Seleziona una pagina

Fendi (LVMH) investe 50 milioni in Toscana per la nuova fabbrica di pelletteria

Fendi ha inaugurato la nuova manifattura di pelletteria a Capannuccia, nel comune di Bagno a Ripoli, che con i suoi 30mila mq su un terreno di otto ettari sostituisce, a poca distanza, quella precedente. Un’apertura quasi in concomitanza con l’avvio della nuova edizione delle Journées Particulières (Jp), con cui LVMH, gruppo al quale Fendi fa capo dal 2001, promuove il saper fare dei suoi artigiani, che torna dopo ben quattro anni di stop. «Abbiamo aspettato il momento giusto, perché non potevamo organizzare le Journées né online né distanziati – spiega Antoine Arnault, responsabile comunicazione e ambiente di LVMH, intervenuto al taglio del nastro –. Il senso dell’iniziativa è permettere alle persone di vedere e toccare da vicino quello che i nostri artigiani sanno fare».

Attraversando i reparti della manifattura, dove la luce naturale filtra dalle grandi finestre, oltre le quali ci sono colline e alberi, la sensazione è che sia un emblema di una dirompente evoluzione dei luoghi di lavoro: fabbriche costruite per ospitare soprattutto persone, e non più, o non solo, macchinari. La Factory è un progetto di sostenibilità di ampio respiro, che coinvolge le persone e va ben oltre la piantumazione di migliaia di piante: la manifattura nasce dal recupero di un sito industriale abbandonato e gli arredi sono stati realizzati con gli scarti di produzione. “Negli ultimi anni abbiamo capito che dobbiamo perseguire con realismo i nostri obiettivi di sostenibilità – dice Arnault – e che dobbiamo essere trasparenti e onesti sui risultati”.

Fonte Il Sole 24 Ore: Chiara Beghelli.

Fendi ha inaugurato la nuova manifattura di pelletteria a Capannuccia, nel comune di Bagno a Ripoli, che con i suoi 30mila mq su un terreno di otto ettari sostituisce, a poca distanza, quella precedente. Un’apertura quasi in concomitanza con l’avvio della nuova edizione delle Journées Particulières (Jp), con cui LVMH, gruppo al quale Fendi fa capo dal 2001, promuove il saper fare dei suoi artigiani, che torna dopo ben quattro anni di stop. «Abbiamo aspettato il momento giusto, perché non potevamo organizzare le Journées né online né distanziati – spiega Antoine Arnault, responsabile comunicazione e ambiente di LVMH, intervenuto al taglio del nastro –. Il senso dell’iniziativa è permettere alle persone di vedere e toccare da vicino quello che i nostri artigiani sanno fare». Attraversando i reparti della manifattura, dove la luce naturale filtra dalle grandi finestre, oltre le quali ci sono colline e alberi, la sensazione è che sia un emblema di una dirompente evoluzione dei luoghi di lavoro: fabbriche costruite per ospitare soprattutto persone, e non più, o non solo, macchinari. La Factory è un progetto di sostenibilità di ampio respiro, che coinvolge le persone e va ben oltre la piantumazione di migliaia di piante: la manifattura nasce dal recupero di un sito industriale abbandonato e gli arredi sono stati realizzati con gli scarti di produzione. “Negli ultimi anni abbiamo capito che dobbiamo perseguire con realismo i nostri obiettivi di sostenibilità – dice Arnault – e che dobbiamo essere trasparenti e onesti sui risultati”.

Fonte Il Sole 24 Ore: Chiara Beghelli.