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Futuro nucleare dell’Italia: Mini-reattori al centro delle scelte energetiche

Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha delineato la posizione del governo italiano riguardo all’energia nucleare, escludendo la costruzione di nuove centrali tradizionali ma confermando l’interesse per gli Small Modular Reactors (SMR) in un futuro prossimo. Questa dichiarazione segue il discorso della premier Giorgia Meloni alla Cop28 di Dubai, dove ha sottolineato l’approccio italiano alla neutralità tecnologica e sembrava concentrarsi sullo sviluppo della fusione nucleare.

Il governo Meloni ha avviato misure per reintrodurre l’energia nucleare in Italia, inserendo l’atomo nel nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) con l’obiettivo di riavviare la capacità nazionale di generare energia atomica entro il 2050. Attualmente, si concentrano sulla ricerca e il potenziamento dell’industria nucleare italiana, destinando finanziamenti alla ricerca sulla fissione e la fusione nucleare, nonché agli SMR e agli Advanced Modular Reactor (AMR).

Il governo ha stanziato fondi per la ricerca nucleare, inclusi quelli per il DTT dell’ENEA sulla fusione e per sviluppare tecnologie come il raffreddamento a piombo fuso dei reattori di IV generazione. Inoltre, ha istituito la Piattaforma Nazionale per il Nucleare Sostenibile per coordinare l’industria e la ricerca nel settore.

La posizione del governo si concentra principalmente sugli SMR, prospettando la loro disponibilità sul mercato entro una decina d’anni. Tuttavia, Legambiente critica questa direzione, sostenendo che il nucleare sia una tecnologia in declino e che il costo del nucleare superi quello delle energie rinnovabili.

Fonte: Rinnovabili

Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha delineato la posizione del governo italiano riguardo all’energia nucleare, escludendo la costruzione di nuove centrali tradizionali ma confermando l’interesse per gli Small Modular Reactors (SMR) in un futuro prossimo. Questa dichiarazione segue il discorso della premier Giorgia Meloni alla Cop28 di Dubai, dove ha sottolineato l’approccio italiano alla neutralità tecnologica e sembrava concentrarsi sullo sviluppo della fusione nucleare.

Il governo Meloni ha avviato misure per reintrodurre l’energia nucleare in Italia, inserendo l’atomo nel nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) con l’obiettivo di riavviare la capacità nazionale di generare energia atomica entro il 2050. Attualmente, si concentrano sulla ricerca e il potenziamento dell’industria nucleare italiana, destinando finanziamenti alla ricerca sulla fissione e la fusione nucleare, nonché agli SMR e agli Advanced Modular Reactor (AMR).

Il governo ha stanziato fondi per la ricerca nucleare, inclusi quelli per il DTT dell’ENEA sulla fusione e per sviluppare tecnologie come il raffreddamento a piombo fuso dei reattori di IV generazione. Inoltre, ha istituito la Piattaforma Nazionale per il Nucleare Sostenibile per coordinare l’industria e la ricerca nel settore.

La posizione del governo si concentra principalmente sugli SMR, prospettando la loro disponibilità sul mercato entro una decina d’anni. Tuttavia, Legambiente critica questa direzione, sostenendo che il nucleare sia una tecnologia in declino e che il costo del nucleare superi quello delle energie rinnovabili.

Fonte: Rinnovabili