferma il nostro impegno a migliorare costantemente le nostre operazioni», ha commentato il ceo Alberto Morosi.

Fonte: lagenziadiviaggimag.it

Venti milioni di euro e oltre 1.800 posti di lavoro. Sono gli investimenti corposi programmati da Airport Handling, società controllata a maggioranza da dnata – leader mondiale nei servizi di viaggio e aeroportuali –  a seguito della licenza settennale ottenuta da Aeroporti di Roma per la fornitura di servizi di assistenza a terra presso lo scalo di Roma Fiumicino. L’azienda prevede di avviare le operazioni nello scalo della capitale a partire dal secondo trimestre del 2024.

Nel dettaglio, Airport Handling punta a fornire alle compagnie aeree operanti presso l’aeroporto di Fiumicino servizi di assistenza ai passeggeri e alle operazioni di rampa con attenzione alla safety e alla qualità: “L’investimento pianificato – comunica in una nota – riguarderà soprattutto nuove attrezzature di rampa, tra cui veicoli elettrici all’avanguardia. Inoltre, è stato assunto un management team esperto che conosce le esigenze del mercato locale”.

L’espansione su Roma, sempre secondo l’azienda, rafforzerà ulteriormente la posizione di Airport Handling quale fornitore leader di servizi aeroportuali in Italia. Già partner di fiducia di oltre 60 compagnie aeree, la società gestisce oltre 22 milioni di passeggeri e 82.000 voli all’anno nei due aeroporti milanesi di Malpensa e Linate. «Siamo orgogliosi di aver ottenuto la licenza per operare in un altro importante aeroporto italiano a seguito di una procedura di gara altamente competitiva. L’espansione a Roma Fiumicino è un traguardo significativo in linea con la nostra strategia di crescita e conferma il nostro impegno a migliorare costantemente le nostre operazioni», ha commentato il ceo Alberto Morosi.

Fonte: lagenziadiviaggimag.it

LVMH MÉTIERS D’ART acquista l’italiana M.ON.DE.

LVMH MÉTIERS D’ART acquista l’italiana M.ON.DE.

Lvmh Métiers d’Art ha annunciato l’acquisizione del 100% delle quote della Renato Menegatti di Villaverla, provincia di Vicenza, riferimento del settore del metallo europeo dal 1980, azienda rinominata M.On.De Metal-on-Demand (metalli su richiesta).

Uno sviluppo naturale della strategia di Lvmh Métiers d’Art, che dopo aver recentemente consolidato la sua presenza nella pelletteria con l’acquisizione di Grupo Verdeveleno (conceria spagnola di riferimento nella lavorazione e rifinitura di pelli esotiche) e nella seta, con la partnership siglata in novembre con la storica azienda Hosoo (maestri nella seta dal 1688), adesso aggiunge un’altra milestone al suo percorso, questa volta nel campo dei metalli di alta gamma.

M.On.De. azienda del distretto veneto, si contraddistingue per applicare lavorazioni proprie del mondo della gioielleria alla produzione piccole parti metalliche per accessori sviluppando in-house l’intero processo: dalla progettazione 3D, alla prototipia, alla produzione, ai processi di galvanizzazione (con oro o palladio), anodizzazione, satinatura e lucidatura. La metamorfosi del metallo grezzo che si trasforma in loghi, catene, fibbie, occhielli, zip e borchie. La realizzazione di accessori metallici per il settore del fashion, in particolar modo per prodotti d’abbigliamento e pelletteria, è un pilastro dell’industria del lusso.

Fonte: ANSA.it

Lvmh Métiers d’Art ha annunciato l’acquisizione del 100% delle quote della Renato Menegatti di Villaverla, provincia di Vicenza, riferimento del settore del metallo europeo dal 1980, azienda rinominata M.On.De Metal-on-Demand (metalli su richiesta).

Uno sviluppo naturale della strategia di Lvmh Métiers d’Art, che dopo aver recentemente consolidato la sua presenza nella pelletteria con l’acquisizione di Grupo Verdeveleno (conceria spagnola di riferimento nella lavorazione e rifinitura di pelli esotiche) e nella seta, con la partnership siglata in novembre con la storica azienda Hosoo (maestri nella seta dal 1688), adesso aggiunge un’altra milestone al suo percorso, questa volta nel campo dei metalli di alta gamma.

M.On.De. azienda del distretto veneto, si contraddistingue per applicare lavorazioni proprie del mondo della gioielleria alla produzione piccole parti metalliche per accessori sviluppando in-house l’intero processo: dalla progettazione 3D, alla prototipia, alla produzione, ai processi di galvanizzazione (con oro o palladio), anodizzazione, satinatura e lucidatura. La metamorfosi del metallo grezzo che si trasforma in loghi, catene, fibbie, occhielli, zip e borchie. La realizzazione di accessori metallici per il settore del fashion, in particolar modo per prodotti d’abbigliamento e pelletteria, è un pilastro dell’industria del lusso.

Fonte: ANSA.it

Amazon sceglie le bioplastiche Novamont

Amazon sceglie le bioplastiche Novamont

Amazon ha annunciato una partnership con Novamont per sperimentare l’utilizzo di confezioni in Mater-Bi in sostituzione della plastica. Il progetto riguarderebbe per il momento i mercati di Italia e Spagna e rientra in una più ampia strategia dell’azienda guidata da Jeff Bezos per ridurre l’impatto ambientale dei propri imballaggi.
Anche in virtù della legislazione comunitaria, in Europa, Amazon punta sull’ottimizzazione delle confezioni in cartone riciclato al 100%, in modo da ridurre il più possibile la quantità di materiale utilizzato. Ma, spiegano da Seattle, ci sono casi in cui la plastica è ancora insostituibile. In particolare per proteggere gli ordini da agenti atmosferici estremi ed evitare danni da cadute e urti. “Per trovare alternative che siano allo stesso tempo impermeabili e sufficientemente flessibili – fanno sapere – i nostri scienziati continuano a sostenere l’innovazione di nuovi materiali a basse emissioni di carbonio”.

“Con l’aiuto di Novamont – si legge ancora in un post sul blog aboutamazon.eu – in Italia e Spagna stiamo sperimentando l’uso di innovativi sacchetti realizzati con materiali di origine biologica e biodegradabili. In questo progetto, utilizziamo materie prime biologiche ottenute da fonti come amido e oli vegetali, prodotte in modo sostenibile in Europa”. Si tratta di materiali “certificati per essere compostabili sia a livello industriale che domestico. I materiali possono anche essere recuperati attraverso il riciclo. Insieme a Novamont stiamo testando nuovi modelli per raccogliere i sacchetti dai clienti e riciclarli, utilizzando tecnologie meccaniche e di riciclo avanzate. Nuove tecnologie che possono consentire un riciclo infinito dei sacchetti in bioplastica. Stiamo testando i sacchetti per conoscere le prestazioni di questo tipo di materiale nelle diverse applicazioni del nostro business”.

Fonte: Circulareconomynetwork.it

Amazon ha annunciato una partnership con Novamont per sperimentare l’utilizzo di confezioni in Mater-Bi in sostituzione della plastica. Il progetto riguarderebbe per il momento i mercati di Italia e Spagna e rientra in una più ampia strategia dell’azienda guidata da Jeff Bezos per ridurre l’impatto ambientale dei propri imballaggi.
Anche in virtù della legislazione comunitaria, in Europa, Amazon punta sull’ottimizzazione delle confezioni in cartone riciclato al 100%, in modo da ridurre il più possibile la quantità di materiale utilizzato. Ma, spiegano da Seattle, ci sono casi in cui la plastica è ancora insostituibile. In particolare per proteggere gli ordini da agenti atmosferici estremi ed evitare danni da cadute e urti. “Per trovare alternative che siano allo stesso tempo impermeabili e sufficientemente flessibili – fanno sapere – i nostri scienziati continuano a sostenere l’innovazione di nuovi materiali a basse emissioni di carbonio”.

“Con l’aiuto di Novamont – si legge ancora in un post sul blog aboutamazon.eu – in Italia e Spagna stiamo sperimentando l’uso di innovativi sacchetti realizzati con materiali di origine biologica e biodegradabili. In questo progetto, utilizziamo materie prime biologiche ottenute da fonti come amido e oli vegetali, prodotte in modo sostenibile in Europa”. Si tratta di materiali “certificati per essere compostabili sia a livello industriale che domestico. I materiali possono anche essere recuperati attraverso il riciclo. Insieme a Novamont stiamo testando nuovi modelli per raccogliere i sacchetti dai clienti e riciclarli, utilizzando tecnologie meccaniche e di riciclo avanzate. Nuove tecnologie che possono consentire un riciclo infinito dei sacchetti in bioplastica. Stiamo testando i sacchetti per conoscere le prestazioni di questo tipo di materiale nelle diverse applicazioni del nostro business”.

Fonte: Circulareconomynetwork.it

Newcleo, la startup del nucleare italiano punta a raccogliere un miliardo: “Tecnologia sicura e pulita”

Newcleo, la startup del nucleare italiano punta a raccogliere un miliardo: “Tecnologia sicura e pulita”

Produrre energia in modo sicuro, affidabile e sostenibile attraverso reattori innovativi di IV generazione, in grado di utilizzare come combustibile scorie nucleari che già esistono: reattori modulari, piccoli, 6 metri per 6 metri, (parliamo dei cosiddetti small modular reactor, capaci di soddisfare il fabbisogno energetico di 600 mila famiglie), che possono essere prodotti in serie e trasportati nei siti di installazione, pronti in tre anni, quando la produzione sarà a regime. È quanto si propone Newcleo, una startup costituita nel 2021 che si occupa dello sviluppo di tecnologia nucleare.

Fondata da Stefano Buono, Elisabeth Rizzotti e Luciano Cinotti, la società è al lavoro sulla costruzione di sistemi nucleari con questi obiettivi: eliminare la necessità di grandi depositi geologici, utilizzando un flusso a neutroni rapidi che eviti la produzione netta di elementi radioattivi, accelerare lo sviluppo di nuovi cicli di combustibile

che forniscano energia economica, pulita, sicura e inesauribile dai nuclei e l’opportunità di bruciare i rifiuti nucleari di lunga vita prodotti dalla vecchia generazione di reattori nucleari. Dalla sua costituzione la società ha raccolto 400 milioni di finanziamenti (due round partecipati anche da Exor, Liftt e Club degli investitori) e a marzo ha aperto un aumento di capitale di un miliardo di euro. “L’operazione sta andando molto bene ed è in linea con le nostre aspettative, a testimonianza di una fortissima sensibilità, la stessa che abbiamo rilevato quando abbiamo fondato la società e raccolto nel giro di poco tempo 400 milioni”, spiega Rizzotti, contiamo di chiudere nel corso del 2024”. 

Fonte Repubblica.it: Alessio Nisi

Produrre energia in modo sicuro, affidabile e sostenibile attraverso reattori innovativi di IV generazione, in grado di utilizzare come combustibile scorie nucleari che già esistono: reattori modulari, piccoli, 6 metri per 6 metri, (parliamo dei cosiddetti small modular reactor, capaci di soddisfare il fabbisogno energetico di 600 mila famiglie), che possono essere prodotti in serie e trasportati nei siti di installazione, pronti in tre anni, quando la produzione sarà a regime. È quanto si propone Newcleo, una startup costituita nel 2021 che si occupa dello sviluppo di tecnologia nucleare.

Fondata da Stefano Buono, Elisabeth Rizzotti e Luciano Cinotti, la società è al lavoro sulla costruzione di sistemi nucleari con questi obiettivi: eliminare la necessità di grandi depositi geologici, utilizzando un flusso a neutroni rapidi che eviti la produzione netta di elementi radioattivi, accelerare lo sviluppo di nuovi cicli di combustibile, che forniscano energia economica, pulita, sicura e inesauribile dai nuclei e l’opportunità di bruciare i rifiuti nucleari di lunga vita prodotti dalla vecchia generazione di reattori nucleari. Dalla sua costituzione la società ha raccolto 400 milioni di finanziamenti (due round partecipati anche da Exor, Liftt e Club degli investitori) e a marzo ha aperto un aumento di capitale di un miliardo di euro. “L’operazione sta andando molto bene ed è in linea con le nostre aspettative, a testimonianza di una fortissima sensibilità, la stessa che abbiamo rilevato quando abbiamo fondato la società e raccolto nel giro di poco tempo 400 milioni”, spiega Rizzotti, contiamo di chiudere nel corso del 2024”. 

Fonte Repubblica.it: Alessio Nisi

Orange Business possibile catalizzatore per l’Italian Tech

Orange Business possibile catalizzatore per l’Italian Tech

Orange Gardens, l’avveniristico complesso sede di Orange Innovation alle porte di Parigi, è stato il palcoscenico della Tavola Rotonda “Francia-Italia: sinergie per la creazione di una Tech Alliance”, organizzata da IREFI, l’istituto per le relazioni franco italiane, nel corso della quale si è illustrato l’accordo tra Scientifica Venture Capital e Quantonation nel campo delle Deep Technologies. Quantonation è il principale fondo francese di venture capital dedicato alla fisica profonda e alle tecnologie quantistiche, mentre Scientifica Venture Capital è il fondo italiano che investe nei settori della manifattura avanzata, dei materiali avanzati, nell’intelligenza artificiale e nelle tecnologie quantistiche. Si tratta di un comparto che ha prodotto 2,35 miliardi di euro di investimenti nel 2022, in crescita dell’1 % rispetto all’anno precedente, con attese ancora maggiori per fine 2023 e con la previsione di essere in

grado di creare un valore aggiunto pari a 1.300 miliardi di dollari entro il 2035 grazie all’impatto che avrà principalmente nell’industria automobilistica, la chimica, i servizi finanziari e le scienze della vita. Orange Business, l’ospite della tavola rotonda che rappresenta il B2B del Gruppo Orange con un fatturato da 7,9 miliardi di euro, 40 mila clienti e 30 mila dipendenti in tutto il mondo, può essere uno dei capofila di questa iniziativa: come ha ricordato Francesca Puggioni : “L’innovazione e’ uno degli aspetti più importanti per Orange e per Orange Business. Con investimenti per oltre 600 milioni di euro nel 2023, Orange Business si pone come catalizzatore di questa innovazione, aprendo le possibilità a molte start-up e piccole aziende di integrare le loro idee in soluzioni concrete a livello globale”.

Fonte: Milano Finanza

Orange Gardens, l’avveniristico complesso sede di Orange Innovation alle porte di Parigi, è stato il palcoscenico della Tavola Rotonda “Francia-Italia: sinergie per la creazione di una Tech Alliance”, organizzata da IREFI, l’istituto per le relazioni franco italiane, nel corso della quale si è illustrato l’accordo tra Scientifica Venture Capital e Quantonation nel campo delle Deep Technologies. Quantonation è il principale fondo francese di venture capital dedicato alla fisica profonda e alle tecnologie quantistiche, mentre Scientifica Venture Capital è il fondo italiano che investe nei settori della manifattura avanzata, dei materiali avanzati, nell’intelligenza artificiale e nelle tecnologie quantistiche. Si tratta di un comparto che ha prodotto 2,35 miliardi di euro di investimenti nel 2022, in crescita dell’1 % rispetto all’anno precedente, con attese ancora maggiori per fine 2023 e con la previsione di essere in grado di creare un valore aggiunto pari a 1.300 miliardi di dollari entro il 2035 grazie all’impatto che avrà principalmente nell’industria automobilistica, la chimica, i servizi finanziari e le scienze della vita. Orange Business, l’ospite della tavola rotonda che rappresenta il B2B del Gruppo Orange con un fatturato da 7,9 miliardi di euro, 40 mila clienti e 30 mila dipendenti in tutto il mondo, può essere uno dei capofila di questa iniziativa: come ha ricordato Francesca Puggioni : “L’innovazione e’ uno degli aspetti più importanti per Orange e per Orange Business. Con investimenti per oltre 600 milioni di euro nel 2023, Orange Business si pone come catalizzatore di questa innovazione, aprendo le possibilità a molte start-up e piccole aziende di integrare le loro idee in soluzioni concrete a livello globale”.

Fonte: Milano Finanza

Credit Agricole e SACE sostengono le rinnovabili di Alerion Clean Power

Credit Agricole e SACE sostengono le rinnovabili di Alerion Clean Power

Credit Agricole e SACE puntano ad incentivare la produzione di energia elettrica da fonti innovabili, tramite un finanziamento dell’importo complessivo di 25 milioni di euro, garantito in parte da SACE ed erogato dalla banca a favore di Alerion Clean Power, una delle principali realtà industriali indipendenti italiane specializzata nella produzione di energie “pulite”.

L’operazione, coerentemente con l’impegno del Gruppo Credit Agricole di promuovere progetti innovativi volti a favorire la transizione ecologico-climatica, rientra nell’operatività di rilievo strategico di SACE sotto il profilo dell’internazionalizzazione.
Le risorse serviranno a sostenere gli investimenti in un impianto fotovoltaico di 53 MW sito in Romania e di proprietà di Conti Green Projects.

Alerion Clean Power, gruppo industriale specializzato nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, è attivo da oltre 15 anni in Italia, Spagna, Regno Unito, Romania e Bulgaria attraverso 43 impianti e un team di professionisti altamente qualificato. Nel corso degli anni la Società si è contraddistinta nei comparti eolico e solare.

“L’operazione di finanziamento conclusa in sinergia con SACE a favore di Alerion Clean Power conferma ancora una volta il nostro impegno nel supportare concretamente progetti innovativi volti a incentivare la transizione ecologica delle imprese italiane”, dichiara Marco Perocchi, Responsabile Banca d’Impresa di Credit Agricole Italia.

Fonte: La Stampa

Credit Agricole e SACE puntano ad incentivare la produzione di energia elettrica da fonti innovabili, tramite un finanziamento dell’importo complessivo di 25 milioni di euro, garantito in parte da SACE ed erogato dalla banca a favore di Alerion Clean Power, una delle principali realtà industriali indipendenti italiane specializzata nella produzione di energie “pulite”.

L’operazione, coerentemente con l’impegno del Gruppo Credit Agricole di promuovere progetti innovativi volti a favorire la transizione ecologico-climatica, rientra nell’operatività di rilievo strategico di SACE sotto il profilo dell’internazionalizzazione.
Le risorse serviranno a sostenere gli investimenti in un impianto fotovoltaico di 53 MW sito in Romania e di proprietà di Conti Green Projects.

Alerion Clean Power, gruppo industriale specializzato nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, è attivo da oltre 15 anni in Italia, Spagna, Regno Unito, Romania e Bulgaria attraverso 43 impianti e un team di professionisti altamente qualificato. Nel corso degli anni la Società si è contraddistinta nei comparti eolico e solare.

“L’operazione di finanziamento conclusa in sinergia con SACE a favore di Alerion Clean Power conferma ancora una volta il nostro impegno nel supportare concretamente progetti innovativi volti a incentivare la transizione ecologica delle imprese italiane”, dichiara Marco Perocchi, Responsabile Banca d’Impresa di Credit Agricole Italia.

Fonte: La Stampa

STMicroelectronics lancia suite per accelerare adozione di Edge AI

STMicroelectronics lancia suite per accelerare adozione di Edge AI

STMicroelectronics colosso italo-francese dei semiconduttori, ha presentato oggi la “ST Edge AI Suite”, un set completo e integrato di strumenti software che offre a sviluppatori e aziende un modo più semplice ed economico per incorporare prodotti ST abilitati per l’intelligenza artificiale in applicazioni industriali, automotive, di elettronica di consumo e di comunicazione.

La suite – si legge in una nota – semplificherà lo sviluppo delle soluzioni basate su IA dei clienti sfruttando un’ampia gamma di hardware di ST (microcontrollori e microprocessori general-purpose e specifici per l’automotive, sensori intelligenti) e di strumenti correlati per l’ottimizzazione dell’intelligenza artificiale integrata. Espanderà e integrerà l’insieme di strumenti software e kit di valutazione e sviluppo, introdotti negli ultimi dieci anni, facendo leva sia sull’ecosistema di IA esistente di framework di machine learning (ML) sia su partner chiave (come Nvidia e AWS)”.

“Ci stiamo avviando verso un mondo con decine di miliardi di oggetti connessi e autonomi in grado di apportare vantaggi a chi li utilizzerà sia nella vita di tutti i giorni sia per la produttività aziendale – ha detto Jean-Marc Chery, presidente e CEO di STMicroelectronics – Per raggiungere questo obiettivo, gli algoritmi di IA dovranno essere eseguiti sia nel cloud sia a livello locale, all’edge, in un’ampia gamma di dispositivi: smartphone e dispositivi personali connessi, sistemi di controllo per edifici e case intelligenti, macchine industriali, automobili e molto altro ancora”.

Fonte: La Stampa

STMicroelectronics colosso italo-francese dei semiconduttori, ha presentato oggi la “ST Edge AI Suite“, un set completo e integrato di strumenti software che offre a sviluppatori e aziende un modo più semplice ed economico per incorporare prodotti ST abilitati per l’intelligenza artificiale in applicazioni industriali, automotive, di elettronica di consumo e di comunicazione.

La suite – si legge in una nota – semplificherà lo sviluppo delle soluzioni basate su IA dei clienti sfruttando un’ampia gamma di hardware di ST (microcontrollori e microprocessori general-purpose e specifici per l’automotive, sensori intelligenti) e di strumenti correlati per l’ottimizzazione dell’intelligenza artificiale integrata. Espanderà e integrerà l’insieme di strumenti software e kit di valutazione e sviluppo, introdotti negli ultimi dieci anni, facendo leva sia sull’ecosistema di IA esistente di framework di machine learning (ML) sia su partner chiave (come Nvidia e AWS)”.
“Ci stiamo avviando verso un mondo con decine di miliardi di oggetti connessi e autonomi in grado di apportare vantaggi a chi li utilizzerà sia nella vita di tutti i giorni sia per la produttività aziendale – ha detto Jean-Marc Chery, presidente e CEO di STMicroelectronics – Per raggiungere questo obiettivo, gli algoritmi di IA dovranno essere eseguiti sia nel cloud sia a livello locale, all’edge, in un’ampia gamma di dispositivi: smartphone e dispositivi personali connessi, sistemi di controllo per edifici e case intelligenti, macchine industriali, automobili e molto altro ancora”.

Fonte: La Stampa

InnovUp – Assolombarda: il mercato italiano dell’innovazione vale 10,3 miliardi e conta 16.500 imprese

InnovUp – Assolombarda: il mercato italiano dell’innovazione vale 10,3 miliardi e conta 16.500 imprese

È stato presentato, presso la Green House di Deloitte a Milano, il report dell’ottavo Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano, promosso da InnovUp, l’associazione no profit e super partes che rappresenta e unisce la filiera dell’innovazione italiana, e Assolombarda, con la partnership scientifica di InfoCamere e degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e con il supporto di Piccola Industria Confindustria e delle Politiche per il Digitale e Filiere, Scienza della Vita e Ricerca di Confindustria.
Secondo i dati dell’Osservatorio, nel 2023 l’Italia conta circa 16.500 startup e PMI innovative, con un fatturato complessivo di 10,3 miliardi di euro: il numero di realtà innovative è in contrazione del 3,5% rispetto al 2022, e attribuibile principalmente a una diminuzione delle startup registrate sul territorio italiano (-840 unità nel 2023), nonostante le PMI innovative abbiano registrato una crescita di circa 241 unità.

Quasi un terzo delle imprese innovative italiane è partecipato da Corporate Venture Capital (CVC), con un totale di 5,3 mila startup e PMI innovative che generano il 45,6% del totale dei ricavi, equivalenti a 4,7 miliardi di euro. Rispetto al 2022, si osserva inoltre un aumento delle imprese innovative partecipate da investitori specializzati, mentre si registra una significativa diminuzione di quelle partecipate da persone fisiche (Family & Friends). Nel 2023 le startup e le PMI innovative partecipate da CVC hanno registrato una diminuzione in numero, ma un aumento in termini di valore della produzione (+3,2%). Inoltre, le performance economiche delle imprese innovative partecipate da CVC sono in crescita del 13,4%, con un valore della produzione mediano superiore a 100.000 euro e un valore aggiunto mediano in aumento del 16,5%.

Fonte: Financecommunity.it

È stato presentato, presso la Green House di Deloitte a Milano, il report dell’ottavo Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano, promosso da InnovUp, l’associazione no profit e super partes che rappresenta e unisce la filiera dell’innovazione italiana, e Assolombarda, con la partnership scientifica di InfoCamere e degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e con il supporto di Piccola Industria Confindustria e delle Politiche per il Digitale e Filiere, Scienza della Vita e Ricerca di Confindustria.
Secondo i dati dell’Osservatorio, nel 2023 l’Italia conta circa 16.500 startup e PMI innovative, con un fatturato complessivo di 10,3 miliardi di euro: il numero di realtà innovative è in contrazione del 3,5% rispetto al 2022, e attribuibile principalmente a una diminuzione delle startup registrate sul territorio italiano (-840 unità nel 2023), nonostante le PMI innovative abbiano registrato una crescita di circa 241 unità.
Quasi un terzo delle imprese innovative italiane è partecipato da Corporate Venture Capital (CVC), con un totale di 5,3 mila startup e PMI innovative che generano il 45,6% del totale dei ricavi, equivalenti a 4,7 miliardi di euro. Rispetto al 2022, si osserva inoltre un aumento delle imprese innovative partecipate da investitori specializzati, mentre si registra una significativa diminuzione di quelle partecipate da persone fisiche (Family & Friends). Nel 2023 le startup e le PMI innovative partecipate da CVC hanno registrato una diminuzione in numero, ma un aumento in termini di valore della produzione (+3,2%). Inoltre, le performance economiche delle imprese innovative partecipate da CVC sono in crescita del 13,4%, con un valore della produzione mediano superiore a 100.000 euro e un valore aggiunto mediano in aumento del 16,5%.

Fonte: Financecommunity.it

COP28, patto per triplicare il nucleare entro il 2050

COP28, patto per triplicare il nucleare entro il 2050

Al summit della Cop28 di Dubai si è parlato del rilancio del nucleare, tornato al centro del dibattito nella comunità internazionale alle prese con la lotta ai cambiamenti climatici. Sono una ventina infatti i Paesi – tra cui Stati Uniti, Francia e Regno Unito – che hanno stretto un patto con l’obiettivo di triplicare entro il 2050 la produzione di energia atomica. Perché il nucleare «pulito», quello di ultima generazione, viene visto come l’alternativa più potente in grado di garantire uno sviluppo futuro davvero sostenibile. L’annuncio – a cui hanno aderito anche i padroni di casa del summit, gli Emirati Arabi Uniti – è stato dato dallo «zar» del clima della Casa Bianca, John Kerry, e dal presidente francese, Emmanuel Macron, mentre il premier belga, Alexander De Croo, ha reso noto che il suo Paese organizzerà a marzo 2024, insieme all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), il primo vertice mondiale sul nucleare.

L’obiettivo è uno solo: raggiungere a metà del secolo gli obiettivi di zero emissioni nette. Investimenti annunciati da entrambe le sponde dell’Atlantico. «Nei prossimi due anni investiremo 2,3 miliardi di euro dal bilancio dell’Ue per sostenere la transizione energetica nel nostro vicinato e in tutto il mond». Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in occasione del lancio dell’impegno globale sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica alla Cop28 a Dubai, mentre Gli Stati Uniti stanziano 3 miliardi di dollari destinati al fondo per il clima. Lo ha annunciato la vicepresidente Kamala Harris a Dubai per il summit della Cop28. 

Fonte: Sole 24 Ore

Al summit della Cop28 di Dubai si è parlato del rilancio del nucleare, tornato al centro del dibattito nella comunità internazionale alle prese con la lotta ai cambiamenti climatici. Sono una ventina infatti i Paesi – tra cui Stati Uniti, Francia e Regno Unito – che hanno stretto un patto con l’obiettivo di triplicare entro il 2050 la produzione di energia atomica. Perché il nucleare «pulito», quello di ultima generazione, viene visto come l’alternativa più potente in grado di garantire uno sviluppo futuro davvero sostenibile. L’annuncio – a cui hanno aderito anche i padroni di casa del summit, gli Emirati Arabi Uniti – è stato dato dallo «zar» del clima della Casa Bianca, John Kerry, e dal presidente francese, Emmanuel Macron, mentre il premier belga, Alexander De Croo, ha reso noto che il suo Paese organizzerà a marzo 2024, insieme all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), il primo vertice mondiale sul nucleare. L’obiettivo è uno solo: raggiungere a metà del secolo gli obiettivi di zero emissioni nette. Investimenti annunciati da entrambe le sponde dell’Atlantico. «Nei prossimi due anni investiremo 2,3 miliardi di euro dal bilancio dell’Ue per sostenere la transizione energetica nel nostro vicinato e in tutto il mond». Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in occasione del lancio dell’impegno globale sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica alla Cop28 a Dubai, mentre Gli Stati Uniti stanziano 3 miliardi di dollari destinati al fondo per il clima. Lo ha annunciato la vicepresidente Kamala Harris a Dubai per il summit della Cop28. 

Fonte: Sole 24 Ore

La Francia di Macron finanzierà la creazione di un aereo green

La Francia di Macron finanzierà la creazione di un aereo green

Emmanuel Macron ha già fatto un annuncio particolarmente importante: sarà realizzato un piano a sostegno dello sviluppo in Francia di un aereo green.

Si parla infatti di centinaia di milioni di investimenti per il periodo tra 2024 e 2030. Tra i progetti finanziati, oltre a quello per la realizzazione di tecnologie per arrivare alla produzione di un aereo ‘verde’, anche l’installazione di un impianto di biocarburanti a Lacq, a sud-ovest del Paese, vicino al confine con la Spagna.

Dei soldi investiti, 300 milioni l’anno andranno alla creazione di un nuovo motore più efficiente in termini di consumo di carburante e alla progettazione di aerei più leggeri. Tutti passi fondamentali perché la Francia arrivi a un aereo green. Altri 200 milioni, invece, saranno dedicati allo sviluppo di biocarburanti sostenibili per l’aviazione SAF, così da poterne produrre 500.000 tonnellate l’anno entro il 2030.

L’impianto produttivo di Lacq sarà realizzato dall’azienda Elyse Energy e “creerà 700 posti di lavoro diretti”, secondo quanto afferma Macron. Ci saranno infatti 100 dipendenti solo sul sito, mentre altri 600 saranno coinvolti nel comparto di riciclo.

Altri 50 milioni di euro, invece, saranno dedicati alle startup e quelli che il presidente ha definito “attori emergenti” nel settore, a patto però che stiano lavorando per “sviluppare piccoli aerei ibridi, elettrici o a idrogeno”, tutte possibili soluzioni, anche se più distanti, per il futuro dell’aviazione.

Fonte: Mobilitàfutura.eu

Emmanuel Macron ha già fatto un annuncio particolarmente importante: sarà realizzato un piano a sostegno dello sviluppo in Francia di un aereo green.

Si parla infatti di centinaia di milioni di investimenti per il periodo tra 2024 e 2030. Tra i progetti finanziati, oltre a quello per la realizzazione di tecnologie per arrivare alla produzione di un aereo ‘verde’, anche l’installazione di un impianto di biocarburanti a Lacq, a sud-ovest del Paese, vicino al confine con la Spagna.

Dei soldi investiti, 300 milioni l’anno andranno alla creazione di un nuovo motore più efficiente in termini di consumo di carburante e alla progettazione di aerei più leggeri. Tutti passi fondamentali perché la Francia arrivi a un aereo green. Altri 200 milioni, invece, saranno dedicati allo sviluppo di biocarburanti sostenibili per l’aviazione SAF, così da poterne produrre 500.000 tonnellate l’anno entro il 2030. L’impianto produttivo di Lacq sarà realizzato dall’azienda Elyse Energy e “creerà 700 posti di lavoro diretti”, secondo quanto afferma Macron. Ci saranno infatti 100 dipendenti solo sul sito, mentre altri 600 saranno coinvolti nel comparto di riciclo.

Altri 50 milioni di euro, invece, saranno dedicati alle startup e quelli che il presidente ha definito “attori emergenti” nel settore, a patto però che stiano lavorando per “sviluppare piccoli aerei ibridi, elettrici o a idrogeno”, tutte possibili soluzioni, anche se più distanti, per il futuro dell’aviazione.

Fonte: Mobilitàfutura.eu

Accordo Ansaldo nucleare-Edf per collaborare a soluzioni per produrre energia pulita

Accordo Ansaldo nucleare-Edf per collaborare a soluzioni per produrre energia pulita

Ansaldo Nucleare ha siglato con l’Associazione italiana nucleare (Ain), un accordo di collaborazione con Edf e con il Groupement des Industriels Français de l’Energie Nucléaire (Gigen) finalizzato a rafforzare la cooperazione tra i due Paesi per collaborare nello sviluppo di soluzioni innovative in grado di garantire una produzione di energia nucleare pulita ed efficiente. “Si tratta – si legge nella nota di Ansaldo Nucleare – di un passo importante per il futuro dell’energia nucleare, che vede tra le protagoniste due aziende di eccellenza: Ansaldo Nucleare, simbolo della filiera nucleare italiana, ed Edf, principale produttore e fornitore di energia nucleare in Francia. Questo nuovo accordo firmato alla presenza dell’ambasciatrice italiana in Francia, Emanuela D’Alessandro, rafforza la cooperazione già intrapresa con la firma di due importanti accordi per lo sviluppo di un sistema integrato di supply chain a supporto dei nuovi progetti”.

Nel quadro della cooperazione internazionale, Ansaldo Nucleare “esprime il proprio sostegno all’iniziativa firmata tra Ain e il Romanian Atomic Forum (Romatom) per consolidare i rapporti italo-romeni in ambito nucleare. Tale iniziativa, prosegue la nota “rappresenta un vero sostegno al programma nucleare romeno nella fase attuale di preparazione alle attività del Refurbishment dell’unità 1 di Cernavoda, caratterizzate dalle interazioni tra aziende italiane, con a capo Ansaldo Nucleare, e aziende romene. Le firme sono avvenute durante la World nuclear exhibition di Parigi.

Fonte: Il Secolo XIX

Ansaldo Nucleare ha siglato con l’Associazione italiana nucleare (Ain), un accordo di collaborazione con Edf e con il Groupement des Industriels Français de l’Energie Nucléaire (Gigen) finalizzato a rafforzare la cooperazione tra i due Paesi per collaborare nello sviluppo di soluzioni innovative in grado di garantire una produzione di energia nucleare pulita ed efficiente. “Si tratta – si legge nella nota di Ansaldo Nucleare – di un passo importante per il futuro dell’energia nucleare, che vede tra le protagoniste due aziende di eccellenza: Ansaldo Nucleare, simbolo della filiera nucleare italiana, ed Edf, principale produttore e fornitore di energia nucleare in Francia. Questo nuovo accordo firmato alla presenza dell’ambasciatrice italiana in Francia, Emanuela D’Alessandro, rafforza la cooperazione già intrapresa con la firma di due importanti accordi per lo sviluppo di un sistema integrato di supply chain a supporto dei nuovi progetti”.

Nel quadro della cooperazione internazionale, Ansaldo Nucleare “esprime il proprio sostegno all’iniziativa firmata tra Ain e il Romanian Atomic Forum (Romatom) per consolidare i rapporti italo-romeni in ambito nucleare. Tale iniziativa, prosegue la nota “rappresenta un vero sostegno al programma nucleare romeno nella fase attuale di preparazione alle attività del Refurbishment dell’unità 1 di Cernavoda, caratterizzate dalle interazioni tra aziende italiane, con a capo Ansaldo Nucleare, e aziende romene. Le firme sono avvenute durante la World nuclear exhibition di Parigi.

Fonte: Il Secolo XIX

Emirates, decolla il primo Airbus A380 con un motore alimentato al 100% da SAF

Emirates, decolla il primo Airbus A380 con un motore alimentato al 100% da SAF

È decollato il 22 novembre dall’aeroporto internazionale di Dubai, la città che si sta preparando a ospitare la COP28, il primo volo dimostrativo Emirates A380 con uno dei quattro motori alimentato al 100 per cento da carburante sostenibile per l’aviazione (SAF).

Il prodotto, realizzato dalla compagnia finlandese Neste a partire da rifiuti e materie prime di scarto, viene solitamente miscelato al 50 per cento con carburante tradizionale, ma utilizzarlo in purezza porterebbe a una riduzione dell’80 per cento delle emissioni di gas serra, senza bisogno di apportare modifiche ai motori.

Questo importante traguardo è stato raggiunto grazie alla collaborazione fra Neste, Emirates, Airbus, Engine Alliance, Pratt & Whitney e Virent, con il supporto della Emirates National Oil Company (ENOC). L’azienda finlandese ha fornito a Emirates il suo Neste MY Sustainable Aviation Fuel™, a cui la ENOC ha poi aggiunto una parte di cherosene sintetico prodotto da Virent per ottenere il combustibile, 100 per cento rinnovabile, con cui alimentare uno dei quattro motori Engine Alliance GP7200 dell’Airbus A380, insieme all’unità di potenza ausiliaria (APU PW980) di Pratt & Whitney (che fornisce energia ai sistemi dell’aereo quando i motori non sono in funzione.

Fonte: Canaleenergia.com

È decollato il 22 novembre dall’aeroporto internazionale di Dubai, la città che si sta preparando a ospitare la COP28, il primo volo dimostrativo Emirates A380 con uno dei quattro motori alimentato al 100 per cento da carburante sostenibile per l’aviazione (SAF).

Il prodotto, realizzato dalla compagnia finlandese Neste a partire da rifiuti e materie prime di scarto, viene solitamente miscelato al 50 per cento con carburante tradizionale, ma utilizzarlo in purezza porterebbe a una riduzione dell’80 per cento delle emissioni di gas serra, senza bisogno di apportare modifiche ai motori.

Questo importante traguardo è stato raggiunto grazie alla collaborazione fra Neste, Emirates, AirbusEngine AlliancePratt & Whitney e Virent, con il supporto della Emirates National Oil Company (ENOC). L’azienda finlandese ha fornito a Emirates il suo Neste MY Sustainable Aviation Fuel™, a cui la ENOC ha poi aggiunto una parte di cherosene sintetico prodotto da Virent per ottenere il combustibile, 100 per cento rinnovabile, con cui alimentare uno dei quattro motori Engine Alliance GP7200 dell’Airbus A380, insieme all’unità di potenza ausiliaria (APU PW980) di Pratt & Whitney (che fornisce energia ai sistemi dell’aereo quando i motori non sono in funzione.

Fonte: Canaleenergia.com

Dopo il trattato del Quirinale e quello di Aquisgrana, arriva il Piano d’azione tra Italia e Germania

Dopo il trattato del Quirinale e quello di Aquisgrana, arriva il Piano d’azione tra Italia e Germania

Arriva il Piano d’azione tra Italia e Germania. Mercoledì 22 novembre, i capi di governo hanno sottoscritto le linee guida con cui i due Paesi gestiranno la cooperazione politica rafforzata.

La premier Giorgia Meloni è accompagnata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che in Germania avrà un confronto con il suo omologo tedesco Christian Lindner dopo aver incontrato a Parigi il collega francese Bruno Le Maire. Su questa triangolazione si snoda buona parte delle chance di arrivare a un’intesa sulle nuove regole di stabilità e crescita entro la fine dell’anno.

Si completa dunque con il Piano d’azione la triangolazione fra i tre grandi Paesi fondatori della Ue, a sette anni dall’ultimo vertice intergovernativo Italia-Germania, e dopo che il 22 gennaio 2019 Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno firmato il Trattato di Aquisgrana , trattato di cooperazione bilaterale franco-tedesca che ha fatto seguito, ampliandone i contenuti, al Trattato dell’Eliseo firmato nello stesso giorno del 1963 da Charles de Gaulle e Konrad Adenauer. A questo Trattato è seguito poi, il 26 Novembre del 2021 quello del Quirinale tra Francia ed Italia.

Fonte Sole 24 Ore: Andrea Carli

Arriva il Piano d’azione tra Italia e Germania. Mercoledì 22 novembre, i capi di governo hanno sottoscritto le linee guida con cui i due Paesi gestiranno la cooperazione politica rafforzata.

La premier Giorgia Meloni è accompagnata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che in Germania avrà un confronto con il suo omologo tedesco Christian Lindner dopo aver incontrato a Parigi il collega francese Bruno Le Maire. Su questa triangolazione si snoda buona parte delle chance di arrivare a un’intesa sulle nuove regole di stabilità e crescita entro la fine dell’anno.

Si completa dunque con il Piano d’azione la triangolazione fra i tre grandi Paesi fondatori della Ue, a sette anni dall’ultimo vertice intergovernativo Italia-Germania, e dopo che il 22 gennaio 2019 Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno firmato il Trattato di Aquisgrana , trattato di cooperazione bilaterale franco-tedesca che ha fatto seguito, ampliandone i contenuti, al Trattato dell’Eliseo firmato nello stesso giorno del 1963 da Charles de Gaulle e Konrad Adenauer. A questo Trattato è seguito poi, il 26 Novembre del 2021 quello del Quirinale tra Francia ed Italia.

Fonte Sole 24 Ore: Andrea Carli

Parlamento, primo via libera al piano industriale Net-Zero

Parlamento, primo via libera al piano industriale Net-Zero

Via libera dal Parlamento europeo al “Net-Zero Industry Act”, la legge per le industrie a zero emissioni volta a rafforzare la produzione manifatturiera Ue per le tecnologie necessarie per la decarbonizzazione. Con il voto della Plenaria il Pe ha assunto la sua posizione negoziale in attesa del trilogo con Commissione e Consiglio Ue per la trattativa sul testo finale.

Il testo adottato con 376 voti favorevoli, 139 contrari e 116 astensioni, stabilisce l’obiettivo di produrre all’interno dell’Ue il 40% delle tecnologie a zero emissioni nette, cosi come definite nei piani nazionali per l’energia e il clima e di affermarsi al 25% del valore del mercato globale di tecnologie, entro il 2030. Nei loro emendamenti, i deputati hanno ampliato il campo di applicazione del progetto di legislazione per includere l’intera catena di approvvigionamento, compresi i componenti, i materiali e i macchinari per la produzione di tecnologie a zero emissioni.

Il testo include anche un elenco più ampio e completo delle tecnologie da trattare, da aggiornare periodicamente comprese le tecnologie di di fissione e fusione nucleare. La legge presenta infine due classificazioni dei progetti che saranno sostenuti: i progetti di produzione tecnologica a zero emissioni e i progetti strategici per tecnologie a zero emissioni.

La divisione mira a razionalizzare le procedure di rilascio delle autorizzazioni, fissando un calendario di 9-12 mesi per i progetti regolari e da 6 a 9 mesi per i progetti strategici . Gli eurodeputati propongono infine anche la creazione dei “Distretti a zero emissioni nette” per accelerare i processi di autorizzazione.

Fonte: ANSA

Via libera dal Parlamento europeo al “Net-Zero Industry Act“, la legge per le industrie a zero emissioni volta a rafforzare la produzione manifatturiera Ue per le tecnologie necessarie per la decarbonizzazione. Con il voto della Plenaria il Pe ha assunto la sua posizione negoziale in attesa del trilogo con Commissione e Consiglio Ue per la trattativa sul testo finale.

Il testo adottato con 376 voti favorevoli, 139 contrari e 116 astensioni, stabilisce l’obiettivo di produrre all’interno dell’Ue il 40% delle tecnologie a zero emissioni nette, cosi come definite nei piani nazionali per l’energia e il clima e di affermarsi al 25% del valore del mercato globale di tecnologie, entro il 2030. Nei loro emendamenti, i deputati hanno ampliato il campo di applicazione del progetto di legislazione per includere l’intera catena di approvvigionamento, compresi i componenti, i materiali e i macchinari per la produzione di tecnologie a zero emissioni.

Il testo include anche un elenco più ampio e completo delle tecnologie da trattare, da aggiornare periodicamente comprese le tecnologie di di fissione e fusione nucleare. La legge presenta infine due classificazioni dei progetti che saranno sostenuti: i progetti di produzione tecnologica a zero emissioni e i progetti strategici per tecnologie a zero emissioni.

La divisione mira a razionalizzare le procedure di rilascio delle autorizzazioni, fissando un calendario di 9-12 mesi per i progetti regolari e da 6 a 9 mesi per i progetti strategici . Gli eurodeputati propongono infine anche la creazione dei “Distretti a zero emissioni nette” per accelerare i processi di autorizzazione.

Fonte: ANSA

Fincantieri: difesa e eolico offshore spingono gli ordini. Salgono ricavi e margini.

Fincantieri: difesa e eolico offshore spingono gli ordini. Salgono ricavi e margini.

Fincantieri, leader mondiale nel settore del construction e design navale, chiude i primi nove mesi dell’anno sfruttando la spinta sugli ordini che arriva dalle commesse acquisite nella difesa e nell’eolico offshore. I conti vanno così in archivio con un margine operativo lordo di 276 milioni di euro, in crescita del 60%, e con ricavi per 5,4 miliardi di euro, in aumento dell’1,3%. Il margine ebitda è quindi del 5,1%, in miglioramento rispetto al 3,2% di un anno fa. Quanto al debito, l’asticella è pari a 2,7 miliardi in linea con l’andamento previsto per fine 2023, chiarisce la nota diffusa dal gruppo guidato da Pierroberto Folgiero.

I risultati sono sostanzialmente allineati alle previsioni degli analisti. Confermata la guidance sull’esercizio: le previsioni di volumi di attività consentiranno di consolidare i ricavi sui livelli del 2022, garantendo una marginalità intorno al 5% per cento.

Il carico di lavoro complessivo è di 32,6 miliardi (circa 4,4 volte i ricavi del 2022), diviso in backlog, a 22,2 miliardi (23,8 miliardi al 31 dicembre 2022) e soft backlog (opzioni contrattuali, lettere di intenti, commesse in corso di negoziazione avanzata) per 10,4 miliardi (10,5 miliardi al 31 dicembre’22). 

Mentre nei primi nove mesi gli ordini acquisiti sono stati pari a 4 miliardi contro i 3,3 miliardi dello stesso periodo del 2022, grazie, come detto, a un forte contributo del settore della difesa e del wind offshore.

Un tassello, quest’ultimo, su cui l’Ad Folgiero sta spingendo molto convinto che la solida expertise del gruppo possa consentire di giocare in prima linea questa partita. «I risultati raggiunti nei primi nove mesi del 2023 dimostrano una progressione positiva verso gli obiettivi che ci siamo dati nel nuovo piano industriale in termini operativi economici e finanziari», commenta l’Ad Folgiero. «La soddisfazione per la performance produttiva nasce dal fatto che le 17 navi che abbiamo consegnato nel periodo in 10 cantieri sono state realizzate grazie alla competenza ed alla dedizione delle nostre persone, avendole progettate durante il Covid e costruite in un contesto caratterizzato dall’escalation del costo dei materiali e da alcune difficoltà nel reperimento della manodopera».

Fonte: Sole 24 Ore

Fincantieri, leader mondiale nel settore del construction e design navale, chiude i primi nove mesi dell’anno sfruttando la spinta sugli ordini che arriva dalle commesse acquisite nella difesa e nell’eolico offshore. I conti vanno così in archivio con un margine operativo lordo di 276 milioni di euro, in crescita del 60%, e con ricavi per 5,4 miliardi di euro, in aumento dell’1,3%. Il margine ebitda è quindi del 5,1%, in miglioramento rispetto al 3,2% di un anno fa. Quanto al debito, l’asticella è pari a 2,7 miliardi in linea con l’andamento previsto per fine 2023, chiarisce la nota diffusa dal gruppo guidato da Pierroberto Folgiero.

I risultati sono sostanzialmente allineati alle previsioni degli analisti. Confermata la guidance sull’esercizio: le previsioni di volumi di attività consentiranno di consolidare i ricavi sui livelli del 2022, garantendo una marginalità intorno al 5% per cento.

Il carico di lavoro complessivo è di 32,6 miliardi (circa 4,4 volte i ricavi del 2022), diviso in backlog, a 22,2 miliardi (23,8 miliardi al 31 dicembre 2022) e soft backlog (opzioni contrattuali, lettere di intenti, commesse in corso di negoziazione avanzata) per 10,4 miliardi (10,5 miliardi al 31 dicembre’22). Mentre nei primi nove mesi gli ordini acquisiti sono stati pari a 4 miliardi contro i 3,3 miliardi dello stesso periodo del 2022, grazie, come detto, a un forte contributo del settore della difesa e del wind offshore. Un tassello, quest’ultimo, su cui l’Ad Folgiero sta spingendo molto convinto che la solida expertise del gruppo possa consentire di giocare in prima linea questa partita. «I risultati raggiunti nei primi nove mesi del 2023 dimostrano una progressione positiva verso gli obiettivi che ci siamo dati nel nuovo piano industriale in termini operativi economici e finanziari», commenta l’Ad Folgiero. «La soddisfazione per la performance produttiva nasce dal fatto che le 17 navi che abbiamo consegnato nel periodo in 10 cantieri sono state realizzate grazie alla competenza ed alla dedizione delle nostre persone, avendole progettate durante il Covid e costruite in un contesto caratterizzato dall’escalation del costo dei materiali e da alcune difficoltà nel reperimento della manodopera».

Fonte: Sole 24 Ore

Leonardo, Thales Alenia Space: la joint venture tra Thales e Leonardo ha presentato il progetto di  Space Smart Factory

Leonardo, Thales Alenia Space: la joint venture tra Thales e Leonardo ha presentato il progetto di  Space Smart Factory

Thales Alenia Space, joint venture tra Thales 67% e Leonardo 33%, ha presentato il progetto per la realizzazione della Space Smart Factory, la fabbrica intelligente, digitale e riconfigurabile tra le più grandi d’Europa. Parte di un sistema di fabbriche spaziali interconnesse tra di loro locate in Italia, la Space Smart Factory utilizzerà tecnologie avanzate per la realizzazione di satelliti di diversa classe e ambiti di applicazione. La Space Smart Factory è frutto di un investimento di oltre 100 milioni che include anche l’impegno dell’Agenzia Spaziale Italiana tramite i fondi del Pnrr. Il nuovo insediamento produttivo sorgerà nel parco tecnologico d’eccellenza di Roma, il Tecnopolo Tiburtino, che ospita già 150 imprese per la maggior parte piccole e medie, e con una forte integrazione con la città e il suo tessuto industriale.

Leonardo Global Solutions ha supportato l’intera operazione immobiliare, dall’acquisizione del terreno, alla gestione delle gare d’appalto fino all’avvio del processo di costruzione.

A fine settembre sono iniziate le attività di predisposizione del cantiere e la progettazione esecutiva dei fabbricati con l’obiettivo di essere operativi a metà 2025. Franco Ongaro, Chief Space Business Officer di Leonardo, ha dichiarato: “La nuova Space Smart Factory, tra le più innovative al mondo anche nel campo della sostenibilità ambientale, metterà a sistema tecnologie spaziali e soluzioni di trasformazione digitale per l’advanced manufacturing, accelerando ulteriormente la crescita dei territori e delle competenze per continuare a garantire al Paese un vantaggio competitivo anche nel mercato commerciale dello spazio, specialmente nelle costellazioni. Il dato, da elaborare, valorizzare e proteggere lungo tutta la sua filiera, è alla base dello sviluppo dell’intero ecosistema industriale di Leonardo ed è al centro della strategia del Gruppo per accompagnare l’innovazione e l’evoluzione tecnologica del Paese”.

Fonte: Affari Italiani

Thales Alenia Space, joint venture tra Thales 67% e Leonardo 33%, ha presentato il progetto per la realizzazione della Space Smart Factory, la fabbrica intelligente, digitale e riconfigurabile tra le più grandi d’Europa. Parte di un sistema di fabbriche spaziali interconnesse tra di loro locate in Italia, la Space Smart Factory utilizzerà tecnologie avanzate per la realizzazione di satelliti di diversa classe e ambiti di applicazione. La Space Smart Factory è frutto di un investimento di oltre 100 milioni che include anche l’impegno dell’Agenzia Spaziale Italiana tramite i fondi del Pnrr. Il nuovo insediamento produttivo sorgerà nel parco tecnologico d’eccellenza di Roma, il Tecnopolo Tiburtino, che ospita già 150 imprese per la maggior parte piccole e medie, e con una forte integrazione con la città e il suo tessuto industriale.

Leonardo Global Solutions ha supportato l’intera operazione immobiliare, dall’acquisizione del terreno, alla gestione delle gare d’appalto fino all’avvio del processo di costruzione. A fine settembre sono iniziate le attività di predisposizione del cantiere e la progettazione esecutiva dei fabbricati con l’obiettivo di essere operativi a metà 2025. Franco Ongaro, Chief Space Business Officer di Leonardo, ha dichiarato: “La nuova Space Smart Factory, tra le più innovative al mondo anche nel campo della sostenibilità ambientale, metterà a sistema tecnologie spaziali e soluzioni di trasformazione digitale per l’advanced manufacturing, accelerando ulteriormente la crescita dei territori e delle competenze per continuare a garantire al Paese un vantaggio competitivo anche nel mercato commerciale dello spazio, specialmente nelle costellazioni. Il dato, da elaborare, valorizzare e proteggere lungo tutta la sua filiera, è alla base dello sviluppo dell’intero ecosistema industriale di Leonardo ed è al centro della strategia del Gruppo per accompagnare l’innovazione e l’evoluzione tecnologica del Paese”.

Fonte: Affari Italiani

Accordo tra la Francia, la Germania e l’Italia sulla politica spaziale europea

Accordo tra la Francia, la Germania e l’Italia sulla politica spaziale europea

Bruno Le Maire, ministro francese dell’Economia, delle Finanze e della Sovranità industriale e digitale, Robert Habeck, ministro tedesco dell’Economia e della Protezione del clima, e Adolfo Urso, ministro italiano dell’Impresa e del Made in Italy, hanno ribadito oggi la loro totale determinazione a garantire l’accesso autonomo dell’Europa allo spazio.

La dichiarazione trilaterale di Siviglia dei ministri Bruno Le Maire, Robert Habeck e Adolfo Urso e la risoluzione del Consiglio dell’ESA segnano una svolta importante nella storia dei lanciatori europei.

Questa dichiarazione e le decisioni prese dal Consiglio dell’ESA assicurano 42 lanci per Ariane 6 e il ritorno in volo di Vega C, chiariscono gli usi del sito di Kourou, aprono la competizione per i futuri lanciatori e riaffermano le ambizioni dell’Europa nel campo dell’esplorazione.

La dichiarazione trilaterale conferma quindi la determinazione di Francia, Germania e Italia a garantire un accesso europeo indipendente allo spazio.

Questo accordo trilaterale e la relativa risoluzione dell’ESA sono il frutto di 6 mesi di negoziati ai massimi livelli governativi e tra i ministri Bruno Le Maire, Robert Habeck, Adolfo Urso e le loro équipe tecniche (Direzione generale delle imprese e Centro nazionale di studi spaziali), in particolare durante le riunioni trilaterali tenutesi a Berlino e a Roma.

Fonte: Ambafrance.org

Bruno Le Maire, ministro francese dell’Economia, delle Finanze e della Sovranità industriale e digitale, Robert Habeck, ministro tedesco dell’Economia e della Protezione del clima, e Adolfo Urso, ministro italiano dell’Impresa e del Made in Italy, hanno ribadito oggi la loro totale determinazione a garantire l’accesso autonomo dell’Europa allo spazio.

La dichiarazione trilaterale di Siviglia dei ministri Bruno Le Maire, Robert Habeck e Adolfo Urso e la risoluzione del Consiglio dell’ESA segnano una svolta importante nella storia dei lanciatori europei.

Questa dichiarazione e le decisioni prese dal Consiglio dell’ESA assicurano 42 lanci per Ariane 6 e il ritorno in volo di Vega C, chiariscono gli usi del sito di Kourou, aprono la competizione per i futuri lanciatori e riaffermano le ambizioni dell’Europa nel campo dell’esplorazione.

La dichiarazione trilaterale conferma quindi la determinazione di Francia, Germania e Italia a garantire un accesso europeo indipendente allo spazio.

Questo accordo trilaterale e la relativa risoluzione dell’ESA sono il frutto di 6 mesi di negoziati ai massimi livelli governativi e tra i ministri Bruno Le Maire, Robert Habeck, Adolfo Urso e le loro équipe tecniche (Direzione generale delle imprese e Centro nazionale di studi spaziali), in particolare durante le riunioni trilaterali tenutesi a Berlino e a Roma.

Fonte: Ambafrance.org

Il primo Airbus passeggeri a idrogeno si alzerà in volo nel 2035

Il primo Airbus passeggeri a idrogeno si alzerà in volo nel 2035

Airbus, che ha scommesso da tempo sull’idrogeno, ha fatto grandi progressi e i voli di prova potrebbero iniziare già nel 2026 con un A380 provvisto di serbatoi di idrogeno liquido. “Abbiamo due esemplari di aerei su cui stiamo lavorando”, ha spiegato il responsabile infrastrutture per le nuove Energie di Airbus Cristophe Arnold, sottolineando che “il primo è un aereo da 100 posti, il secondo da 200”. Al momento non è ancora stato deciso quale dei due sarà messo in servizio nel 2035. Il minor numero di passeggeri, rispetto ad un attuale aereo come può essere l’Airbus A 380, che di passeggeri ne può ospitare tra i 520 e gli 850 a seconda della configurazione, è dovuto al “maggior ingombro” dei serbatoi di idrogeno.

Secondo l’amministratore delegato di Sea Aeroporti di Milano, Armando Brunini del resto l’idrogeno è un passo obbligato e “non esistono alternative” per l’aviazione civile.

“Le analisi – ha spiegato – dicono che per la componente di emissioni per gli aerei in volo il Saf (il carburante sostenibile per l’aviazione) da solo non sarà sufficiente, bisogna per forza fare un salto tecnologico”, che prevede appunto “aerei elettrici per le soluzioni più piccole e a idrogeno per quelli di maggior dimensioni”. “Airbus scommette su questa tecnologia – aggiunge – ed è giusto premiare il loro coraggio”. Una sfida anche per Sea e che per Brunini è “una maratona” con tanti “obiettivi intermedi”. Tra questi la realizzazione del primo “piccolo impianto di produzione di idrogeno in un aeroporto” nel 2024. “Non servirà immediatamente gli aerei – ha commentato – ma i mezzi a terra e sarà una prima pietra miliare per rendere i nostri aeroporti pronti per l’idrogeno

Fonte: ANSA

Airbus, che ha scommesso da tempo sull’idrogeno, ha fatto grandi progressi e i voli di prova potrebbero iniziare già nel 2026 con un A380 provvisto di serbatoi di idrogeno liquido. “Abbiamo due esemplari di aerei su cui stiamo lavorando”, ha spiegato il responsabile infrastrutture per le nuove Energie di Airbus Cristophe Arnold, sottolineando che “il primo è un aereo da 100 posti, il secondo da 200”. Al momento non è ancora stato deciso quale dei due sarà messo in servizio nel 2035. Il minor numero di passeggeri, rispetto ad un attuale aereo come può essere l’Airbus A 380, che di passeggeri ne può ospitare tra i 520 e gli 850 a seconda della configurazione, è dovuto al “maggior ingombro” dei serbatoi di idrogeno.

Secondo l’amministratore delegato di Sea Aeroporti di Milano, Armando Brunini del resto l’idrogeno è un passo obbligato e “non esistono alternative” per l’aviazione civile. “Le analisi – ha spiegato – dicono che per la componente di emissioni per gli aerei in volo il Saf (il carburante sostenibile per l’aviazione) da solo non sarà sufficiente, bisogna per forza fare un salto tecnologico”, che prevede appunto “aerei elettrici per le soluzioni più piccole e a idrogeno per quelli di maggior dimensioni”. “Airbus scommette su questa tecnologia – aggiunge – ed è giusto premiare il loro coraggio”. Una sfida anche per Sea e che per Brunini è “una maratona” con tanti “obiettivi intermedi”. Tra questi la realizzazione del primo “piccolo impianto di produzione di idrogeno in un aeroporto” nel 2024. “Non servirà immediatamente gli aerei – ha commentato – ma i mezzi a terra e sarà una prima pietra miliare per rendere i nostri aeroporti pronti per l’idrogeno

Fonte: ANSA

Costruzioni aerospaziali: Leonardo ed Hera per il recupero della fibra di carbonio

Costruzioni aerospaziali: Leonardo ed Hera per il recupero della fibra di carbonio

Il Gruppo Hera, attraverso la controllata Herambiente, e Leonardo, attraverso la Divisione Aerostrutture, collaboreranno nello studio del recupero delle fibre di carbonio contenute nei materiali compositi a matrice polimerica utilizzati per la costruzione di parti di aeromobili. Grazie all’innovativo impianto realizzato in Emilia-Romagna dalla multiutility e al know-how sviluppato nei laboratori del gruppo Leonardo, il prezioso materiale verrà riciclato con positive ricadute in termini di sostenibilità e di circolarità.

Si avvia quindi la sperimentazione “full-scale” di una futura attività industriale di recupero della fibra di carbonio nel settore aerospaziale utilizzando tecnologie avanzate che ne consentiranno il riuso come materia prima seconda.

Leonardo, mediante partnership accademica e industriale, ha sviluppato negli anni una profonda competenza dei materiali e dei processi di riciclo e, coadiuvata dalla esperienza nel riciclo dei rifiuti di Herambiente, primo operatore nazionale nel settore ambiente, si impegna attivamente nella chiusura di una filiera circolare su scala industriale anche in questo settore strategico.

Stefano Bortoli, Managing Director della Divisione Aerostrutture di Leonardo ha dichiarato: “Una collaborazione non solo volta a recuperare e rigenerare la fibra di carbonio, ma anche proiettata verso l’innovazione perché in grado di consolidare e sviluppare ulteriormente un know-how che renda sempre più performante il riciclo dei compositi rinforzati con fibra di carbonio. Grazie a questa intesa con Herambiente, Leonardo si impegna ancora di più nel mantenimento del valore circolare degli scarti, nella riduzione dell’uso di materia prima vergine e nell’utilizzo del materiale riciclato anche per applicazioni interne, come previsto dalla più ampia strategia di Sostenibilità di Gruppo”.

Fonte: Analisidifesa.it

Il Gruppo Hera, attraverso la controllata Herambiente, e Leonardo, attraverso la Divisione Aerostrutture, collaboreranno nello studio del recupero delle fibre di carbonio contenute nei materiali compositi a matrice polimerica utilizzati per la costruzione di parti di aeromobili. Grazie all’innovativo impianto realizzato in Emilia-Romagna dalla multiutility e al know-how sviluppato nei laboratori del gruppo Leonardo, il prezioso materiale verrà riciclato con positive ricadute in termini di sostenibilità e di circolarità.

Si avvia quindi la sperimentazione “full-scale” di una futura attività industriale di recupero della fibra di carbonio nel settore aerospaziale utilizzando tecnologie avanzate che ne consentiranno il riuso come materia prima seconda.

Leonardo, mediante partnership accademica e industriale, ha sviluppato negli anni una profonda competenza dei materiali e dei processi di riciclo e, coadiuvata dalla esperienza nel riciclo dei rifiuti di Herambiente, primo operatore nazionale nel settore ambiente, si impegna attivamente nella chiusura di una filiera circolare su scala industriale anche in questo settore strategico.

Stefano Bortoli, Managing Director della Divisione Aerostrutture di Leonardo ha dichiarato: “Una collaborazione non solo volta a recuperare e rigenerare la fibra di carbonio, ma anche proiettata verso l’innovazione perché in grado di consolidare e sviluppare ulteriormente un know-how che renda sempre più performante il riciclo dei compositi rinforzati con fibra di carbonio. Grazie a questa intesa con Herambiente, Leonardo si impegna ancora di più nel mantenimento del valore circolare degli scarti, nella riduzione dell’uso di materia prima vergine e nell’utilizzo del materiale riciclato anche per applicazioni interne, come previsto dalla più ampia strategia di Sostenibilità di Gruppo”.

Fonte: Analisidifesa.it

Eni e Saipem, accordo per lo sviluppo di nuove bioraffinerie

Eni e Saipem, accordo per lo sviluppo di nuove bioraffinerie

Eni e Saipem hanno firmato un accordo per lo sviluppo della bioraffinazione. L’agreement, sottoscritto il 13 novembre dal Direttore Generale Energy Evolution di Eni, Giuseppe Ricci, e dall’Amministratore delegato di Saipem, Alessandro Puliti, supporta il percorso di trasformazione delle raffinerie tradizionali e lo sviluppo di nuove bioraffinerie Eni.

L’intesa, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione di Eni e Saipem, punta in particolare allo studio e alla eventuale realizzazione di impianti per la produzione di biojet, carburante sostenibile per l’aviazione, e del biocarburante HVO diesel, prodotti al 100% da materie prime rinnovabili (ai sensi della Direttiva UE 2018/2001 “REDII”), commercializzato nelle stazioni di servizio Enilive con il nome HVOlution e utilizzabile dai mezzi su strada, navali e ferroviari.

L’accordo prevede l’applicazione della tecnologia proprietaria Eni Ecofining™ sia per lo sviluppo di nuove bioraffinerie, sia per la conversione delle raffinerie tradizionali e coniuga la grande esperienza tecnologica e operativa di Eni con le competenze distintive che Saipem ha maturato nella progettazione e costruzione di questo tipo di impianti. 

Eni è stata la prima compagnia al mondo a convertire, a Venezia Porto Marghera e a Gela, due raffinerie tradizionali in bioraffinerie per la lavorazione di materie prime di scarto, come oli esausti da cucina, grassi animali, residui dell’industria agroalimentare e oli vegetali, utilizzando la tecnologia Ecofining™, con il supporto di Saipem su entrambi i progetti.

Eni prevede di espandere la propria capacità di bioraffinazione dagli attuali 1,65 milioni di tonnellate/anno a oltre 5 milioni di tonnellate/anno entro il 2030.

Fonte: Eni.com

Eni e Saipem hanno firmato un accordo per lo sviluppo della bioraffinazione. L’agreement, sottoscritto il 13 novembre dal Direttore Generale Energy Evolution di Eni, Giuseppe Ricci, e dall’Amministratore delegato di Saipem, Alessandro Puliti, supporta il percorso di trasformazione delle raffinerie tradizionali e lo sviluppo di nuove bioraffinerie Eni.

L’intesa, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione di Eni e Saipem, punta in particolare allo studio e alla eventuale realizzazione di impianti per la produzione di biojet, carburante sostenibile per l’aviazione, e del biocarburante HVO diesel, prodotti al 100% da materie prime rinnovabili (ai sensi della Direttiva UE 2018/2001 “REDII”), commercializzato nelle stazioni di servizio Enilive con il nome HVOlution e utilizzabile dai mezzi su strada, navali e ferroviari.

L’accordo prevede l’applicazione della tecnologia proprietaria Eni Ecofining™ sia per lo sviluppo di nuove bioraffinerie, sia per la conversione delle raffinerie tradizionali e coniuga la grande esperienza tecnologica e operativa di Eni con le competenze distintive che Saipem ha maturato nella progettazione e costruzione di questo tipo di impianti. 

Eni è stata la prima compagnia al mondo a convertire, a Venezia Porto Marghera e a Gela, due raffinerie tradizionali in bioraffinerie per la lavorazione di materie prime di scarto, come oli esausti da cucina, grassi animali, residui dell’industria agroalimentare e oli vegetali, utilizzando la tecnologia Ecofining™, con il supporto di Saipem su entrambi i progetti.

Eni prevede di espandere la propria capacità di bioraffinazione dagli attuali 1,65 milioni di tonnellate/anno a oltre 5 milioni di tonnellate/anno entro il 2030.

Fonte: Eni.com

Casale (Ansaldo Nucleare): un sito italiano in 10 anni? È ragionevole

Casale (Ansaldo Nucleare): un sito italiano in 10 anni? È ragionevole

Ad aprile del 2024, se i piani del governo si concretizzeranno, l’Italia potrebbe avere una roadmap per tornare a produrre energia dall’atomo sul suolo nazionale. Il 21 settembre, alla prima riunione della piattaforma per un nucleare sostenibile lanciata dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, erano presenti i player che quel piano dovranno realizzarlo. Tra questi c’è Ansaldo Nucleare, controllata della genovese Ansaldo Energia. 

“Se solo pochi mesi fa avessimo potuto immaginare una riunione del genere saremmo stati non felici: di più”, dice l’Ad di Ansaldo Nucleare Riccardo Casale. Le intenzioni del governo si sono definite con l’inserimento del nucleare nel Pniec (Piano nazionale energia e clima) trasmesso in Ue a luglio, mentre una mozione parlamentare di maggio ha chiesto di sostenere l’atomo italiano. Casale ritiene la piattaforma “un’ottima partenza in uno scenario difficile: in Italia l’inverno nucleare è durato 40 anni”.

Se arriverà un piano, Ansaldo sarà tra i player principali. Ma la crescita non dipende solo dall’Italia. “Negli ultimi 40 anni malgrado le poche risorse siamo diventati capofila della supply chain. Ora l’Europa sta andando verso una maggiore penetrazione nucleare. Il mercato non è mai stato così dinamico”. Tra i progetti futuri, questa estate è stata presentata l’offerta per il trattamento dei rifiuti nucleari in Francia. Ci potrebbe volere un anno per la fase di valutazione, dice Casale. E in Francia è arrivato l’accordo con Edf, il primo produttore di energia nucleare al mondo, “per lo sviluppo di Nuward, un reattore di generazione ‘3+’ che potrebbe raggiungere il ‘first concrete’ (l’inizio della costruzione) nel 2030. Gli anni 30 saranno gli anni di sviluppo della generazione ‘3+’ e dei piccoli reattori, Smr o small modular reactors. Negli anni 40 arriverà invece la quarta generazione.

Fonte Fortuneita.com: Alessandro Pulcini

Ad aprile del 2024, se i piani del governo si concretizzeranno, l’Italia potrebbe avere una roadmap per tornare a produrre energia dall’atomo sul suolo nazionale. Il 21 settembre, alla prima riunione della piattaforma per un nucleare sostenibile lanciata dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, erano presenti i player che quel piano dovranno realizzarlo. Tra questi c’è Ansaldo Nucleare, controllata della genovese Ansaldo Energia. 

“Se solo pochi mesi fa avessimo potuto immaginare una riunione del genere saremmo stati non felici: di più”, dice l’Ad di Ansaldo Nucleare Riccardo Casale. Le intenzioni del governo si sono definite con l’inserimento del nucleare nel Pniec (Piano nazionale energia e clima) trasmesso in Ue a luglio, mentre una mozione parlamentare di maggio ha chiesto di sostenere l’atomo italiano. Casale ritiene la piattaforma “un’ottima partenza in uno scenario difficile: in Italia l’inverno nucleare è durato 40 anni”. Se arriverà un piano, Ansaldo sarà tra i player principali. Ma la crescita non dipende solo dall’Italia. “Negli ultimi 40 anni malgrado le poche risorse siamo diventati capofila della supply chain. Ora l’Europa sta andando verso una maggiore penetrazione nucleare. Il mercato non è mai stato così dinamico”. Tra i progetti futuri, questa estate è stata presentata l’offerta per il trattamento dei rifiuti nucleari in Francia. Ci potrebbe volere un anno per la fase di valutazione, dice Casale. E in Francia è arrivato l’accordo con Edf, il primo produttore di energia nucleare al mondo, “per lo sviluppo di Nuward, un reattore di generazione ‘3+’ che potrebbe raggiungere il ‘first concrete’ (l’inizio della costruzione) nel 2030. Gli anni 30 saranno gli anni di sviluppo della generazione ‘3+’ e dei piccoli reattori, Smr o small modular reactorsNegli anni 40 arriverà invece la quarta generazione.

Fonte Fortuneita.com: Alessandro Pulcini

3IPK e Thales Alenia Space con l’ESA per la tracciabilità dei dati di Osservazione della Terra

3IPK e Thales Alenia Space con l’ESA per la tracciabilità dei dati di Osservazione della Terra

Thales Alenia Space collabora con la startup slovacca 3IPK per sviluppare questa tecnologia, grazie alla sua esperienza nell’ambito dei sistemi e segmenti di Terra acquisita in particolar modo attraverso la partecipazione al Programma Copernicus dell’Unione Europea e con la realizzazione dei satelliti Sentinel per l’Osservazione, il monitoraggio e la protezione ambientale.

In un mondo in cui i satelliti per l’Osservazione della Terra sono diventati i guardiani del nostro pianeta, fornendo dati vitali in settori diversi come la pianificazione urbana, la scienza del clima, l’agricoltura e l’energia, l’autenticità e l’integrità dei dati sono più vitali che mai. Oggi il 60% delle 55 variabili climatiche essenziali (ECV), come la temperatura e i gas serra, vengono misurate dai satelliti. Finora, nessuna soluzione è stata in grado di dimostrare in maniera certa la provenienza e l’integrità di questi dati cruciali.

Per affrontare questa sfida, l’ESA ha selezionato la startup 3IPK per incorporare la tecnologia blockchain nella catena di elaborazione dei dati di osservazione della Terra. 3IPK e Thales Alenia Space svilupperanno una soluzione di cybersicurezza progettata per garantire la tracciabilità e l’integrità dei dati EO mediante firme digitali uniche. Gli stakeholder della catena di elaborazione saranno così in grado di identificare con sicurezza la provenienza dei dati, rendendo più facile contrastare la crescente minaccia di immagini satellitari falsificate. Una versione iniziale di questa soluzione sarà consegnata all’ESA nei primi sei mesi del 2024.

Fonte : Analisidifesa.it

Thales Alenia Space collabora con la startup slovacca 3IPK per sviluppare questa tecnologia, grazie alla sua esperienza nell’ambito dei sistemi e segmenti di Terra acquisita in particolar modo attraverso la partecipazione al Programma Copernicus dell’Unione Europea e con la realizzazione dei satelliti Sentinel per l’Osservazione, il monitoraggio e la protezione ambientale.

In un mondo in cui i satelliti per l’Osservazione della Terra sono diventati i guardiani del nostro pianeta, fornendo dati vitali in settori diversi come la pianificazione urbana, la scienza del clima, l’agricoltura e l’energia, l’autenticità e l’integrità dei dati sono più vitali che mai. Oggi il 60% delle 55 variabili climatiche essenziali (ECV), come la temperatura e i gas serra, vengono misurate dai satelliti. Finora, nessuna soluzione è stata in grado di dimostrare in maniera certa la provenienza e l’integrità di questi dati cruciali.

Per affrontare questa sfida, l’ESA ha selezionato la startup 3IPK per incorporare la tecnologia blockchain nella catena di elaborazione dei dati di osservazione della Terra. 3IPK e Thales Alenia Space svilupperanno una soluzione di cybersicurezza progettata per garantire la tracciabilità e l’integrità dei dati EO mediante firme digitali uniche. Gli stakeholder della catena di elaborazione saranno così in grado di identificare con sicurezza la provenienza dei dati, rendendo più facile contrastare la crescente minaccia di immagini satellitari falsificate. Una versione iniziale di questa soluzione sarà consegnata all’ESA nei primi sei mesi del 2024.

Fonte: Analisidifesa.it

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