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L’intesa franco-italiana riemerge a Bruxelles

È il piatto forte dell’estate italiana, ma presto lo sarà anche a Bruxelles. In attesa dei colloqui informali tra i ministri dell’Economia e delle Finanze dei 27 Stati membri che si terranno il 15 e 16 settembre a Santiago de Compostela sulla riforma del Patto di Stabilità e Crescita, si sta mettendo in moto la macchina diplomatica per riprendere un discorso interrotto un po’ bruscamente a metà luglio, quando all’interno dell’Ecofin sono riemerse le vecchie divisioni tra Nord e Sud dell’Europa e tra i sostenitori dell’austerità e quelli della flessibilità. L’obiettivo è ora quello di stringere alleanze nella corsa contro il tempo per approvare la revisione della disciplina di bilancio dell’UE entro la fine dell’anno. Nel caso dell’Italia, il quadro negoziale potrebbe significare un’alleanza con la Francia e l’Europa dell’Est.

Tra le questioni sul tavolo, infatti, c’è un barlume di speranza che potrebbe essere interpretato come un’apertura di principio alla posizione su cui il governo ha insistito più volte: scorporare il calcolo del deficit da investimenti strategici come la transizione verde o la sicurezza.

Ora che anche la BCE chiede “salvaguardie aggiuntive per garantire un aumento degli investimenti”, potrebbe tornare in auge la ricetta della “golden rule”, per la quale Roma finirebbe per avvicinarsi a Parigi. Finora i Paesi baltici si sono schierati con la Germania nel chiedere garanzie più stringenti per il consolidamento del bilancio, ma l’ipotesi che l’esclusione riguardi anche le spese per la difesa potrebbe raccogliere consensi a Est, a partire dalla Polonia.

Fonte il Messaggero : Gabriele Rosana

È il piatto forte dell’estate italiana, ma presto lo sarà anche a Bruxelles. In attesa dei colloqui informali tra i ministri dell’Economia e delle Finanze dei 27 Stati membri che si terranno il 15 e 16 settembre a Santiago de Compostela sulla riforma del Patto di Stabilità e Crescita, si sta mettendo in moto la macchina diplomatica per riprendere un discorso interrotto un po’ bruscamente a metà luglio, quando all’interno dell’Ecofin sono riemerse le vecchie divisioni tra Nord e Sud dell’Europa e tra i sostenitori dell’austerità e quelli della flessibilità. L’obiettivo è ora quello di stringere alleanze nella corsa contro il tempo per approvare la revisione della disciplina di bilancio dell’UE entro la fine dell’anno. Nel caso dell’Italia, il quadro negoziale potrebbe significare un’alleanza con la Francia e l’Europa dell’Est. Tra le questioni sul tavolo, infatti, c’è un barlume di speranza che potrebbe essere interpretato come un’apertura di principio alla posizione su cui il governo ha insistito più volte: scorporare il calcolo del deficit da investimenti strategici come la transizione verde o la sicurezza.

Ora che anche la BCE chiede “salvaguardie aggiuntive per garantire un aumento degli investimenti”, potrebbe tornare in auge la ricetta della “golden rule”, per la quale Roma finirebbe per avvicinarsi a Parigi. Finora i Paesi baltici si sono schierati con la Germania nel chiedere garanzie più stringenti per il consolidamento del bilancio, ma l’ipotesi che l’esclusione riguardi anche le spese per la difesa potrebbe raccogliere consensi a Est, a partire dalla Polonia.

Fonte il Messaggero : Gabriele Rosana