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Bpifrance, la banca senza limiti per la nazione delle start-up

“Raddoppiare il numero di imprenditori in Francia”. È questa l’ambizione dichiarata di Bpifrance, la banca pubblica di investimento nata nel 2013 dalla fusione di tre strutture (la banca per le PMI Oséo, il fondo di private equity CDC Entreprises e il Fondo di investimento strategico). La crisi sanitaria le ha conferito una nuova dimensione. Bpifrance ha svolto il ruolo di vigile del fuoco per sostenere le imprese e finanziare il piano di rilancio. Queste missioni si sono aggiunte alla sua consueta tabella di marcia, che consiste nel sostenere l’innovazione. La Bpifrance svolge un ruolo cruciale nel finanziamento dell’economia francese, in particolare delle start-up, le famose French Tech. L’istituzione è atipica. Posseduta al 50% dallo Stato e dalla Caisse des Dépôts (a sua volta di proprietà dello Stato), si presenta come una “banca regolata dalla Banca Centrale Europea”, e non come un’agenzia pubblica. “Abbiamo un unico mandato: aumentare il potenziale degli imprenditori francesi”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Bpifrance Nicolas Dufourcq in un’audizione al Senato a febbraio, quando ha presentato la sua candidatura per la riconferma.

Ogni anno la banca organizza un evento, il BIG, con imprenditori, investitori, politici e DG. La banca pubblica è attiva su tutti i fronti e ha anche reinvestito in pepite Next40 (un elenco di 40 start-up francesi segnalate dal governo) come Doctolib, ContentSquare, Younited e Ynsect. La banca pubblica inietta anche denaro in fondi di investimento specializzati nell’innovazione. Il modello francese ha ispirato direttamente Cassa Depositi e Prestiti (CDP), l’equivalente italiano di Bpifrance. “La CDP ha copiato le sue due azioni: finanziare i fondi d’investimento e partecipare alla raccolta fondi per dare più risorse alle start-up italiane”, dice un investitore che conosce bene entrambi i Paesi. Anche l’anno scorso Bpifrance ha ottenuto buoni risultati, con un utile netto di 1,5 miliardi di euro. La banca contribuisce alla maggior parte dei piani del governo, da France 2030 al piano Deeptech, volto a finanziare tutte le innovazioni ritenute strategiche: dalle batterie elettriche ai semiconduttori, passando per l’intelligenza artificiale e così via.

Fonte Alternatives-economiques.fr : Thomas Lestavel

“Raddoppiare il numero di imprenditori in Francia”. È questa l’ambizione dichiarata di Bpifrance, la banca pubblica di investimento nata nel 2013 dalla fusione di tre strutture (la banca per le PMI Oséo, il fondo di private equity CDC Entreprises e il Fondo di investimento strategico). La crisi sanitaria le ha conferito una nuova dimensione. Bpifrance ha svolto il ruolo di vigile del fuoco per sostenere le imprese e finanziare il piano di rilancio. Queste missioni si sono aggiunte alla sua consueta tabella di marcia, che consiste nel sostenere l’innovazione. La Bpifrance svolge un ruolo cruciale nel finanziamento dell’economia francese, in particolare delle start-up, le famose French Tech. L’istituzione è atipica. Posseduta al 50% dallo Stato e dalla Caisse des Dépôts (a sua volta di proprietà dello Stato), si presenta come una “banca regolata dalla Banca Centrale Europea”, e non come un’agenzia pubblica. “Abbiamo un unico mandato: aumentare il potenziale degli imprenditori francesi”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Bpifrance Nicolas Dufourcq in un’audizione al Senato a febbraio, quando ha presentato la sua candidatura per la riconferma. Ogni anno la banca organizza un evento, il BIG, con imprenditori, investitori, politici e DG. La banca pubblica è attiva su tutti i fronti e ha anche reinvestito in pepite Next40 (un elenco di 40 start-up francesi segnalate dal governo) come Doctolib, ContentSquare, Younited e Ynsect. La banca pubblica inietta anche denaro in fondi di investimento specializzati nell’innovazione. Il modello francese ha ispirato direttamente Cassa Depositi e Prestiti (CDP), l’equivalente italiano di Bpifrance. “La CDP ha copiato le sue due azioni: finanziare i fondi d’investimento e partecipare alla raccolta fondi per dare più risorse alle start-up italiane”, dice un investitore che conosce bene entrambi i Paesi. Anche l’anno scorso Bpifrance ha ottenuto buoni risultati, con un utile netto di 1,5 miliardi di euro. La banca contribuisce alla maggior parte dei piani del governo, da France 2030 al piano Deeptech, volto a finanziare tutte le innovazioni ritenute strategiche: dalle batterie elettriche ai semiconduttori, passando per l’intelligenza artificiale e così via.

Fonte Alternatives-economiques.fr : Thomas Lestavel